Il caviale dei poveri: la rosamarina calabrese.

<div><br /><br /><div align="center"><strong><em>Cosa è e dove acquistare questa chicca tutta calabrese.</em></strong></div><br /><br /><div align="center"><strong><em>Avvertenze d’uso: diffidare tassativamente dalle imitazioni!!</em></strong></div><br /><br /><div align="center"><strong><em></em></strong></div><br /><br /><div align="justify"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrDcSI1DUfs1Uib_PWuKGthwFsfQy-N8R7WyGZnFF4261NXRTUiKvVvnACv8nRuiHT7XrRiepUBYSZqZoOqKzuIx8QnkJLuleazWO5VERKkDfjbm8dtogpZWJPsWI7fzS7UsGIG4iXyl9j/s1600-h/rosa.gif"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5315213304314780914" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjrDcSI1DUfs1Uib_PWuKGthwFsfQy-N8R7WyGZnFF4261NXRTUiKvVvnACv8nRuiHT7XrRiepUBYSZqZoOqKzuIx8QnkJLuleazWO5VERKkDfjbm8dtogpZWJPsWI7fzS7UsGIG4iXyl9j/s320/rosa.gif" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 252px; CURSOR: hand; HEIGHT: 166px" /></a></div><br /><div align="justify"><em>Per i più si chiama rosamarina, per altri sardella salata, alcuni ancora la conoscono come garo, bianchetto, o mustica, altri infine la definiscono come il caviale calabrese. Comunque la si nomini, si tratta in ogni caso dell’originale preparato proveniente dai mari di quella regione, punta di diamante dei prodotti tipici della gastronomia calabrese, acquistabile anche presso </em><a href="http://www.saporidellasibaritide.it/"><em>siti di commercio elettronico</em></a><em> di quelle zone. </em></div><div align="justify"><em><br />La sua disponibilità, anche in rete, non è sempre garantita, in quanto la originale rosamarina, come fortemente sottolineato dai relativi produttori e commercializzatori della referenza, è pesantemente vincolata dal fermo biologico, vigente in particolari periodi dell’anno, dato che la ricetta madre richiede che si utilizzi “tassativamente” neonata di mare calabrese (in genere sarde ed acciughe) e visto che il menzionato stop alla pesca è opportunamente imposto per garantire il ripopolamento della fauna ittica. </em></div><div align="justify"><em><br />Tale vincolo di pescaggio pone notevoli problemi di redditività per le tante aziende ittiche, prevalentemente a conduzione familiare, le quali, mediante la commercializzazione del prodotto, riescono ad ottenere un adeguata fonte di sostentamento, e considerato che, tra impiegati diretti ed indotto, coinvolge ed interessa migliaia di addetti della Calabria. Ecco dunque che sovente ne è stato sollecitato dalle popolazioni il prolungamento del periodo in cui l’attività di pesca è lecitamente ammesso, richiedendosi adeguati provvedimenti straordinari in materia. La stragrande maggioranza dei pescatori esercita, infatti, la piccola pesca artigianale a strascico, storicamente utilizzata nella pratica del novellame, ma che nel contempo crea indubbi disagi e disfunzioni nell’eco-sistema marino. </em></div><div align="justify"><em><br />Sicché occorrerebbe opportunamente studiare una soluzione che contemperi e medi le contrapposte esigenze: quelle legittime dei pescatori, che nel prodotto trovano una essenziale fonte di mantenimento per le famiglie; e quelle più che giuste del rispetto e della tutela dell’ ambiente marino. Tuttavia, per come attestato dalla ricerca scientifica, la relativa pesca non minaccia affatto l’equilibrio riproduttivo di altre specie, in un periodo in cui si manifesta una grande abbondanza di pesce azzurro, che, se scarsamente remunerativo in taglia adulta,raggiunge nella forma giovanile un elevato pregio e valore commerciale. Giustificata, dunque, nella cultura popolare calabrese, l’attestazione di “caviale”, tanto da assurgere a vera e propria tipicità tradizionale nazionale, come attesta l’inserimento della rosamarina calabrese nell’elenco dei prodotti tipici stilato dal ministero delle Politiche agricole e forestali. </em></div><div align="justify"><em><br />Disponendo della materia prima, con tutta l’esperienza e secondo il più ferreo rispetto della tradizione ittica, questa viene opportunamente lavata in acqua dolce, riposta su ripiani di marmo, adeguatamente immessa in salamoia entro recipienti di terracotta (terzaruli) per alcune settimane, amalgamata con peperoncino rosso macinato (all’occorrenza, dolce o piccante), e confezionata in opportuni vasetti. Il relativo composto si presenta, così, come una pasta di colore rosso, odore intenso, sapore più o meno piccante. Pronta per l’uso, si conserva per un periodo, in genere, discretamente lungo ( 6/12 mesi), mantenendola a temperature fresche. </em></div><div align="justify"><em><br />La originalità e squisitezza della rosamarina, che spinge tendenzialmente verso una latente domanda da parte del mercato in ogni periodo dell’anno, ha fatto sì che anche per questa referenza si sia, inopportunamente, provveduto a creare un mercato del “falso” o del “taroccato”. Si ricorre, infatti, ad offrire un prodotto simile, ma che poco o nulla a che vedere con quello indigeno della Calabria, utilizzando pesce di provenienza asiatica (Cina), in particolare neosalanx tangkahkeii o pesce ghiaccio di acqua salmastra dolce. Ma per i buongustai del caviale dei poveri non esiste problema, la differenza in termini di gusto e di sapore è facile da individuare. Per i curiosi della buona cucina, invece, vale la regola di chi sa ben acquistare: occhio all’etichetta!! </em></div><em><div align="justify"><br />P<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYFdv2QQqTzQtvewEaiQSZ2Yj6ygUtmCE7SGt3D6CLD-nXd_LiEvH8g-s7dtZVANZsR9xTQy03seCOHOvQeACbF0r1Tdvanv_l2j5nK2kY9NPrQUd9AxnYqwxeCCsNiSdRt1b-12dJYMBs/s1600-h/rosa+sul+pane.JPG"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5315213558823315378" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjYFdv2QQqTzQtvewEaiQSZ2Yj6ygUtmCE7SGt3D6CLD-nXd_LiEvH8g-s7dtZVANZsR9xTQy03seCOHOvQeACbF0r1Tdvanv_l2j5nK2kY9NPrQUd9AxnYqwxeCCsNiSdRt1b-12dJYMBs/s320/rosa+sul+pane.JPG" style="FLOAT: right; MARGIN: 0px 0px 10px 10px; WIDTH: 232px; CURSOR: hand; HEIGHT: 170px" /></a>er quando riguarda le modalità più opportune per gustare questa sciccheria gastronomica, i siti di </em><a href="http://www.saporidellasibaritide.it/scheda.asp?id=127"><em>commercio elettronico</em></a><em> che commercializzano il prodotto “originale”, per come sopra inteso, propongono delle vere e proprio chicche d’uso nelle relative schede tecniche, spaziando dall’utilizzo su crostini e bruschette, per originali antipasti,condendola preventivamente con dell’olio, affinché questo possa assorbire parte del sale utilizzato nella preparazione, e magari un po’ di cipolla sminuzzata finemente; ovvero sulla pizza; o ancora integrando e rendendo alternativa la classica pasta, aglio ed olio. </em></div><div align="justify"><em><br />Non c’è che dire, un caviale tutto da provare, ma a prezzo certamente più abbordabile rispetto al suo decisamente più rinomato omonimo.</em></div></div>

Il caviale dei poveri: la rosamarina calabrese.

