Su iniziativa della senatrice Bonfrisco e dei parlamentari Emma Bonino, Paola Concia, Sandro Gozi e Francesca Marinaro, decine e decine di deputati e senatori italiani, francesi, tedeschi e spagnoli, assieme ad eminenti personalità italiane ed europee, hanno inviato una lettera al Presidente del Consiglio europeo Van Rompuy in merito alla nomina di un nuovo membro del Comitato esecutivo della Banca centrale europea.
Anna Cinzia Bonfrisco pari opportunità
Testo integrale della lettera inviata al Presidente del Consiglio Europeo Van Rompuy pubblicata su ilsitodelledonne.it.
Signor Presidente, Roma- Parigi-Berlino-Madrid, 19 novembre 2012
la nomina da parte del Consiglio europeo di un membro del Comitato esecutivo della Banca centrale europea, in base alla procedura prevista dall’articolo 283 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea, merita un’attenzione particolare se, attraverso tale nomina, gravi aspetti di legittimità democratica vengono messi a rischio, provocando così un divario sempre più ampio tra istituzioni e cittadini europei.
In primo luogo, si tratta di mettere in atto un elemento essenziale dei valori stabiliti dall’articolo 2 del Trattato sull’Unione europea che fa riferimento ad una società caratterizzata dall’uguaglianza tra uomo e donna, ulteriormente rafforzato dall’impegno dell’Unione nella promozione di questa uguaglianza dall’articolo 3 e dall’attuazione di questo principio dall’articolo 157 del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea. Questi valori sono confermati dall’articolo 23 della Carta come legalmente vincolanti per le istituzioni dell’Unione nonché per gli Stati membri nell’attuazione di norme derivanti dal diritto comunitario.
Come Lei sa, oltre alle prescrizioni previste dai Trattati, questo principio è stato alla base di un numero importante di decisioni della Corte di Giustizia che ne ha fatto uno dei perni della società europea e, di tutta evidenza, anche se il Consiglio europeo decidesse di nominare una donna tra i sei membri del Comitato esecutivo, questo principio non sarebbe che marginalmente rispettato.
Ma il conflitto aperto tra i due rami dell’autorità decisionale va ben oltre la questione del principio di uguaglianza tra uomo e donna e assume un significato istituzionale maggiore alla vigilia di dibattiti fondamentali sull’avvenire dell’Europa. Pertanto, sarebbe inaccettabile se questo conflitto venisse chiuso con un atto di arroganza da parte del Consiglio dell’Unione, poi ratificato da una maggioranza dei membri del Consiglio europeo.
Si tratterebbe in questo caso di un atto di grave mancanza di considerazione nei confronti della democrazia rappresentativa e siamo convinti che la Commissione europea, da parte sua, nel suo ruolo di custode dei Trattati e quindi di sorvegliante della corretta applicazione del diritto dell’Unione, ed essendo da sempre molto attenta al rapporto di fiducia con il Parlamento europeo, non farà mancare il proprio sostegno all’azione dei deputati europei.
Per quanto ci riguarda, indirizzeremo una comunicazione urgente ai nostri rispettivi governi per chiedere loro di non associare il proprio voto ad una decisione che va contro il parere del Parlamento europeo concorrendo, ove necessario, a creare una minoranza di blocco.
Le chiediamo dunque di avviare subito un dialogo costruttivo con il Parlamento europeo al fine di trovare un accordo sulla nomina di una personalità femminile con riconosciuta autorità ed esperienza professionale nel settore monetario e bancario.
Distinti saluti

1 commenti:

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