Sono quattro i video - visibili sia in televisione sia in rete - che hanno per oggetto un italiano medio (l’attore Olli Dittrich), caratteristico per il suo gesticolare buffo ed esagerato, da macchietta, da caricatura. Ogni video segna un carattere. Abbiamo il macho, un po’ mentitore, un po’ ruffiano che scodinzola come un cane dietro ad ogni femmina bionda che passa. Abbiamo il truffatore: un amico gli telefona per avere un televisore e costui, per “amicizia” gli rivende al prezzo maggiorato uno di quelli che stanno attorno a lui in negozio. Abbiamo l’imbroglione: “Mentre i tedeschi comprano i televisore, gli italiani comprano gli arbitri”. Via di questo passo. Come ogni estate da qualche anno a questa parte comincia in Germania la campagna antitaliana. Due anni fa, in occasione dei mondiali di calcio, capofila del nazionalismo teutone era lo Spiegel, il quale, in una raffinata serie d’articoli, destinati ad un pubblico scelto e intellettuale, spiegava come gli italiani fossero ladri, truffatori ed imbroglioni. Rafforzava la televisione pubblica Ard consigliando di non consumare nei ristoranti italiani. L’anno scorso, in occasione della strage di Duisburg, fu la volta della stampa - boulevard. La Bild Zeitung raccontava come gli italiani fossero, per di più, anche mafiosi. Stavolta è l’apparato di pubbliche relazioni di una grande multinazionale della distribuzione che pesca nel fondo del pregiudizio peggiore, più schifoso, più razzista e più fanatico del Volk tedesco, il tutto per vendere qualche televisore in più. Che fine abbiano fatto decenni di lavoro per creare le basi di una società multietnica, plurilinguistica e interculturale; lavoro portato avanti, qui in Germania, da migliaia e migliaia d’operatori semplici italiani e tedeschi – tra i quali si conta certo anche questo giornale-, non lo sappiamo. Lo diciamo con una certa amarezza. Sappiamo però che, mentre tutti si godono gli spot di Media Markt che anche noi riportiamo a fianco con una traduzione in sottotitolo, a Berlino è chiusa Radio Multikulti, che trasmetteva in lingue varie, tra l’altro anche in italiano. Sappiamo che, mentre qualche anno fa, gli italiani erano ‘simpatici’, ora simpatici lo sono di meno, molto di meno.

Mauro Montanari


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