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Caramelle alla liquirizia: la calabrese Amarelli

<div align="center"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMfUHsCgvg9FE0jl82GZ2V_ADC35UpB_BSt4grG_Yz7Jk4gAItnts6tucJ1ZwrtBuxVONg8e2RQJU__pvZoXNS7pJ9egWdnV_Ekl0HRkV2MCWsckErEFRpu0rZT3URdIYEStFtGDIfdTxk/s1600-h/liquirizia.jpg"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5309651043742749634" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiMfUHsCgvg9FE0jl82GZ2V_ADC35UpB_BSt4grG_Yz7Jk4gAItnts6tucJ1ZwrtBuxVONg8e2RQJU__pvZoXNS7pJ9egWdnV_Ekl0HRkV2MCWsckErEFRpu0rZT3URdIYEStFtGDIfdTxk/s200/liquirizia.jpg" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand; HEIGHT: 132px" /></a><br /><em><strong>Opportuno approfondimento su uno dei più rinomati prodotti tipici calabresi</strong></em></div><div align="center"><strong><em></em></strong> </div><div align="center"> </div><div align="justify"><em>In rete vi sono vari </em><a href="http://www.saporidellasibaritide.it/"><em>siti di commercio elettronico</em></a><em> che propongono prodotti tipici calabresi, ma scovando più approfonditamente alcuni di loro fanno della liquirizia Amarelli una apposita famiglia di prodotto, per l’amore che li lega a quella regione, la vicinanza con la fonte di approvvigionamento, la possibilità di scelta nelle varie proposte che l’azienda produttrice offre.<br />La pianta della liquirizia (Glycyrrhiza glabra) è conosciuta ed impiegata da molti secoli e cresce in molti paesi, ma – secondo quanto afferma l’autorevole Enciclopedia Britannica – la migliore qualità di liquirizia “is made in Calabria”.<br /> La storia della relativa trasformazione è molto antica. La famiglia dei Baroni Amarelli si dedica all’estrazione del succo di liquirizia già dal 1500, alternando alla cura del proprio patrimonio agricolo anche un forte impegno militare e culturale. Nel 1731 viene fondato l’attuale “concio” Amarelli, alla cui attività fu dato particolare impulso nel 1800 con il miglioramento dei trasporti marittimi e con i privilegi e le agevolazioni fiscali concesse dai Borbone a queste industrie tipiche.Dal 1840 in poi vi è testimonianza dell’attività di Domenico Amarelli e dei suoi discendenti, fino a giungere a Nicola, che nel 1907 ammodernò la lavorazione con due caldaie a vapore. Da allora la Amarelli ha incrementato sempre più la sua attività, rimanendo erede pressoché unica di una tradizione tipica della Regione Calabria.<br /><br />La gamma dei prodotti comprende tutto quanto si può ricavare dalle radici di liquirizia, svariando e stimolando la curiosità e il palato dei loro internauti:si va,così, dalla liquirizia pura e dal profumo naturale, in tozzetti più grossi (Medaglie) o a pezzetti di più piccole dimensioni, da tenere sempre con se’ per qualunque evenienza (Spezzata e Spezzatina); con l’aggiunta di aroma di anice (Rombetti) o di menta (Favette); alle liquirizie gommose profumate all’arancia della Calabria (Morette); oppure agli accattivanti “bottoncini” aromatizzati alla violetta (Senatori), un gusto unico che si dirama per tutto l’ambiente circostante; o, ancora, ricordando i pastigliacci a forma di macchinine , di pesciolini o altre strane forme, di una infanzia più o meno lontana (Assabesi); ed infine, delizie per i più piccini, la liquirizia confettata (Bianconeri) , o quella celata in opportune pietruzze di mare (Sassolini).<br /><br />E che dire, poi, se il gelato fatto in casa, o da specializzate “gelaterie”, utilizza la polvere di liquirizia Amarelli, sì da farne una preparazione originale, dal gusto sincero della vera liquirizia calabrese; ovvero utilizzarne un po’ in svariati usi di cucina (ad esempio il risotto allo zafferano,o il classico liquore alla liquirizia), con un connubio dolce/amaro di tutto riguardo?? A richiesta può essere commissionata presso gli stessi portali, e disponibile in virtù di una forte tradizione meridionale, secondo la quale “non si butta via nulla”, neanche gli scarti della lavorazione.<br /><br />La particolare attenzione che la famiglia Amarelli ha dedicato al prodotto ha portato alla inaugurazione di un apposito Museo della liquirizia “Giorgio Amarelli”, inserito in un antico fabbricato di famiglia opportunamente restaurato. Ne è stata voluta fortemente la realizzazione, nel desiderio di presentare al pubblico una singolare esperienza imprenditoriale, nonché la storia di un prodotto unico del territorio calabrese: in mostra preziosi cimeli di famiglia, utensili agricoli, una collezione di abiti antichi e, infine, macchine per la lavorazione della liquirizia, documenti d’archivio, libri e grafica d’epoca. Interessante ed allettante è la visita che si può svolgere alla struttura, visto che è consentito assistere a buona parte della filiera, dalla estrazione della radice, alla creazione dei filati di liquirizia, alla concreta produzione oltre che, naturalmente, avere opportuna notizia della storia aziendale e delle modalità di coltivazione della radice.</em></div><br /><div align="justify"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgH_vZwFpAPnE7cbireBWCTmbHPisPIG5JCPwOl0iU3h2z511naLN9AnwXYsnpIrKHGIrNVlJd8uGp-8cblZdo3b44Jd0IRQ5nQtTyK3aRDP6vITzPe8cSGN3w5z5IXMbetj8ZNZkd6WIAg/s1600-h/museo-galleria.jpg"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5309650949835518626" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgH_vZwFpAPnE7cbireBWCTmbHPisPIG5JCPwOl0iU3h2z511naLN9AnwXYsnpIrKHGIrNVlJd8uGp-8cblZdo3b44Jd0IRQ5nQtTyK3aRDP6vITzPe8cSGN3w5z5IXMbetj8ZNZkd6WIAg/s200/museo-galleria.jpg" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand; HEIGHT: 134px" /></a><em>Una eventuale opportuna passeggiata in loco denota come si sia creato un riuscito connubio di artigianalità e tecnologia in tutte le fasi di trasformazione, a partire dalla materia prima fino al prodotto finito, considerando che buona parte della stessa avviene nell’antico “concio”, luogo tradizionale di produzione, supportando la stessa con reparti ormai sofisticatamente computerizzati, ma sempre sotto la supervisione del “mastro liquoriziaio”, il quale sorveglia opportunamente il giusto grado di solidificazione dei filati di liquirizia. La pasta densa, lucidissima assume le svariate forme, mediante macchinari all’uopo creati sulla scorta dell’esperienza aziendale, e delle esigenze del mercato.<br /><br />Se ciò serve a stuzzicare la vostra golosità, val la pena ridimensionare la nomea secondo la quale la liquirizia fa aumentare la pressione sanguigna:sarà pur vero, ma come per tutti gli alimenti, basta essere moderati negli usi!! E poi che dire delle sue proprietà terapeutiche contro influenza e raffreddore?? Provare per credere…</em><br /><br /></div><div></div>

Caramelle alla liquirizia: la calabrese Amarelli

Opportuno approfondimento su uno dei più rinomati prodotti tipici calabresi In rete vi sono vari siti di commercio elettronico che propon...

