di Giovanni Annunziata. Tratto da Relax. Vivere RilassataMente

Nella gestione dello stress un ruolo molto importante può avere lo sviluppare una mentalità positiva, ottimista. Le difficoltà nella vita di tutti i giorni non mancano, le tensioni si accumulano e questo spesso ci porta a guardare le cose con sfiducia, ad essere scettici e pessimisti circa il futuro, a non credere nella possibilità di migliorare, di riuscire a cambiare qualcosa.
Ma cosa vuol dire veramente essere ottimisti, e come si può imparare ad esserlo quando tutto sembra andare per il verso storto?
Essere ottimisti non vuol dire negare l’esistenza dei problemi, o escludere la possibilità che le cose non vadano come desideriamo. Essere ottimisti vuol dire credere fermamente che c’è un modo diverso di vedere le cose; vuol dire scorgere nelle cose anche (e non soltanto!) gli aspetti positivi, vedere nelle situazioni di tutti i giorni anche (e non soltanto!) le opportunità. Vuol dire credere in se stessi, avere fiducia nelle proprie potenzialità, credere di essere capaci di raggiungere i propri obiettivi, credere che in ognuno di noi giacciano risorse inimmaginabili, credere che il mondo possa migliorare.
Iniziamo a guardare con fiducia al domani, insegniamo ai bambini l’importanza dell’ottimismo. Non lasciamo che perdano questa abilità. Solo così possiamo cambiare il mondo in cui viviamo. Di fronte ad un problema, anche di fronte ad un dramma, ad un tracollo finanziario, ad un lutto, si può essere ottimisti.
Un vero ottimista non nega mai la gravità di una situazione, vive a pieno il peso di un momento difficile; avverte a pieno il dolore di una caduta. La differenza è nei tempi e nei modi di reazione. Sta a noi la scelta. Sta a noi decidere quando rialzarci; sta a noi scegliere quanto tempo restare a terra a piangere per il dolore.
E’ triste constatare che sempre più persone, sempre più giovani siano scettici, demotivati, disillusi, rassegnati a vivere in un presente che non li soddisfa, e ad aspettare un futuro che vedono nero. In effetti la situazione che stiamo vivendo non è delle migliori, con la politica troppo spesso incapace di fare davvero l’interesse della collettività, con il costo della vita che continua a salire, con il problema di trovare un lavoro ed uno stipendio dignitosi, e le oggettive difficoltà a progettare un futuro sereno per se ed i propri cari. Ma a cosa porta la perdita di fiducia nel domani? Serve forse a qualcosa alzarsi dal letto la mattina già sconfitti? Per quanto la stanchezza sia comprensibile, affrontando le difficoltà in questo modo difficilmente potremo ottenere un cambiamento.
Per cambiare realmente le cose ci vorrebbe una vera rivoluzione culturale. Se è vero che c’è un problema, è vero anche che troppo spesso non siamo allenati abbastanza per affrontare al meglio le difficoltà; non siamo abituati a focalizzarci sulla ricerca delle soluzioni. Conosco personalmente decine di persone che, pur cresciute in quartieri difficili, pur avendo vissuto mille difficoltà, hanno trovato una strada per riscattarsi, per riuscire a vivere meglio. Perché mai andiamo sempre a guardare chi non ce l’ha fatta? Certo, sono molto più visibili, sono la maggioranza… Ma se ci fosse al mondo anche soltanto uno ad essere riuscito a farcela, non potrebbe valere la pena di cercare di capire come abbia fatto? Ha avuto fortuna? Conosco ragazzi e ragazze che hanno iniziato a lavorare a 16 anni, a 18 anni… hanno fatto mille lavoretti. Sono stati sfruttati, sottopagati, ma avevano ben chiari i propri obiettivi… Oggi sono imprenditori, hanno realizzato qualcosa, hanno creato posti di lavoro, hanno migliorato un pochino il posto dove vivevano. E sono partiti senza una lira in tasca. Ne ho conosciuti tanti. Da Nord a Sud. E sapete cosa avevano tutti in comune? Non hanno mai perso la speranza. Hanno sempre avuto fiducia in se stessi. Hanno perseverato, hanno imparato dagli errori. Hanno superato con determinazione ed impegno ogni difficoltà. Ne conosco anche molti che non ce l’hanno fatta, che si sono arresi alle mille difficoltà incontrate. Guardiamo entrambe le situazioni; analizziamo con obiettività quanto accaduto; facciamo tesoro dell’esperienza altrui.
Osservando con attenzione le persone che ottengono risultati, potremmo notare una caratteristica comune. Un elemento imprescindibile se si vuole davvero migliorare le cose. L’ottimismo è una costante in ogni individuo di successo, in ogni campo. Non manca mai. Fiducia, speranza, sogno, sono un denominatore che accomuna ogni persona che raggiunge grandi risultati. Madre Teresa di Calcutta era ottimista. Credeva che anche in quella miseria, in quel degrado potessero sbocciare dei fiori. Ed ha cambiato la vita a migliaia di persone. Ghandi era un ottimista; per il suo popolo vedeva possibile solo la libertà, così come Martin Luther King, e per arrivare ai nostri giorni, anche Nelson Mandela, che ha sconfitto l’apartheid, Muhammad Yunus, il fondatore della Grameen Bank, premio Nobel per la Pace, e tanti altri. Hanno sofferto, hanno lottato, ma non hanno mai perduto la speranza. L’elenco potrebbe continuare all’infinito. Ed è fatto anche e soprattutto da tanti “normali” ottimisti; da persone che vivono in serenità il proprio quotidiano raggiungendo ogni giorno tutti quei piccoli grandi risultati che permettono di vivere bene, di migliorare. Sanno come affrontare gli ostacoli, i problemi, le difficoltà. Sanno reagire in maniera responsabile a tutto quello che gli accade. Prendiamo esempio da loro, osserviamo come fanno a superare le crisi ed i momenti difficili. Diventiamo cacciatori di ottimisti. Andiamoli a scovare. Piccoli grandi eroi del quotidiano che hanno scoperto il segreto per vivere meglio. Sono loro, con il loro esempio, a indicarci la via. Sta a noi decidere di seguirla.
Il nostro futuro dipende dalle scelte che facciamo. Oggi. Giorno per giorno. Lasciati andare, vivi al massimo delle tue possibilità l’oggi, attendi con fiducia il domani. Lo stress diminuirà e la vita diventerà ogni giorno sempre più bella.

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