Il sensitivo viene solitamente definito come una persona in gradi di percepire e vedere il prana, vale a dire le energie vitali che avvolgono i corpi di uomini, animali e piante. In linea di massima si suole definire sensitivi anche il chiaroveggente, il telepatico, il medium, il cartomante e molti altri ancora. Esiste però una differenza sostanziale che non si può non prendere in considerazione; mentre questi ultimi pur essendo dotati di particolari doni sono in grado solo di fornire un determinato servizio, il sensitivo pranico  è in grado di percepire il prana dei corpi animali e vegetali. In più il sensitivo pranico è in grado di percepire non solo l’energia pranica che avvolge i corpi ma anche di interagire con il prana stesso riuscendo a modificare il flusso di energia.
Con un po’ di esperienza il sensitivo pranico è anche capace di vedere l’aura, ovvero l’energia che avvolge tutti i corpi umani, può modificarne il colore e determinarne lo stato di purezza o di contaminazione.
I più pratici sono in grado di percepire la bontà, l’irritabilità o la calma della persona in oggetto di analisi. Le persone che sono dotate di questa particolare capacità sono molte, ma la gran parte di queste non sono capaci di percepire e di utilizzare questo particolare potere. Soltanto dopo alcuni anni di pratica e di esperienza è possibile percepire questa capacità, per poi essere in grado di utilizzarla al meglio. I sensitivi pranici più esperti sono capaci di percepire anche la più piccola variazione pranica, e essere anche in grado di coinvolgere l’intero corpo fisico, ampliando in questo modo i propri poteri.
In tal modo il corpo del sensitivo si trasforma in una specie di accumulatore di energia, in modo tale che quando decide di aiutare una persona è capace di assorbire l’energia di altri corpi e di individuarne con più semplicità i disturbi. Tutti i disturbi, sia di origine traumatica che psichica vanno a formare una specie di nodo pranico che ostacolano le diagnosi della medicina tradizionale. Capita infatti che quando l’energia pranica non scorre come dovrebbe, va a depositarsi su quelli che sono gli organi più sensibili e delicati accumulandosi progressivamente fino a che l’organo colpito non riesce più a rispondere a stimoli determinati.
Ci sono poi altri casi in cui l’energia pranica scorre sull’organo malato in maniera molto più veloce causando in questo caso un residuo di energia, lasciando in questo modo l’organo privo di energia pranica. 

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