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Olio 100% italiano?? Perché non quello calabrese!!

<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyyKA4vaWLTkM246Dgq3MhEurgKvmGe8N4NTajbGiyTitjUk9pZO2zeMt09j6eyhM6MOcVFVpPeYrdp2PCM-s9-xhzheI1XOWhUq1bHEWo-gYy51KxoDQIe7si_dItNzR5C-0rtM1A0vla/s1600-h/vetrina_olio.gif"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5301828106045958690" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyyKA4vaWLTkM246Dgq3MhEurgKvmGe8N4NTajbGiyTitjUk9pZO2zeMt09j6eyhM6MOcVFVpPeYrdp2PCM-s9-xhzheI1XOWhUq1bHEWo-gYy51KxoDQIe7si_dItNzR5C-0rtM1A0vla/s200/vetrina_olio.gif" style="FLOAT: right; MARGIN: 0px 0px 10px 10px; WIDTH: 205px; CURSOR: hand; HEIGHT: 164px" /></a> <div><div><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgk77kpz34fde4PIqRbamL2l6bX3X0Z-jm4EMNe0Jm7u-FLHRX05vCzhec5EA-f21__DIMfdL9uPPN-p901ZnyRyJZYV4L64fajAnKgaK9xg3WP28UiDTZcYGkx7QSoPHJ9cV2scF5BYAjI/s1600-h/olio.jpg"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5301827641649519442" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgk77kpz34fde4PIqRbamL2l6bX3X0Z-jm4EMNe0Jm7u-FLHRX05vCzhec5EA-f21__DIMfdL9uPPN-p901ZnyRyJZYV4L64fajAnKgaK9xg3WP28UiDTZcYGkx7QSoPHJ9cV2scF5BYAjI/s200/olio.jpg" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand; HEIGHT: 164px" /></a><br /></div><br /><br /><div align="center"><em><strong>Il ritorno al buon olio di casa nostra come risposta alle tante frodi alimentari.</strong></em></div><br /><br /><div align="center"><strong><em></em></strong></div><br /><br /><div align="justify"><em>Gli ultimi controlli effettuati dai varie nuclei e autorità antisofisticazioni alimentari, con contestuali sequestri di partite di prodotti confezionati e pronti per esser posti in commercio anche in regioni (vedi Toscana e Liguria) dalle forti tradizioni “olearie”, hanno riacceso il dibattito sulla opportunità di ritornare a consumare un olio veramente nostrano.<br /><br />Etichette contraffatte, oli di semi colorati ad arte ed indebitamente ed inopportunamente spacciati come oli extravergine, artifici più disparati sul prodotto, hanno affollato le cronache degli ultimi tempi: il tutto con l’obiettivo ultimo, data la contingenza sfavorevole del periodo, di offrire un prezzo concorrenziale sugli scaffali della distribuzione. Tutto ciò induce il consumatore a dubitare fortemente sui prezzi da “gassosa” che contraddistinguono tante referenze, con una criticità, dunque, più accentuata rispetto al passato, che lo spinge a svolgere una attenta analisi della relativa filiera di produzione: ci si è resi conto, insomma, che non regala niente nessuno.<br /><br />Le più recenti normative in materia, in particolare, hanno fortemente facilitato il compito di ricerca sulla origine del prodotto, così come stabilito dal Comitato di gestione olio di oliva della Commissione europea di modifica al regolamento per l'etichettatura dell'olio, imponendo l’obbligo di indicare sulle etichette la provenienza delle olive molite. Si tratta di una svolta storica per l'Europa, che interpreta il bisogno di sicurezza e trasparenza dei cittadini.<br /><br />Sarà un problema di vitale importanza per tante aziende, conosciute come “italiane” e massivamente presenti nella grande distribuzione, ma che in realtà non utilizzano più del 30/40% di olio nazionale nelle loro allettanti proposte.<br /><br />Per fortuna ci sono i prodotti D.O.P., certamente costano qualcosa in più, ma ci garantiscono quella sicurezza alimentare oggi dimenticata dal mondo globale, che fa fatto perdere la gioia del rapporto rispettoso con la terra, l'unica cosa che fa valere il lavoro dei contadini, riconsegnando al consumatore il gusto della buona tavola ed un prodotto sano e prezioso come una volta. </em></div><em><div align="justify"><br />L’olio calabrese, ad esempio, proposto su siti di commercio elettronico di <a href="http://www.saporidellasibaritide.it/catalogo.asp?scat=13">prodotti tipici</a>, che rida il piacere di gustare olio d'oliva verace, attraverso una maggiore conoscenza delle esigenze del consumatore e la vecchia regola del "poco,ma buono".<br /><br />Oli di ottima qualità, gusto schietto e sincero, con caratteristiche date dalla particolare posizione geografica e le perfette condizioni meteorologiche che solo la collina litoranea calabrese è in grado di offrire. Produzioni da oliveti curati secondo l’agricoltura integrata ed a basso impatto ambientale, dalla fioritura sino alla raccolta, con tipologie Meridionali quali la Carolea e la Nocellara messinese, inseriti in appezzamenti di terreno magari corredati da tipici alberi di agrumi della regione. </div><div align="justify">La raccolta inizia precocemente, attorno ai primi di ottobre, con olive ancora verdi o appena invaiate. Le eventuali olive già cadute a terra non vengono raccolte, piuttosto vengono successivamente interrate con la lavorazione, per garantire al prodotto un minimo grado di acidità.</em></div><div align="justify"><em></em> </div><div align="justify"><em>Riguardo alle tecniche di lavorazione delle olive, la raccolta è quella tradizionale, che prevede l'uso di pettini manuali e meccanici con caduta del frutto su reti, dopodiché il raccolto viene posto in cassette da 20 kg. Il sistema più diffuso di estrazione è a ciclo continuo a freddo (T. max 27 ° C), con consequenziale estrazione quotidiana di olio entro 2 ore massimo dalla fine della raccolta in azienda.. Dopodiché l'olio viene opportunamente conservato in contenitori in acciaio inox ed in ambienti freschi, asciutti e lontano da fonti di calore, ad una temperatura compresa tra i 10 e i 18°C. Si provvede al relativo imbottigliamento solo nel momento della contestuale commercializzazione.</em></div><em><div align="justify"><br />In questa situazione ottimale la qualità del prodotto è eccellente, con una bassissima acidità, un gusto decisamente unico e pronto ad essere testato da solo (…come tradizione insegna!!) su di una buona fetta di pane casereccia, mantenendo le sue caratteristiche per circa 24 mesi.</div><div align="justify"><br />Gli stessi portali, ovviamente, non disdegnano l’offerta di oli opportunamente aromatizzati, quali <a href="http://www.saporidellasibaritide.it/catalogo.asp?scat=13">l’olio diavola</a> al peperoncino, o olio santo (come si definiva una volta), da riservare per particolari usi originali in cucina: si usa, infatti, per condire spaghetti, insalate, legumi e frutti di mare. Anche in tal caso, ovviamente, l’importante è che la materia prima utilizzata sia un buon olio italiano e peperoncino tipico calabrese.</em></div></div>

Olio 100% italiano?? Perché non quello calabrese!!

