Eboli sarà il centro di un’importante avvenimento culturale con rilevanza nazionale, durante la manifestazione " L'Arte con Noi ", che si svolgerà dal 12 al 26 settembre 2009 presso il Museo Archeologico Nazionale di Eboli, sono stati programmati tre diverse serate a tema. Per il giorno 19 settembre alle ore 19,00 gli organizzatori propongono il convegno dal tema " Il Castello Colonna di Eboli un patrimonio da recuperare". Questo argomento particolarmente interessante è stato al centro di innumerevoli incontri dai quali la responsabile Dora Liguori ha tratto il suo pensiero che così ci sintetizza: “ Da alcun tempo si sente parlare (non ultimo anche dal nostro presidente della Repubblica) circa l’insediamento e i lavori di un comitato celebrativo del cosiddetto nostro “Risorgimento”, del quale comitato, ci sfuggono ancora fini, compiti e intendimenti. Infatti, con tutta la buona volontà possibile, riteniamo davvero improvvido, oltre che offensivo per l’intero Sud, se detto comitato intendesse festeggiare i 150 anni di un processo unitario che ha visto la sua compiuta realizzazione proprio attraverso una dolorosissima e quanto mai violenta invasione del Meridione ad opera dei Savoia. Qualora questi fossero davvero i fini del comitato tanto varrebbe allora promuovere un comitato per celebrare l’invasione, nel ‘39 della Polonia da parte di Hitler, e perché no, sempre seguendo questa logica (e chiedendo scusa agli ebrei), festeggiare la sofferenza e lo sterminio ebraico. Né deve sorprendere simile paragone, apparentemente irrispettoso, poiché non è sostituendo il nome di Hitler con quello di Vittorio Emanuele II che cambia la sostanza distruttiva di un’invasione. E neppure potrebbero esistere sofferenze e lager degni di memoria e rispetto ed altri da destinare ad un oblio interessato quanto offensivo (i lager Savoia nel novarese, ove furono deportati e morirono migliaia di meridionali, rappresentarono un “illustre precedente” di quelli di Hitler). Ciò premesso e, almeno al lume del buon senso, acclarato che tornerebbe inopportuno parlare di festeggiamenti ci coglie il dubbio che il citato comitato, all’interno dei suoi lavori, voglia celebrare il compiersi, nel 1861, del cosiddetto “processo risorgimentale”. Ma anche in questo caso ci tornerebbe gradito apprendere a quale tipo di risorgimento intende riferirsi il comitato medesimo: forse a quello figlio diretto dell’illuminismo e dei processi libertari della “Rivoluzione francese”, per intenderci gli ideali che appartennero ad un Cattaneo o parlando del Meridione al povero Pisacane, o purtroppo a quel Risorgimento del quale abilmente seppe appropriarsi Cavour a sostegno degli interessi dell’indebitatissimo Piemonte e di una casa regnante, quella dei Savoia, sull’orlo della bancarotta e pertanto, senza la conquista del Sud ( o meglio del suo oro) condannata all’estinzione? E’ probabile che nessuno vorrà fornirci le richieste delucidazioni, nel frattempo, però, con intento assolutamente propositivo anche noi vorremmo avanzare l’idea di un comitato che, finalmente senza infingimenti, e con la stessa serietà già avuta dagli storici stranieri, ci riconsegni il fenomeno risorgimentale nella sua realtà storica (da introdurre soprattutto nei testi scolastici italiani). Una verità che, anche se resa nella sua crudezza, non potrebbe in alcun modo nuocere a ciò che il risorgimento davvero fu e rappresentò: il vero portatore di grandi ideali e di valori libertari. Valori che non prevedevano affatto invasioni, lager o quant’altro ma solo libera scelta di un’unione, magari di tipo federale, degli Stati della penisola italiana. Unione che, per intendersi, doveva avvenire attraverso il ragionamento e la condivisione di ideali comuni verso un processo di liberazione, non solo dall’Austria, ma da tutte le monarchie e i vari ducati, non costituzionali, presenti sul territorio. Infine quello che andiamo a proporre dovrebbe essere un comitato che più che perpetrare ridicoli falsi aprisse un discorso sul rispetto che sino ad oggi ci appare assolutamente eluso verso quello che fu un grande movimento di pensiero e che invece, venne tradito proprio da alcuni dei cosiddetti “Padri della Patria”, quelli che oggi si vorrebbero celebrare. Costoro, per bassissimi interessi economici, stravolsero il pensiero liberale, e provocarono morte e devastazioni e migliaia di incolpevoli vittime, prioritariamente al Sud dell’Italia, senza dimenticare anche le vittime che non mancarono al Nord, costretto a combattere e sedare nel sangue la dura reazione di quelli che, prima, erano stati definiti i fratelli da liberare”. Dopo questa interessante dichiarazione che rimarrà nelle menti di tutti i cittadini del Sud, Dora Liguori vi aspetta al convegno per meglio approfondire l’argomentazione di cui è ambasciatrice.
Alessia Saggese

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