Un dibattito fondamentale al Festival per parlare di energy divide e di esperienze concrete, che mettono insieme competenze tecniche e competenze di cooperazione internazionale, per rendere accessibili forme di energia moderna anche nei paesi del Terzo mondo e offrire nuove possibilità di sviluppo. Terna, AD Flavio Cattaneo, presenta al Festival l'esperienza di Kami, condotta con COOPI, per la realizzazione di una diga nel paesino boliviano.

A oltre 10.000 km dall’Italia, a Kami, un poverissimo distretto a 4.000 metri sulle Ande boliviane, il 2010 è stato l’anno decisivo per la costruzione di una linea elettrica a 70 kV in cui Terna ha avuto un ruolo importante.
Da tempo il responsabile della locale missione salesiana, Padre Serafino Chiesa, aveva intuito che la disponibilità di energia elettrica, possibile attraverso il ripristino di una vecchia centrale idroelettrica in disuso, poteva essere decisiva per avviare uno sviluppo sostenibile di Kami.

Per tradurre questa idea in realtà ci sono voluti l’entusiasmo, la tenacia e la professionalità dei volontari di COOPI, una delle più consolidate Organizzazioni Non Governative (ONG) italiane per la cooperazione internazionale e di alcuni volontari di Terna: Giampiero Fantini e Adriano Selva, cui nelle fasi finali del lavoro si è aggiunto Claudio Cappelli, tutti del Gruppo Operativo Linee di Novara.
Per trasportare fino alla rete nazionale boliviana l’energia idroelettrica prodotta con la vecchia centrale – cui si è aggiunta nel tempo una seconda – e non consumata localmente, occorreva una nuova linea elettrica, più efficiente e adeguata di quella esistente. È qui che Giampiero e Adriano hanno fatto la differenza: hanno progettato e poi aiutato a realizzare 37 km di linea elettrica, alternativa a quella già esistente per produrre, trasmettere e vendere l’energia elettrica in surplus a beneficio dello sviluppo economico della popolazione locale.

In quest’opera, cresciuta grazie anche a un passaparola tra amici, colleghi e pensionati, Terna ha ritrovato alcuni tratti che caratterizzano la sua cultura: competenze tecniche uniche, consapevolezza e orgoglio di svolgere un lavoro fondamentale per assicurare crescita all’economia e benessere alle persone, capacità di trasmettere le conoscenze, forte orientamento al risultato.
La forte determinazione dei colleghi volontari e l’intrinseca validità del progetto hanno indotto Terna a sostenere l’iniziativa attraverso il riconoscimento di permessi retribuiti e di contributi a COOPI.Nel corso di 6 missioni di 3-4 settimane ciascuna a Kami i colleghi di Terna hanno lavorato alla realizzazione della linea e formato la manodopera locale che ora è in grado di svolgere le normali attività di manutenzione della linea e di replicare il progetto in altre zone del Paese.

La realizzazione della linea elettrica di Kami ha anche dimostrato come competenza ed esperienza professionale, se supportate da una grande passione per il proprio lavoro e dalla voglia di fare qualcosa per gli altri, possono fare anche a meno di tecnologie e materiali di ultima generazione e dare dei risultati straordinari.
I 37 km di linea elettrica di Kami costituiscono infatti un’opera estrema, sia per la fatica che ha comportato lavorare a quote dove l’ossigeno è rarefatto sia per le soluzioni tecniche adottate: basti pensare che il primo dei suoi 110 sostegni è posto a un’altezza di 2.650 metri e che, con 6 campate, la linea sale di circa 1.000 metri per poi arrivare, con il 16° traliccio, a quota 3.850 e a 4.200 metri dopo il 33°.
La linea elettrica di Kami è sostenibile anche da un punto di vista dei materiali utilizzati, quasi tutti provenienti da attrezzature dismesse in Italia per obsolescenza tecnologica, allungandone così il ciclo di vita. È il caso dei sostegni della linea, provenienti da una ex linea ferroviaria del basso Piemonte, con una centralina, una turbina, gli equipaggi, i morsetti e gli isolatori.

A Kami sono arrivati, in totale, 13 container contenenti 40 quintali di profilati di tralicci, una centralina di recupero, ponti di lavoro, carrozzini di tesatura, argani, cricchetti e bobine di corda per stendimento, 700 equipaggi, 700 morsetti di sospensioni e morse d’amarro e 6.000 isolatori. La linea elettrica, una volta in esercizio (entro fine ottobre 2011), avrà benefiche ricadute sul distretto di Kami. Le centrali di Chinata e Quehata raggiungono infatti più di 20.000 persone disperse in oltre 150 comunità “campesine” delle etnie Aymara e Quetchua.

L’energia idroelettrica prodotta, oltre ad alimentare con continuità le utenze dell’area di Kami, è sufficiente a fornire energia fino a 80 km di distanza dal centro di produzione. A dicembre 2010 il progetto è stato selezionato per rappresentare l’Italia, nella categoria “large company”, all’European Employee Volunteering Award, il Premio internazionale organizzato da Business in the Community, l’organizzazione inglese di riferimento per la Sostenibilità d’impresa, e dalla Commissione Europea che ha indicato il 2011 quale Anno Europeo del Volontariato. Oltre all’Italia hanno partecipato al Premio progetti di altri 22 paesi.
Il 25 marzo 2011 il progetto Kami ha vinto il 5° “Premio Impresa Ambiente”, l’iniziativa della CCIAA di Roma patrocinata dall’UNIDO - United Nations Industrial Develpoment Organization, nella categoria “Migliore cooperazione per lo sviluppo sostenibile” e rappresenterà l’Italia agli European Business Awards for the Environment 2012, istituiti dalla Direzione Generale Ambiente della Commissione Europea per promuovere le organizzazioni che abbiano contribuito allo sviluppo sostenibile.

Fonte: EnergiaSpiegata

0 commenti:

Posta un commento

 
Top