Dalla Verona del Medioevo a un assolato e cupo paese dell'Italia meridionale, scampato alle devastazioni della seconda guerra mondiale, dove desuete tradizioni e leggi furibonde, feroci sentimenti d'odio ed estreme passioni d’amore convivono tra loro. E’ un’ambientazione fiammeggiante e mediterranea quella che il coreografo e metteur en scene Fabrizio Monteverde ha scelto per la sua rilettura danzata della più nota e rappresentata tragedia shakespeariana di tutti i tempi: la storia d’amore e di morte di Giulietta e Romeo. Una storia romantica e travagliata, in bilico tra sentimento e ragioni di famiglia, che alle 21.00 di giovedì 10 aprile rivivrà sul palcoscenico del teatro Sociale di Busto Arsizio, nell’ambito di BA Teatro–Stagione cittadina 2007/2008, grazie all’Ente nazionale del balletto–Balletto di Roma, compagnia capitolina diretta da Cristina Bozzolini e Walter Zappolini.
A vestire i panni dei due leggendari amanti veronesi saranno la giovanissima, ma capace Noemi Arcangeli e il ballerino albanese Kledi Kadiu, noto al grande pubblico per i suoi interventi in programmi televisivi di grande ascolto come Buona domenica, C'è posta per te e Amici di Maria De Filippi, oltre che per la sua partecipazione alla fiction Rai Ma chi l’avrebbe mai detto (2006) e al film Passo a due (2005) di Andrea Barbini.
Nata nel 1989 in seno al Balletto di Toscana, compagnia straordinaria che s'impose per la bravura e per una strategia produttiva che puntava all’innovazione e alla danza d'autore, la coreografia di Fabrizio Monteverde, suddivisa in due atti e venti scene di forte impatto emotivo, cui fanno da colonna sonora le splendide musiche composte da Sergej Prokofiev nel 1940, «modernizza» il racconto shakespeariano. L’eterno astio tra le famiglie Montecchi e Capuleti viene trasferito da Verona a un qualsiasi paese del Meridione italiano, dal Medioevo al secondo dopoguerra, come ben dimostra la scenografia di desolata essenzialità ideata dallo stesso coreografo romano, con il fondamentale apporto del light designer Carlo Cerri, che ricrea sullo sfondo del palco un muro decrepito, un accumulo di macerie, simbolo della tragedia e degli orrori lasciati alle spalle.
La coreografia portata in scena dall’Ente nazionale del balletto–Balletto di Roma propone anche una Giulietta diversa dallo stereotipo restituitoci dalle numerose riduzioni musicali e cinematografie del capolavoro shakespeariano, dai balletti di Pëtr Il'ič Čajkovskij e Sergej Sergeevič Prokof'ev ai film di Franco Zeffirelli e Baz Luhrmann, passando per il musical West Side Story. La protagonista femminile pensata da Fabrizio Monteverde non è, infatti, l’adolescente timida, innocente e impacciata cui siamo abituati, ma una giovane ribelle, inquieta e passionale, simbolo di un irresistibile desiderio di sfuggire alle regole di un mondo piccolo e provinciale che impone alla donna un ruolo di sudditanza rispetto all’uomo.
Romeo, invece, è un ragazzo timido, introverso, solitario, totalmente aperto al desiderio e all’amore, vittima consapevole della volitiva irruenza di Giulietta, ma anche del livore che alberga nei cuori delle due madri, la sua e quella dell’amata, figure solo sinteticamente “affrescate” da William Shakespeare, che in questa rilettura diventano i veri motori della vicenda con la loro presenza ossessiva e opprimente, con i loro odi tessuti in silenzio. L’una, la Capuleti, è la tipica donna-oggetto sottomessa, «beghina» e sciocca; l’altra, la Montecchi, è una figura onnipresente, asfissiante e grintosa, «inchiodata istericamente a una sedia a rotelle».
Una scrittura d’autore di danza originale, dunque, quella proposta dall’Ente nazionale balletto-Balletto di Roma. Una scrittura serrata, dal ritmo cinematografico, «non soggiogata –si legge nella nota di presentazione- dai temibili riferimenti "storici", ma autonoma e sicura nel mettere a fuoco dal plot shakespeariano, scavando con ispirazione "rabbiosa" nei sentimenti e nei caratteri dei personaggi gli aspetti più consoni all'umore e all'immaginario del coreografo romano, fortemente influenzato da echi cinematografici (da qui il riferimento nell'ambientazione e nei costumi, al cinema neorealista di Rossellini e Visconti), ma anche da riferimenti letterari (così che la governante di Giulietta ha inquietudini e fremiti che ricordano l'omonima creatura di Brancati), o da citazioni di usanze e costumi nostrani (tanto che il ballo diventa una "vasca" da struscio cittadino, con le donne in piena "esposizione" delle proprie "mercanzie" e Giulietta morta indossa il virginale abito da sposa dei funerali meridionali)».
Il risultato è una coreografia nervosa, scattante, asciutta e lineare, che cede spesso il posto a passi a due di intima dolcezza e nella quale le forze espressive della formazione modern di Fabrizio Monteverde si fondono in un legato continuo agli spunti e alle linee della danza neoaccademica. Semplici e senza fronzoli anche i costumi di Eve Kohler, che mai fanno rimpiangere i ricchi merletti e gli improbabili corpetti d’oro e d’argento, da falso Medioevo, dei balletti del grande repertorio, soprattutto ottocentesco.
Il costo del biglietto di ingresso per Giulietta e Romeo è di euro 30 per l’intero ed euro 25 per il ridotto, riservato a giovani fino a 26 anni, militari, over 65, Cral, scuole, biblioteche, associazioni con minimo dieci persone. Per informazioni e prenotazione è possibile rivolgersi agli uffici del teatro Sociale di Busto Arsizio (tel. 0331 679000) dal lunedì al venerdì, dalle 15.30 alle 18.00.

Per informazioni alla stampa: Ufficio stampa teatro Sociale di Busto Arsizio - Annamaria Sigalotti, piazza Plebiscito 1 – 21052 Busto Arsizio (Varese) tel. 0331.679000, fax. 0331.637289, cell. 347.5776656, e-mail: press@teatrosociale.it.

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