Il ritorno al buon olio di casa nostra come risposta alle tante frodi alimentari. Gli ultimi controlli effettuati dai varie nuclei e autori...

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Nduja calabrese: altro che il solito salame.

<div align="center"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfpIG7kmyeYQ0UZVi8vhTC6fS6kxJf7MnTa1oSx3r7g104UeAWP3Y6m5m9Iiuy0DbFIemU9Ehv1Dy6KlqioY2T9gGKQSJAD3ZdDOluHunsOTVNuxrpc5Jd3pHuuwvzekP13E9kvVYG_9_c/s1600-h/Nduja_1.jpg"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5294402126256118226" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhfpIG7kmyeYQ0UZVi8vhTC6fS6kxJf7MnTa1oSx3r7g104UeAWP3Y6m5m9Iiuy0DbFIemU9Ehv1Dy6KlqioY2T9gGKQSJAD3ZdDOluHunsOTVNuxrpc5Jd3pHuuwvzekP13E9kvVYG_9_c/s200/Nduja_1.jpg" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 200px; CURSOR: hand; HEIGHT: 164px; TEXT-ALIGN: center" /></a><br /><em><strong>Cosa è, dove trovarla, come utilizzare al meglio questa unicità calabrese.</strong></em></div><div align="center"><strong><em></em></strong> </div><div align="justify"><em>La nduja è la bandiera dei salumi Calabresi, senza dubbio uno dei più originali, più sanguigni, più accesi, focosi e irresistibili dei prodotti tipici calabresi. Forte e decisa, ma al tempo stesso carezzevole, la nduja Calabra, insaccata a mano in budello naturale, è preparata con un trito finissimo di carni scelte di suino sapientemente aromatizzate. Colpisce per il caratteristico profumo di peperoncino ed il colore rosso acceso. Il sapore è dapprima dolcissimo e poi esplode in tutta la forza del peperoncino calabrese. Parla del Meridione d’Italia e dà allegria, passione e buonumore. Si tratta di un prodotto davvero gustoso, forte e piccante ma allo stesso tempo delicato. In tale “concerto di sapori” il peperoncino bilancia perfettamente la parte grassa.<br />Secondo antica ricetta, viene fatta con frattaglie e parti grasse del maiale, impastate con il peperoncino (…molto!), insaccate, fatte affumicare in un primo momento e poi stagionate. Risponde appieno ai principi della economia domestica calabrese (povera!!), secondo la quale “del maiale non si butta via nulla”.A differenza degli altri salumi tipici calabresi, compatti e solidi per via della loro stagionatura, la nduja mantiene nel tempo il suo carattere “morbido” per consentirne il suo uso spalmabile<br />Le ipotesi sull’origine del nome “‘nduja” sono molte: probabilmente deriva dal francese “andouille”, (salsiccia), e potrebbe essere stata importata nel periodo della dominazione napoleonica nel Regno di Napoli, di cui la Calabria faceva parte. I calabresi l’hanno ovviamente reinterpretata e personalizzata, aggiungendo l’ingrediente più importante della loro gastronomia, il peperoncino.<br />E' quasi superfluo sottolineare come la nduja, grazie al gusto squisito e al piccante dovuto a tanto peperoncino calabrese (scherzosamente detto "il viagra calabrese"), viene da alcuni considerata afrodisiaca. Si puo' anche essere scettici al riguardo, ma sicuramente la nduja ha benefici effetti sul sistema cardiocircolatorio.<br />Certo, la distribuzione di tipo ordinaria (tradizionale o moderna che sia), volta alla ricerca di referenza che facciano “volume” a discapito del “sapore” non sempre dispone di questa ghiottoneria culinaria, dunque non sempre c’è la possibilità di deliziarsene “liberamente ed a piacimento”; per cui occorre sovente far capo alla rete, ricorrendo ad </em><a href="http://www.saporidellasibaritide.it/"><em>affidabili siti di commercio elettronico</em></a><em> , i quali offrono un prodotto certificato e dalle eccellenti qualità , offerto sia nella specifica in budello naturale (che è quella di cui alla tradizionale preparazione calabrese) ovvero in vasetto.<br />Qualunque sia la modalità di acquisto, l’ importante è che si tratti di un referenza “tassativamente” prodotta in Calabria, secondo specifica di tipo artigianale, preferibilmente nei mesi invernali, allorquando è di consuetudine per i calabresi macellare il maiale (si tratta di vere e proprie sagre di vicinato), utilizzando solo carne di suini allevati localmente secondo le antiche tecniche di alimentazione, e peperoncino tipico calabrese.<br />Riguardo all’uso della nduja, si parte da quello più scontato, ovvero spalmata su fette di pane o crostini, per farne gustosi, stuzzicanti ed originali antipasti; ad usi molto più complessi e/o sofisticati.<br />A tal proposito questi stessi </em><a href="http://www.saporidellasibaritide.it/scheda.asp?id=145"><em>portali di commercio</em></a><em> elettronico, infatti, offrono nelle scheda prodotto innumerevoli soluzioni a riguardo, per deliziarsi in modo veramente diverso, ovvero sorprendere con originalità i propri commensali: in ciò la nduja dimostra tutta la sua versatilità in cucina. Un motivo in più per il quale la nduja è stata introdotta fra i prodotti dell'Arca del Gusto di Slow Food, progetto nato per il recupero e la salvaguardia di piccole produzioni di eccellenza gastronomica minacciate dall'agricoltura industriale, dal degrado ambientale, dall'omologazione.</em><br /> </div>

Nduja calabrese: altro che il solito salame.

Cosa è, dove trovarla, come utilizzare al meglio questa unicità calabrese. La nduja è la bandiera dei salumi Calabresi, senza dubbio uno de...

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Le arance calabresi, salute + bontà a tutto tondo!!

