Il temporary management ("manager in affitto") è una forma di prestazione a tempo determinato che un manager professionista offre ad un’impresa. Si differenzia da un tradizionale rapporto di consulenza, in quanto comporta un intervento che non è solo teorico (come nel caso della consulenza) ma si traduce spesso in un supporto operativo nei confronti dell’azienda cliente. Il temporary manager offre quindi un aiuto pratico, lavora in azienda e per l’Azienda, con l’obiettivo di pianificare e sviluppare un determinato progetto, una specifica area aziendale o un percorso di crescita generale, innestando professionalità in tutti i suoi addetti.

Una recente indagine svolta da Gidp/HRDA (Gruppo Intersettoriale Direttori del Personale, network di 1950 Direttori Risorse Umane delle imprese medio-grandi italiane) ha inteso indagare questa particolare tipologia di prestazione lavorativa in Italia, per verificarne la conoscenza e l’utilizzo da parte delle imprese italiane.

I risultati della ricerca sono stati resi noti lo scorso 24 ottobre a Milano durante il primo appuntamento di Assolombarda “Innovation Meeting”. L’indagine, strutturata in 15 domande, ha messo in luce le potenzialità di un servizio ancora non utilizzato al meglio.
“Conosco le metodologie adottate dai gestori del temporary - ha detto Citterio - e ne apprezzo i ritorni positivi, avendo utilizzato le strutture nel recente passato come direttore di risorse umane e con risultati in linea con le attese aziendali, sia per alcuni start up di nuove medie imprese, sia per il supporto temporaneo di uomini chiave in alcuni processi aziendali”.

Oggi in Italia il temporary management rappresenta un servizio conosciuto e apprezzato. L’85,96% del campione (114 direttori del personale con sede soprattutto nel Nord Italia) conosce il sevizio di temporary management. L’idea più diffusa che hanno i direttori è che sia un servizio alle aziende, di un’azienda specializzata nel campo, che mette a disposizione dell’impresa che lo richiede un manager per un periodo definito. Il 42,11% dei manager conosce delle società specializzate nel temporary management, ma solo il 14,04% del campione è ricorso almeno una volta a questo servizio.

Chi lo ha utilizzato ha preferito un free lance per il 28,07% e lo ha utilizzato soprattutto per ruoli dirigenziali e tecnici come quello dell’ Information Technology (10%), del direttore amministrativo, finanza e controllo (8,33%), direttore della logistica (6,67%), direttore dello stabilimento (5,83%), direttore commerciale (5%), direttore personale e organizzativo (5%), direttore generale (5%), direttore acquisti (3,33%), presidente e amministratore delegato (0,84%).

Chi ha già fatto esperienza diretta del temporary management si è dichiarato soddisfatto del servizio ricevuto (il 23,68%) che per il 2,63% è stato addirittura molto buono. Nessuno lo ha giudicato insufficiente.Le occasioni in cui più di frequente si ricorre al temporary management sono quelle più delicate o in generale di cambiamento, come delocalizzazioni (23,08%), ristrutturazioni o passaggi generazionali (15,39%). L'aiuto esterno consente anche di coprire temporanei vuoti aziendali (10,9% dei casi) o vi si ricorre anche in caso di acquisizione o vendita dell'impresa. La controindicazione principale al servizio consiste nella mancata integrazione del manager con colleghi e collaboratori (per l'8,77%) e il rapporto con i vertici (6,14%). Il 41,76% del campione ritiene che l'ostacolo maggiore alla diffusione di questo servizio risiede nella non conoscenza del fatto che esista e di conseguenza anche della sua utilità.

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