MOVIMENTO PER L'INDIPENDENZA DELLA SICILIA
fondato nel 1943


- CUMUNICATU STAMPA -

PARTE IL BOICOTTAGGIO ANTIREPRESSIONE NEL 726° DEL VESPRO SICILIANO

Sono riprese, con la copertura dei media ufficiali cinesi che parlano addirittura di armi in copiose quantità nascoste nei monasteri tibetani, le violenze atte a reprimere la legittima richiesta di libertà da parte del Popolo Tibetano, oppresso e represso dal regime imperialista cinese.
Decine, centinaia di morti, feriti, arrestati, rei solo di aver impugnato una bandiera e di averla fatta sventolare.

Il Movimento per l'Indipendenza della Sicilia, vicino e solidale ai fratelli tibetani in lotta per l'indipendenza, non si associa al silenzio dietro cui lo Stato Italiano e i suoi partiti, impegnati nella consueta pantomima elettorale, preferiscono celarsi per paura ed interesse, molto interesse.

Pur iniziata nei giorni scorsi, da oggi parte ufficialmente la campagna di boicottaggio di tutti i prodotti ed i negozi cinesi. Questa è la risposta dei siciliani stanchi di violenze ed imposizioni. Il Tibet come la Sicilia, la Cina come l'Italia. Tanto, quest'ultima, da essere sostanzialmente complice dell'invasione cinese che sta duramente colpendo l'economia ed il tessuto sociale siciliano. Complice la mafia italiana, ed il proliferare selvaggio di ipermercati ed affini, esercenti cinesi si stanno impadronendo progressivamente di tutti gli esercizi delle nostre città, sottraendo opportunità lavorative, produttive, e di sviluppo, con una massiccia iniezione di popolazione restia ad integrarsi, ma ben disposta ad imporre le proprie "norme non scritte", i propri stili, finanche la propria violenza.

La stessa violenza che si rivolge efferata sugli inermi monaci tibetani. Prodotta dallo stesso regime che ha l'arroganza di organizzare quell'altra pantomima ancora definita "Giochi Olimpici" ma che dello spirito olimpico più nulla ha, sostituito dal "prestigio internazionale" (ma noi lo definiremmo piuttosto "imperiale") e soprattutto dal capitalismo incontrollato.

La nostra protesta, che avrà termine solo quando la situazione andrà incontro ad una decisiva svolta positiva, non vuole, sia chiaro, essere un atto di ostilità contro il Popolo Cinese e la sua millenaria civiltà, ma anzi a favore di esso, che per primo è minacciato da ciò che intendiamo senza infingimenti combattere: quell'establishment imperialistico che tanti, troppi alleati, impliciti ed espliciti, trova nella cosiddetta "comunità internazionale".

Si pensi ad esempio ad un altro popolo, quello dello Zimbabwe, che nonviolentemente e democraticamente ha, nelle scorse ore, deciso di mettere alla porta il dittatore Robert Mugabe, il quale trova proprio sponda nella Cina (oltre che nel Venezuela e poche altri stati "amici") nel tentare di negare l'evidenza dei fatti, cosa di cui i media di regime cinesi sono maestri (e di oppressione mediatica in Sicilia ne sappiamo più che qualcosa). Il nostro cuore e la nostra lotta sono anche quelli per un Zimbabwe libero e rigoglioso, dove violenze e repressione diventino presto un ricordo.

Questo, lo diciamo in un giorno particolare e "sacro" per la Nazione Siciliana: iniziò infatti fra il 30 ed il 31 marzo 1282, sul sagrato della Chiesa di S.Spirito a Palermo, la rivoluzione indipendentista del Vespro che, nell'arco di 90 anni, vedrà il Popolo Siciliano lottare, praticamente da solo e con le proprie forze, e trionfare contro una forza multinazionale canaglia, finalizzata a reprimerne l'identità, la libertà, la statualità, l'indipendenza.

In questo 726° anniversario noi siciliani indipendentisti rinnoviamo il nostro impegno alla lotta, di principio convintamente nonviolento, per la libertà del nostro popolo e di tutti i popoli repressi, certi della crescente forza e sostegno che giungono quotidianamente al Movimento per l’Indipendenza della Sicilia, il movimento dei siciliani orgogliosi e liberi.

Catania, 31 Marzu 2008

A cura dell'Ufficio Stampa, Comunicazione e Propaganda del M.I.S.

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