<div align="center"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgc9iF2SnsipTHItt2S1eKPn8_EMMgRioQWnNJFhBQL78ULMLXL7111g_EiEStmDl4MdALqMaobgeo9AFqm3oyoJjPQVNcHpTH90DzuzDEn8ZrVtqFp0bjGQsH1eStaTaaLiwS1P6Yyt0L_/s1600-h/arance.jpg"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5282913010008874114" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgc9iF2SnsipTHItt2S1eKPn8_EMMgRioQWnNJFhBQL78ULMLXL7111g_EiEStmDl4MdALqMaobgeo9AFqm3oyoJjPQVNcHpTH90DzuzDEn8ZrVtqFp0bjGQsH1eStaTaaLiwS1P6Yyt0L_/s320/arance.jpg" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; WIDTH: 154px; CURSOR: hand; HEIGHT: 170px; TEXT-ALIGN: center" /></a> <strong><em>Dalla terra delle clementine (Piana di Sibari) un altro eccellente agrume: le arance calabresi.</em></strong></div><p><strong><em></em></strong> </p><p align="justify"><em><strong>Le arance,</strong> come tutti gli agrumi, arrivarono nel <strong>continente europeo più di 2000 anni fa</strong>. La mitologia racconta che erano custoditi nel meraviglioso giardino delle Esperidi, nella parte occidentale del mondo allora conosciuto, e furono portati via da Ercole, che compì la sua undicesima fatica, dopo aver ucciso il drago messo lì da Giunone a guardia dei dorati pomi. <br />Invece la terra di origine degli agrumi è l'oriente e le prime notizie, nel mondo greco/latino, ci arrivano da Teofrasto di Ereso nel IV secolo a. C. Furono gli arabi, intorno al X secolo, a dare nuovo impulso alla loro coltivazione, per uso medico e culinario. Infatti il termine "arancio," in Italia, fu introdotto proprio dagli arabi e fu subito adottato dal lessico popolare. Queste arance però non erano quelle dolci, ma quelle amare. <strong>Le dolci furono introdotte dai portoghesi</strong>, portate dalla Cina e, per non confonderle con le altre, le chiamavano "arance del portogallo", termine ancora oggi in uso nel dialetto meridionale.<br /><strong>Oggi la Calabria,</strong> <strong>insieme alla Sicilia, rappresenta il maggior produttore di arance in Italia</strong> con 636.476 tonnellate (31% del totale nazionale)<br />Dal punto di vista qualitativo questo prodotto trova in Calabria, e nella <strong>terra delle clementine della Piana di Sibari, ideali condizioni nella fertilità del terreno e nel clima</strong> che, dunque, costituiscono il vero segreto della unicità qualitativa delle arance di queste terre, caratterizzandosi come uno dei migliori prodotti tipici calabresi<br /><strong>Forma rotonda molto consistente</strong> (diametro medio 35/40 cm), buccia più o meno spessa, la parte esterna è ricca di ghiandole contenenti olio essenziale; la parte interna, bianca e spugnosa, è detta albedo o midollo; la polpa è formata da spicchi il cui numero varia da 5 a 12. Essa è composta da cellule ingrossate a forma di un piccolo otre allungato a punta contenenti un succo acquoso più o meno dolce-acidulo, colorato e profumato.<br /><strong>Uso gastronomico.</strong> Fresco tal quale, spremuto, per fare marmellate, liquori, canditi, dolci, piatti tradizionali, confetture, caramelle, bibite, gelati, per l'industria farmaceutica e cosmetica, sono questi gli usi più conosciuti.<br />Ma vi suggeriamo una vera “<strong>chicca d’uso”,</strong> originale della Piana di Sibari in particolare:<br /><br /><strong>L’INSALATA DI ARANCE</strong><br /><br />Pelare a vivo il frutto e affettarlo. Salare, condire con un giro di olio e del pepe nero macinato Volendo si possono aggiungere anche delle olive nere al forno.<br /><br />La gastronomia calabrese, propone invero anche alcune originali “<strong>variazioni sul tema”:</strong> come ad esempio la </em><a href="http://www.saporidellasibaritide.it/scheda.asp?id=269"><em><strong>marmellata di arance piccante</strong></em></a><em><strong>,</strong> vera unicità culinaria, da utilizzare, per singolari antipasti, su crostini, tortine, pane arrostito, formaggi in genere. Oppure per dare un tocco di originalità alle scaloppine di vitello, pollo o sulle carni lesse in genere (si pone,in tali casi, il prodotto a fine cottura). O mista con la ricotta, per guarnire salatini e pizzette da antipasto. O infine nell'uso dolciario, connotando il preparato di un sapore più “deciso”: crostate, torte, bocconotti ed altre delizie.<br /><br />Le arance sono anche una <strong>fonte significativa di acido folico e tiamina</strong>. I flavonoidi presenti nelle arance hanno potere terapeutico contro le allergie ed altre malattie infiammatorie. La tangeritina previene l'invasione dei tessuti da parte delle cellule cancerogene. La pectina è la più preziosa componente della fibra alimentare delle arance. Essa <strong>crea un appagante sensazione di sazietà ed è per questo che è adatta a chi pratica diete dimagranti o a chi vuole mantenere la propria linea con intelligenza, specie dopo le abbondanti scorpacciate delle festività natalizie. </strong>La pectina, inoltre, riesce a catturare gli acidi biliari intestinali, contribuendo a tenere al giusto livello il tasso di colesterolo nel sangue. In definitiva, tutti i componenti delle arance esplicano un'azione benefica per l'organismo umano.<br /><br />Anche per tale referenza il <strong>problema della filiera e del costo di trasporto</strong> è stato notevolmente risolto da alcuni <strong>siti di </strong></em><a href="http://www.saporidellasibaritide.it/"><em><strong>prodotti tipici calabresi</strong></em></a><em><strong>,</strong> i quali hanno notevolmente accorciato il relativo iter, mediante un rapporto di <strong>intermediazione minimo</strong>: si è provveduto,cioè, a creare quasi un filo diretto produttore/consumatore mediato al minimo negli scambi, con conseguente abbattimento dei relativi costi. Tali </em><a href="http://www.saporidellasibaritide.it/"><em>portali</em></a><em>, infatti, si riforniscono durante l’ottimale periodo di produzione (novembre/marzo) direttamente da agrumicoltori del luogo, ed in breve tempo consegnano al consumatore finale. Nessun problema, poi, per la relativa conservazione del prodotto, visto che (…se l’agrume è veramente fresco!!) non abbisogna di conservazione in frigo, ma può comodamente esser mantenuto sul balcone di casa: tanto, le temperature del periodo lo consentono!!</em><br /> </p><div align="center"><br /></div><div align="center"></div>

Le arance calabresi, salute + bontà a tutto tondo!!

Dalla terra delle clementine (Piana di Sibari) un altro eccellente agrume: le arance calabresi. Le arance, come tutti gli agrumi, arrivar...

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Pensiamoci in tempo utile, evitando lo stress dell’ultimo minuto: i regali natalizi.

