La partecipazione delle persone alle decisioni dell'azienda si colloca al cuore della gestione delle organizzazioni.

La recente evoluzione della gestione delle risorse umane nelle organizzazioni testimonia un progressivo spostamento dai tradizionali metodi gerarchici di comando-e-controllo verso metodi più partecipativi di coordinamento.

Nel tradizionale modello fordista, infatti, si dava scarsa rilevanza allo sviluppo delle competenze dei lavoratori e alla loro partecipazione alle decisioni aziendali. La gerarchia presupponeva la separazione tra chi prendeva le decisioni e chi le eseguiva, mentre le attività erano parcellizzate e standardizzate per promuovere l’efficienza.

Questo modello, che ha dominato la pratica organizzativa (e in molte aziende la domina ancora), ha però lo svantaggio di creare organizzazioni troppo rigide. Tutte queste gerarchie nel prendere decisioni, nel coordinare le attività e nel controllarle causano forme di resistenza da parte dei lavoratori (basso impegno, assenteismo, boicottaggio, ecc.) che aumentano all'infinito la necessità di ulteriori controlli.

L’accresciuta varietà e dinamicità dei mercati, le tecnologie e gli ambiti concorrenziali spingono, invece, verso una maggiore flessibilità strategica e operativa delle strutture organizzative. Aumenta, quindi, la necessità di relazioni più collaborative con i lavoratori, così da poter affrontare prontamente le incertezze dell’ambiente esterno e interno.

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