Dopo un primo momento di malumore la riflessione conduce al vero senso delle cose, dei comportamenti, dei fatti. Abituati a parlare del negativo, filo conduttore dell’attività di comunicatori contemporanei, o degli aspiranti tali, legati, imprigionati e schiavizzati da vincoli di appartenenza, ci dimentichiamo di quel po’ di buono che c’è e che si fa. Un’occhiata fugace ai giornali, un ascolto disattento dei radio giornali e telegiornali, sono sufficienti per farsi un’idea della società in cui viviamo. Siamo tutti pronti a trovare riscontro con ciò che viene comunicato. Il luogo comune è, di conseguenza, di vivere in un paese dove non funziona niente, dove lo sviluppo è apparente e l’unica speranza è di sopravvivenza piuttosto che di vita.
La speranza è speranza, verrebbe da dire. Eppure delle cose buone ci sono. Esistono imprese, artigiani, che conservano competenze invidiabili a livello mondiale. Degli imprenditori brasiliani sono venuti a Napoli per imparare dagli artigiani di Capodimonte le tecniche di lavorazione della porcellana. Un’arte, questa, unica al mondo, rinomata ed apprezzata seppure tra mille difficoltà degli ultimi 10 anni.
Cosa c’è di così buono? Che nonostante tutto esiste un tessuto produttivo che ha delle competenze riconosciute a livello internazionale. E non è fatto di grandi capitali, imprese, o finte tali, ma di uomini che investono in proprio, in soldi, in fatica, in “autoformazione”. Gli artigiani napoletani si sono fatti da soli e qualche volta questo gli viene riconosciuto.
Cosa c’è di negativo? La notizia non fa notizia.
A nessuno interessa. Divulgare la notizia che c’è un potenziale positivo nel nostro territorio, sul quale si potrebbe investire, che potrebbe essere una risorsa per i giovani, per il territorio stesso, non interessa a nessuno. Nessun giornale ha pubblicato la notizia. Gli stessi giornali che parlano di spazzatura nelle strade e di vip nei locali alla moda. Gli artigiani, quelli che non comprano dalla Cina ma che producono in loco, che valorizzano la loro terra, vengono snobbati.
Questo è il primo momento di malumore, ma poi, meno male. Meno male che è così. Forse il bene non fa notizia perché conserviamo ancora un po’ di senso civico e civile, perché crediamo ancora che il bene sia la normalità, ciò che guia il nostro vivere quotidiano. Il negativo invece fa scalpore, ci stupisce ancora. Magari dovremmo aspettare che sia proprio tutto marcio per leggere qualche buona notizia sui giornali.
Ecco, quindi, il vero senso delle cose. Tutto è relativo, e per tutto c’è speranza. Se è buona non fa notizia, beh, … che sia un bene?
La speranza è speranza, verrebbe da dire. Eppure delle cose buone ci sono. Esistono imprese, artigiani, che conservano competenze invidiabili a livello mondiale. Degli imprenditori brasiliani sono venuti a Napoli per imparare dagli artigiani di Capodimonte le tecniche di lavorazione della porcellana. Un’arte, questa, unica al mondo, rinomata ed apprezzata seppure tra mille difficoltà degli ultimi 10 anni.
Cosa c’è di così buono? Che nonostante tutto esiste un tessuto produttivo che ha delle competenze riconosciute a livello internazionale. E non è fatto di grandi capitali, imprese, o finte tali, ma di uomini che investono in proprio, in soldi, in fatica, in “autoformazione”. Gli artigiani napoletani si sono fatti da soli e qualche volta questo gli viene riconosciuto.
Cosa c’è di negativo? La notizia non fa notizia.
A nessuno interessa. Divulgare la notizia che c’è un potenziale positivo nel nostro territorio, sul quale si potrebbe investire, che potrebbe essere una risorsa per i giovani, per il territorio stesso, non interessa a nessuno. Nessun giornale ha pubblicato la notizia. Gli stessi giornali che parlano di spazzatura nelle strade e di vip nei locali alla moda. Gli artigiani, quelli che non comprano dalla Cina ma che producono in loco, che valorizzano la loro terra, vengono snobbati.
Questo è il primo momento di malumore, ma poi, meno male. Meno male che è così. Forse il bene non fa notizia perché conserviamo ancora un po’ di senso civico e civile, perché crediamo ancora che il bene sia la normalità, ciò che guia il nostro vivere quotidiano. Il negativo invece fa scalpore, ci stupisce ancora. Magari dovremmo aspettare che sia proprio tutto marcio per leggere qualche buona notizia sui giornali.
Ecco, quindi, il vero senso delle cose. Tutto è relativo, e per tutto c’è speranza. Se è buona non fa notizia, beh, … che sia un bene?
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