<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiihfdRAi4BjgI1HD05MG9-vpA1SoDS1EjM2YtesYh7baZndQ2KnLCSroDDq-5_Q7FRX5xTXVw-YhZsJvYrUfiVKYeFOLUMSpxlsEK8img0BPyGh2uDStmuneU6P27HWBSSEjRIUArxCNa2/s1600-h/confezione+regalo.jpg"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5275969636614023762" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiihfdRAi4BjgI1HD05MG9-vpA1SoDS1EjM2YtesYh7baZndQ2KnLCSroDDq-5_Q7FRX5xTXVw-YhZsJvYrUfiVKYeFOLUMSpxlsEK8img0BPyGh2uDStmuneU6P27HWBSSEjRIUArxCNa2/s320/confezione+regalo.jpg" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 149px; CURSOR: hand; HEIGHT: 167px" /></a><br /><br /><div align="center"><strong>Al posto degli “scontati” panettoni, o dei panettoni “scontati”.</strong></div><div align="center"><strong></strong></div><div align="justify"><em>Ogni anno ci ritroviamo in casa, al termine delle feste di fine anno, con tanti di quei panettoni da doverceli (giocoforza) “rimpinzare” durante la prima colazione per più e più tempo, o innumerevoli bottiglie di liquori, spumanti e champagne da poter comodamente allestire un bar, o far invidia alla più assortita bottiglieria: tutti ricevuti in dono durante il trascorso Natale.<br /><br />Ma in realtà, cosa avremmo preferito, noi, ricevere come vero pensiero gradito?? In fin dei conti si tratta delle medesime esigenze che sentono amici e parenti ai quali dedicheremo la nostra attenzione in occasione del prossimo Natale.<br /><br />Stretti dalla attuale contingenza economica, durante l’anno, ci siamo spesso privati di sciccherie e golosità varie, ma almeno nel mese di dicembre vorremmo concederci qualche trasgressivo “peccato di gola”.<br /><br />Dunque, ben graditi sarebbero confezioni regalo di enogastronomia, magari realizzati con prodotti tipici calabresi, che è possibile commissionare presso </em><a href="http://www.saporidellasibaritide.it/catalogo.asp?scat=25"><em>siti e.commerce</em></a><em> proprio di quelle zone: una scelta calibrata a seconda delle nostre esigenze di spese e/o di assortimento con varie delizie al peperoncino (patè o sottoli vari), salumi tipici, marmellatine accattivanti e qualche sfiziosità ulteriore, “scovata” tra le delizie tipiche del natale calabrese.<br /><br />Se poi c’è da inviarli a qualcuno direttamente, nessun problema: </em><a href="http://www.saporidellasibaritide.it/scheda.asp?id=244"><em>questi siti</em></a><em> provvedono al caso specifico. Li confezionano a modo (cellophanandoli con toni natalizi), vi annettono un augurale biglietto strutturato per l’occasione, garantendo il necessario ed opportuno servizio per la buona riuscita della consegna (track e monitoraggi vari). Essenziale sarà fornire, con dovizia di particolari, i recapiti dei destinatari (indirizzo, telefono e quant’altro)<br /><br />L’importante è che le nostre scelte colgano veramente nel segno, con prodotti di buona qualità e levatura (che i sottoli, ad esempio, siano in ottimo olio di oliva, o che le marmellate abbiano un contenuto di frutta ottimale), dalla genuinità garantita (etichette e certificazioni varie la faranno da padrona), e che rappresentino delle vere “sciccherie” (originali e non facilmente reperibili nella grande e/o tradizionale distribuzione).<br /><br />L’effetto sarà di sicuro impatto; se poi ciò comporta qualche rinuncia in più alle nostre spese dei successivi mesi, poco male: saremo però sicuri di aver davvero colpito nel segno !!<br /></em></div>

Pensiamoci in tempo utile, evitando lo stress dell’ultimo minuto: i regali natalizi.

Al posto degli “scontati” panettoni, o dei panettoni “scontati”. Ogni anno ci ritroviamo in casa, al termine delle feste di fine anno, con t...

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Conosciamo meglio i prodotti tipici della nostra terra: le Clementine Igp della Piana di Sibari.

<div align="center"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgInMfIp0ni5ROEtElVpEis3kyDYcpv3IwKtFstys8Z5b8DcW4cnrqpMuwQTpGt_X8unk8IP7A8cFjb1lntoKFCbdbDa1ERlXlLSZJ6gVQEXG_9dhUg1OX7fAjEswRssPU_4kC6fZwRTaPF/s1600-h/Clementine_foglia.gif"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5266322408586598578" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgInMfIp0ni5ROEtElVpEis3kyDYcpv3IwKtFstys8Z5b8DcW4cnrqpMuwQTpGt_X8unk8IP7A8cFjb1lntoKFCbdbDa1ERlXlLSZJ6gVQEXG_9dhUg1OX7fAjEswRssPU_4kC6fZwRTaPF/s320/Clementine_foglia.gif" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; WIDTH: 250px; CURSOR: hand; HEIGHT: 178px" /></a> <strong><em><span style="font-size:130%;color:#006600;">Giusto per intenderci: non quelle magrebine o spagnole, ma quelle calabresi!!</span></em></strong><br /></div><div align="center"><strong><em><span style="font-size:130%;color:#006600;"></span></em></strong></div><br /><br /><div align="justify"><em>Sui banchi dei mercati ortofrutticoli si trovano molto facilmente, <strong>in autunno, le Clementine</strong>, ma raramente si svolge una approfondita analisi e ricerca dell’origine di questo frutto così allettante.<br />In effetti, è solo la <strong>clementina Igp delle Piana di Sibari</strong> che ha <strong>qualità organolettiche</strong> particolari, un <strong>sapore unico</strong> ed inconfondibile e<strong> l’assenza di semi</strong>.<br /><br />L’analogo prodotto spagnolo o magrebino, infatti, comincia ad essere commercializzato già da metà/ fine settembre, per durare anche fino a febbraio/marzo inoltrato.<br />Sono però i <strong>fattori ambientali e climatici</strong> di quello spicchio di Calabria, ma forse anche la <strong>limitatezza di produzione</strong>, che ne caratterizzano tale referenza.<br /><br />In genere, gli agrumi coltivati sono originari per la maggior parte da regioni tropicali. Il fatto che non hanno bisogno di basse temperature invernali e di alte temperature estive hanno riscontrato invece nella <strong>Piana di Sibari il clima ideale</strong> per un ottima produzione.<br />La pianta del clementine è considerata un ibrido occidentale, tra il mandarino e l'arancio amaro, trovando la sua origine in Algeria intorno al 1890 nel convento-orfanotrofio di Misserghin, e dedicando il suo nome al direttore Padre Clemente.<br /><br />I <strong>fattori pedo climatici</strong>, che nel passato avevano trovato altrove positività, fanno della <strong>Piana di Sibari, l'habitat naturale</strong> delle pregiate “clementine”.<br /><br />La diffusione nel comprensorio di quest'agrume ha trovato riscontro anzitutto per la naturale <strong>predisposizione dei suoi terreni</strong>, dotati <strong>d'elementi silicei</strong>, ricchi di <strong>scheletro</strong> e con un <strong>fattore ph neutro.<br /></strong><br />Anche <strong>dal punto di vista climatico</strong> esistono condizioni favorevoli, per la vicinanza dei monti e l'assenza della traiettoria dei venti, visto che <strong>il Pollino e la Sila</strong> circostanti rappresentano una <strong>naturale barriera contro</strong> alcuni dei più tradizionali nemici del clementino: il <strong>vento e la grandine.</strong><br /><br />Il vento è fra i fattori climatici più sfavorevoli, in grado di provocare danni anche gravi alle piante, danneggiando gli impianti, con estese defogliazione, cascola dei fiori e dei frutti. Parimenti grave risulta l'azione dei venti caldi disseccanti come lo scirocco.<br />Anche la grandine provoca danni diretti agli alberi ed ai frutti, con deprezzamento commerciale e maggiore incidenza dello scarto; inoltre, attraverso le ferite procurate, può aprire anche la via alla penetrazione di pericolose malattie.<br /><br />Tale <strong>barriera montana incide</strong>, ovviamente, anche <strong>sulla temperatura</strong> della zona, che condiziona la possibilità di coltivazione degli agrumi. La fase vegetativa degli agrumi inizia quando si raggiunge, di solito all'inizio della primavera, la temperatura di circa 12-13°C; la temperatura ideale per l'attività delle piante è compresa tra i 20e i 30°C. Il riposo invernale comincia con temperature inferiori ai 7°C, ma anche in estate si può avere il blocco della vegetazione nel caso la temperatura superi i 38°C: la differenza al freddo è diversa in funzione delle specie, le clementine è tra le cultivar più resistenti alle basse temperature.<br /><br /><br />Come tutti gli agrumi, la clementina possiede un <strong>alto tasso di vitamina C</strong>, anti-stanchezza: 41 mg/100g. Due clementine (circa la metà del fabbisogno giornaliero di vitamina C) forniscono solamente 50 Kcal.<strong> Nessun rischio per la linea</strong> quindi: meglio non privarsene. Tra l’altro, offre numerosi sali minerali, dei pigmenti che <strong>proteggono il sistema cardiovascolare e aumentano la resistenza dei capillari.<br /></strong><br />La clementina è più zuccherata dell’arancia e del pompelmo poiché contiene meno acido citrico.Nulla di strano quindi se la clementina è <strong>gradita a tutte le età</strong>, in particolare quando si è molto piccoli (succhi all’inizio, a spicchi in seguito), e a maggior ragione per le sue fibre tenere facilmente digeribili.<br /><br />Il problema della <strong>filiera e del costo di trasporto</strong> è stato notevolmente <strong>risolto,</strong> invece, da alcuni <strong>siti di </strong></em><a href="http://www.saporidellasibaritide.it/"><em><strong>prodotti tipici calabresi</strong></em></a><em><strong>,</strong> i quali hanno notevolmente accorciato il relativo iter, mediante un rapporto di <strong>intermediazione minimo</strong>: si è provveduto,cioè, a creare quasi un filo diretto produttore/consumatore mediato al minimo negli scambi, con conseguente abbattimento dei relativi costi. Tali </em><a href="http://www.saporidellasibaritide.it/"><em>portali</em></a><em>, infatti, si <strong>riforniscono direttamente da agrumicoltori del luogo,</strong> giusto in proporzione ai quantitativi ordinati sulle vetrine virtuali, ed <strong>in breve tempo consegnano</strong> al consumatore finale, in quantitativi ottimali per le esigenze familiari (cassettine da 5 kg o da 18 kg). Nessun problema, poi, per la relativa <strong>conservazione del prodotto</strong>, visto che <strong>(…se l’agrume è veramente fresco!!) non abbisogna di conservazione in frigo</strong>, ma può comodamente esser mantenuto sul balcone di casa: tanto, le temperature del periodo lo consentono!!</em></div>

