Buoni fruttiferi postali: Poste Italiane condannata dal Tribunale di Lecce a pagare l’intero importo previsto all’emissione. Il giudice togato dell’Ufficio giudiziario salentino emette il primo ricorso per decreto ingiuntivo esecutivo su ricorso di un cittadino che si è rivolto allo “Sportello dei Diritti” Un’importante vittoria dello “Sportello dei Diritti”, sull’annosa questione dei Buoni Fruttiferi Postali da riscuotersi. Il Tribunale di Lecce nella persona del magistrato togato dottor Pietro Errede in data 20 novembre, ha accolto il primo ricorso per decreto ingiuntivo noto sul territorio nazionale in materia, concedendo anche la provvisoria esecutorietà del titolo. La vicenda trae origine dall’acquisto da parte del nonno della ricorrente nel lontano 07.01.1984, di un Buono Fruttifero Postale trentennale d’importo di valore nominale pari a 500.000 lire emesso presso l’Ufficio Postale di un paesino della provincia di Lecce delle “Poste e Telecomunicazioni” (oggi Poste Italiane S.p.A.). Alla scadenza prevista la nipote, una bambina all’epoca dell’aquisto, indicata quale beneficiaria del titolo, si recava presso l’ufficio suindicato per chiedere il pagamento dell’importo che doveva essere liquidato alla scadenza che sarebbe dovuto essere pari a 17.329.651 di vecchie lire, con controvalore pari a 8.951 Euro. Il direttore dell’ufficio di provincia opponeva la disponibilità a liquidare solo la metà dell'importo, in ragione del famigerato decreto ministeriale 148 del 1986, noto come Gava-Goria, secondo cui con effetto retroattivo e in spregio a quanto indicato nei Buoni Fruttiferi, venivano dimezzati rendimenti anche per quelli emessi dal 1974 in poi. La cittadina, quindi, non demordeva e si rivolgeva allo “Sportello dei Diritti”, che da anni continua ad affrontare una battaglia di giustizia e legalità per la tutela dei risparmiatori che hanno optato per l’acquisto di Buoni Fruttiferi Postali contro l’ingiusta e illegittima volontà manifestata da Poste Italiane di pagare importi solo pari alla metà di quelli previsti alla sottoscrizione. Il giudice del tribunale di Lecce ha ritenuto fondate le motivazioni addotte dalla risparmiatrice assistita dall’avvocato Donato Maruccia e ha, di fatto condannato Poste Italiane a pagare l’intero importo di euro 8.951 a fronte delle 500mila lire versate all’atto dell’acquisto, oltre ad interessi, onorari e spese di procedura. Significativo, peraltro, che il decreto ingiuntivo sia anche stato dichiarato, dallo stesso magistrato, provvisoriamente esecutivo, con ciò consentendo alla cittadina di poter procedere coattivamente per il recupero del dovuto. Per Giovanni D'Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti”, si tratta di un precedente molto importante perché rende giustizia a coloro che si sono sacrificati una vita per risparmiare somme anche molto ingenti e non si sono visti rimborsare quanto promesso allo scadere con gli interessi effettivamente maturati. Al contempo, invitiamo tutti coloro che sono in possesso di Buoni Fruttiferi Postali scaduti, a non perdere tempo perché vi è il concreto rischio di perdere per sempre gli investimenti di una vita se non si agisce entro il giusto termine perché la prescrizione del diritto è dietro l’angolo e né Poste Italiane né Cassa Depositi e Prestiti avviseranno voi o i vostri, nonni, genitori e vecchi zii che quel foglietto di carta conservato in un cassetto indicante una cifra in vecchie lire può rappresentare un tesoretto che perderete per sempre.

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