Monografia di un autore metafisico.

Vi ricordate la triste melodia, uscita dalla mente ispirata del maestro Badalamenti, che vi ha sicuramente turbato agli inizi degli anni Novanta… ricordate la dolce Laura Palmer e il malefico, spaventoso Bob. Che fine avranno fatto i personaggi di Twin Peaks?… Vagano ancora come spettri nel Great Northern Hotel in attesa di continuare il viaggio o hanno seguito l’agente Cooper nella surreale Red Room? Una cosa è certa, resteranno sempre vivi nella mente dei fan di David Lynch!!!
Lynch il regista del “viaggio”, capace di angosciare, spaventare e allo stesso tempo emozionare ed intenerire. Chiunque cerchi di seguirlo prima o poi si perde nella vasta terra solitaria della sua mente, toccando il nulla e ritornando giù, sotto terra, nel più profondo ed oscuro dei posti, dove si nascondono le copie di noi stessi, unicamente dedite al Male.
Finalmente qualcuno ha dedicato una intera monografia a questo grande regista, che continua a sorprenderci. Basti pensare che Inland Empire è il primo film che ha girato in video, abbandonando quindi la pellicola, e lo ha fatto con una camera a mano nervosa e a tratti schizofrenica.
La monografia di cui vi parlo, in cui convergono saggi scritti da eminenti esperti di cultura cinematografica provenienti da tutto il mondo, è il primo numero di una nuova collana intitolata MOVIEMENT. E’ interessante perché vi sono saggi mai tradotti in lingua italiana, ma soprattutto perché guarda al futuro, guarda alla nuova vera arte, la “Settima”.


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