Conosciamo meglio i prodotti tipici della nostra terra: le Clementine Igp della Piana di Sibari.

Giusto per intenderci: non quelle magrebine o spagnole, ma quelle calabresi!! Sui banchi dei mercati ortofrutticoli si trovano molto facilm...

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Una scelta “biologica”: le Patate del Parco Nazionale della Sila.

<div align="justify"><a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtwo99mZ4cdLrN5Xd0AIZXpL4OW-vFkCGiF3BcwvrJI8CJL5xko0oXoe0GBRSXekTNl4wxHkRW2Jax1imoZwh1tFexQvweziOfiHlE0OWrMmQDDY9yyn3x2hHeOGnMiSzqUxtZbpVaVE6n/s1600-h/patate+biologiche+silane.JPG"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5259889412783219794" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhtwo99mZ4cdLrN5Xd0AIZXpL4OW-vFkCGiF3BcwvrJI8CJL5xko0oXoe0GBRSXekTNl4wxHkRW2Jax1imoZwh1tFexQvweziOfiHlE0OWrMmQDDY9yyn3x2hHeOGnMiSzqUxtZbpVaVE6n/s320/patate+biologiche+silane.JPG" style="DISPLAY: block; MARGIN: 0px auto 10px; CURSOR: hand; TEXT-ALIGN: center" /></a><span style="color:#663333;"> <strong>La Patata silana I.G.P.,</strong> alimento tradizionalmente "povero" della nostra cucina, è un prodotto a forte caratterizzazione territoriale ed il relativo <strong>riconoscimento I.G.P.</strong> dato dall’Unione europea ha avuto l’effetto di indirizzare i consumatori verso l'acquisto di alimenti tipici, fortemente legati ai territori di provenienza. </span></div><span style="color:#663333;"><div align="justify"><br />La relativa <strong>tipologia biologica</strong> (priva cioè di contaminazione dovuta all'uso di sostanze chimiche quali concimi e trattamenti antiparassitari) è disponibile nella <strong>varietà Agria</strong> anche su </span><a href="http://www.saporidellasibaritide.it/"><span style="color:#663333;">siti</span></a><span style="color:#663333;"> di prodotti tipici calabresi, per quantitativi sufficienti alle esigenze della famiglia.</span></div><span style="color:#663333;"><div align="justify"><br />Coltivata nel <strong>Parco nazionale della Sila</strong>, è un prodotto del tutto particolare perchè nasce ad oltre 1000 metri di altezza, nella zona di <strong>Camigliatello Silano</strong> e dintorni, e ciò le permette di avere forti connotazioni organiche e di essere l’unico prodotto di alta montagna del centro Mediterraneo. </div><div align="justify"><br />Ha la caratteristica di possedere una percentuale di <strong>amido superiore alla media,</strong> rendendola più <strong>saporita e nutriente</strong> di quella che ordinariamente si riesce a trovare in commercio. L'impianto del tubero delle patate avviene da <strong>Maggio a Giugno</strong> in buche profonde circa 10cm ad intervalli di 40 cm. su terreno precedentemente lavorato in superficie, nel rispetto della natura, con mezzi meccanici e con apporto di stallatico; viene contestualmente <strong>irrigata in modo naturale, </strong>senza forzature ed aggiunta di additivi ormonali e/o di fertilizzani chimici, rispettando in toto il <strong>ciclo biologico</strong> della pianta stessa. La relativa <strong>raccolta</strong> si effettua da <strong>Settembre ad Ottobre</strong>: dopodichè le patate vengono riposte al buio, per evitare che germoglino (da quelli che comunemente vengono chiamati "occhi" della patata) e/o creino eventuale elemento di tossicità: <strong>proprio come si usava una volta.</strong> </div><div align="justify"><br />La Sila è un altopiano posto ad una altitudine di oltre 1.200 m. s.l.m., cinto tutt'intorno da una catena montuosa completamente rimboschita, quasi a volerlo coronare e difendere dagli agenti esterni. Presenta aspetti paesaggistici unici ed invidiabili, un clima caratterizzato da primavere e da autunni piovosi, estati moderatamente temperate ed inverni rigidi, con una nevosità probabile da Novembre a tutto Marzo. “Polmone" della Calabria, è meta non solo dei calabresi, ma di quanti (siciliani e pugliesi) non hanno la fortuna di avere simili località montane nella loro regione: per tale motivo e per gli affascinanti paesaggi che questo meraviglioso lembo di terra propone, sembra di trovarsi in un angolo di Svizzera. </div><div align="justify"><br />Sono tutte <strong>queste particolarità</strong> che rendono l'ambiente silano naturalmente <strong>predisposto</strong> e "vocato" alla <strong>pataticoltura</strong> in generale, e da seme in particolare.</span> </div>

Una scelta “biologica”: le Patate del Parco Nazionale della Sila.

La Patata silana I.G.P., alimento tradizionalmente "povero" della nostra cucina, è un prodotto a forte caratterizzazione territo...

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Gli aromi ed i sapori unici dell'autunno calabrese.

