Giulianova, 19 giugno 2013 – Ancora delle entusiasmanti scoperte scientifiche a firma di Dante Di Pompeo. L'autodidatta ricercatore giuliese, che da anni segue con passione l'evoluzione della Terra ed i segreti conservati nel corso dei millenni, ha intrapreso un nuovo percorso focalizzato sui materiali custoditi su fondali di mari estinti. Grande alleata di Dante Di Pompeo è la silice che nel corso dei secoli ha inglobato e preservato la meiofauna vissuta a quelle profondità e scomparsa insieme a quanto in esso contenuto. Grazie ai potenti mezzi messi a disposizione dalla tecnologia più avanzata, oggi l'uomo è in grado di ammirare la microfauna (foraminiferi ed altro) che almeno 50-60 milioni di anni fa popolava quelle distese d'acqua non più esistenti. Ciò che oggi è possibile osservare è costituito da elementi diversi e spesso trasparenti, nella maggior parte dei casi una sabbia molto sottile contenente esemplari di coloratissimi biotopi che vengono evidenziati al microscopio grazie alla limpidezza del materiale in esame. Tra l'altro è possibile distinguere la composizione delle varie concamerazioni, i collegamenti interni e persino l'habitat della cellula. A volte vengono rinvenuti dei piccoli esemplari davvero belli che, se accuratamente utilizzati come monili, potrebbero aprire una nuova frontiera nel campo degli ornamenti femminili di pregio. Ma la più recente rivelazione di Dante Di Pompeo è costituita da un'altra affascinante pagina di storia custodita tra i sedimenti di un mare estinto. Si tratta della "lumaca cacciatrice", esemplare della grandezza di mezzo centimetro conservato all'interno di strati di roccia pliocenica. Una testimonianza di esseri vissuti cinque milioni di anni fa con una peculiarità davvero rara: bocca a trombone espanso a 360° perfettamente circolare con appendici sensoriali esterne utilissime per la cattura delle vittime. Insomma, una terribile predatrice. In riferimento alle ultime scoperte effettuate Dante Di Pompeo sottolinea: "Sugli antichi fondali marini, ora terraferma, si rinvengono spesso creature che lasciano allibito il ricercatore, ma purtroppo la conoscenza di tanti aspetti legati a tali scoperte non abita qui da noi. C'è poco interesse a studiare da dove veniamo".
                                                 
                                              Alfonso Aloisi


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