<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiU1ti2VBGW3m_RPFNc9zh6owHE4r7MAJ-YExP01tmZuA9gC48F2LrpeZSXXGlbW3T7PUpTg-3PXVuS9kkOQskK9Rkpfqdq7KKP-o9MQTfRl8HEVUYcZBm-dYiZBmW3-6c4BWCgCf210f9P/s1600-h/autunno+calabrese.jpg.GIF"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5255432425284333586" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiU1ti2VBGW3m_RPFNc9zh6owHE4r7MAJ-YExP01tmZuA9gC48F2LrpeZSXXGlbW3T7PUpTg-3PXVuS9kkOQskK9Rkpfqdq7KKP-o9MQTfRl8HEVUYcZBm-dYiZBmW3-6c4BWCgCf210f9P/s320/autunno+calabrese.jpg.GIF" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; CURSOR: hand" /></a><br /><div><strong><em><span style="font-family:courier new;font-size:85%;">Chi ha detto che l’autunno è una stagione malinconica?? Certo, siamo reduci dalle scorribande estive, allorquando ci siamo permessi ogni tipo di lecita ed ammissibile infrazione al nostro consuetudinario vivere; certo, gli alberi perdono le foglie, ed i colori si fanno via via più opachi; certo l’aria si fa via via sempre più fresca, finche non saremo costretti a coprirci fino all’ultimo capello.<br /><br />Ma,ciononostante, l’autunno ci riserva tanti risvolti positivi; tornano, ad esempio, tanti aromi e sapori sulle nostre tavole, che avevamo “parcheggiato” per via della calura estiva. Torna la voglia di farsi “coccolare” da gusti intensi, decisi ed avvolgenti.<br /><br />Come, ad esempio, gli aromi ed i sapori unici dell’autunno calabrese, che soltanto il tiepido sole di quelle terre riesce a riservare:<br /><br />- delle buone castagne e fichi, magari preparati con dell’ottimo limoncello<br /><br />- il peperoncino tipico calabrese, da tenere sempre in dispensa per qualsivoglia necessità<br /><br />- i fichi secchi, colti al punto giusto, naturalmente essiccati e, all’occorrenza, lavorati con ottimo cioccolato bianco/fondente<br /><br />- i pomodori secchi, presi al giusto punto di maturazione, e preparati a modo per il loro versatile uso in cucina.<br /><br />Queste ed tante altre accattivanti novità che solo l’autunno calabrese propone nelle pagine </span></em></strong><a href="http://www.saporidellasibaritide.it/"><strong><em><span style="font-family:courier new;font-size:85%;">di portali</span></em></strong></a><strong><em><span style="font-family:courier new;font-size:85%;"> e.commerce di prodotti tipici calabresi.<br /><br />Gli aromi ed i sapori unici dell'autunno calabrese: altro che un banale “fico secco”. </span></em></strong></div>

Gli aromi ed i sapori unici dell'autunno calabrese.

Chi ha detto che l’autunno è una stagione malinconica?? Certo, siamo reduci dalle scorribande estive, allorquando ci siamo permessi ogni tip...

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Prodotti tipici calabresi, questi magnifici sconosciuti.

<a href="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7uS1tbYxJfT3GEjqMH6q7OGQ43MiEdrFCqOcxBwHZnGWaF9-5H5Tjz1Z5XxAVgwVW3zGSc0BwFJp-uc9hkvgmXa2-Lz-Bkcrbz3j5kQK_tC8fADk1NC2wCwcj6oCAJVkQC4Y4M2Xu6gBY/s1600-h/saporidellasibariti+logo+rid.jpg"><img alt="" border="0" id="BLOGGER_PHOTO_ID_5250609849876972530" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh7uS1tbYxJfT3GEjqMH6q7OGQ43MiEdrFCqOcxBwHZnGWaF9-5H5Tjz1Z5XxAVgwVW3zGSc0BwFJp-uc9hkvgmXa2-Lz-Bkcrbz3j5kQK_tC8fADk1NC2wCwcj6oCAJVkQC4Y4M2Xu6gBY/s320/saporidellasibariti+logo+rid.jpg" style="FLOAT: left; MARGIN: 0px 10px 10px 0px; CURSOR: hand" /></a><br /><div align="justify"><strong><span style="color:#006600;">Una scelta più oculata nell’acquisto dei prodotti tipici regionali.<br /></span><br />Sembra facile e semplice parlare di ricercatezze enogastronomiche calabresi, ma dove poter trovare delle referenze veramente "all'altezza"?? E poi, una volta acquistati, come li si può utilizzare al meglio?? E, nel caso, non sarebbe una buona idea farne un presente in occasione di particolari ricorrenze (..parlare del Natale sembra più che superfluo)??<br /><br />Ed infatti, tanti sono gli improvvisati commercianti che partono, con un furgone pieno zeppo di merce dalla Calabria e, appalesando la targa del mezzo o altra identificazione della loro origine, vantano la bontà ed originalità delle referenze proposte, affollando i vari mercatini rionali delle città del centro e nord Italia.<br /><br />Ma siamo veramente sicuri di quello che ci viene proposto: ad esempio, e siccome siamo alla ricerca di prodotti veramente genuini, specie in questi periodi di sofisticazioni alimentari (dibattuti come siamo tra "mucche pazze, aviarie e latti cinesi"), che tipo di olio (semi o oliva) è ospitato nei vari vasetti. E quelle marmellatine tanto accattivanti, che contenuto di frutta hanno, in realtà E poi, da quali aziende proviene tutto quel ben di Dio.<br />Ci sono imprese sul mercato emergente dell'e.commerce che, in ciò, hanno fatto un discorso di qualità, anche perché hanno perfettamente capito che gli utenti del loro mercato ("di nicchia") sono alla ricerca di qualcosa che abbia veramente quel "quid" in più degli analoghi prodotti che si trovano nella distribuzione di tipo tradizionale. E' una scelta che ripaga con il tempo: l'utente che acquista, infatti da 200,500….1.000 km di distanza, e che viene deluso da ciò che acquista, ti saluta e di te e delle tue proposte allettanti non ne vuole più sentire parlare.<br /><br />E' la scelta di </strong><a href="http://www.saporidellasibaritide.it/"><strong>http://www.saporidellasibaritide.it</strong></a><strong> una azienda di Corigliano (Cs), che in tal senso sta facendosi strada, mirando più alla qualità che non al prezzo degli articoli presenti nelle sue vetrine virtuali.<br />Prodotti di levatura medio/alta, schede dei prodotti complete di quanto è necessario, opportuno e lecito conoscere per chi acquista sul web, un servizio di monitoraggio delle consegne continuo, fino alla verifica di chi ha ritirato la merce, possibile anche da parte dell'internauta di turno che ha acquistato.<br /><br />Un servizio in più è proposto anche nell'uso delle referenze: basta infatti inserire la chiave "chicche" nel motore di ricerca interno alla home page del portale e ti si aprono tutti i prodotti (con relative schede) per i quali sono suggeriti tanti interessanti ed originali modi per gustarli.<br /><br />Il portale prevede, infine, il servizio commissione regali, visto l'incremento dell'uso della rete durante i periodi festivi (Natale in primis). A seconda delle esigenze di spesa e di assortimento l'utente può comporre la confezione regalo...al resto penserà l'azienda: li confezionerà a modo, cellophanandola ed inserendovi un apposito biglietto augurale a seconda della specifica ricorrenza opportunamente comunicata, e fornendogli precisa indicazione del destinatario cui è necessario recapitarla. Anche in tal caso consegne celeri, track di spedizione, continuo monitoraggio della consegna caratterizzeranno un regalo originale ed a sorpresa certa per chi lo riceve.<br /></strong></div>

Prodotti tipici calabresi, questi magnifici sconosciuti.

Una scelta più oculata nell’acquisto dei prodotti tipici regionali. Sembra facile e semplice parlare di ricercatezze enogastronomiche calabr...

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