NUTRACEUTICA E FITOMEDICINA: VALIDE "ALTERNATIVE"
UTILI INDICAZIONI DEL DOTT. PIETRO CAMPANARO
I recenti dati sullo stato di salute della popolazione italiana sono poco confortanti. Circa il 50% degli italiani è in sovrappeso e un italiano su quattro è obeso con il frequente rischio di sviluppare malattie dismetaboliche quali ipertensione, diabete e malattie cardiovascolari che hanno un costo molto elevato per la società; un bambino su cinque è obeso e da adulto sarà un potenziale malato cronico. Negli ultimi anni il ricorso ai farmaci per curare le varie patologie è cresciuto in maniera esponenziale ma analizzando meglio i recenti dati ISTAT si nota che è notevolmente cresciuto anche il numero degli italiani (13,6%) che fa ricorso a terapie "alternative" o "non convenzionali" quali omeopatia, fitoterapia e agopuntura tra le principali, con una percentuale di soddisfazione di
oltre il 60% per i risultati ottenuti. Le motivazioni che spingono a tali scelte sono diverse: insuccesso delle terapie farmacologiche convenzionali, desiderio di terapie naturali e meno invasive più in sintonia con i ritmi biologici, ricerca di tipologie di trattamenti innovativi e più in linea con il modello di vita naturalistico e salutistico.
Modelli alimentari più a misura per il corpo umano e approcci terapeutici meno invasivi sono il futuro della medicina sia preventiva che curativa. Sempre più si parla di nutraceutica come scienza che studia quegli alimenti che hanno proprietà farmacologiche e in una corretta e completa alimentazione i "nutraceutici" sono già contenuti in abbondanza.
E per quanto riguarda l'utilizzo di farmaci nel trattamento delle varie patologie alcuni di essi potrebbero essere sostituiti da sostanze naturali scientificamente validate, altrettanto efficaci ma
con meno effetti collaterali.
Tra le varie terapie naturali la fitoterapia, che più correttamente andrebbe definita fitomedicina in quanto branca naturale di una medicina ufficiale con millenni di storia scientifica, ha sicuramente un ruolo di primaria importanza. Nei secoli gli estratti di erbe e piante sono state le
prime "medicine" che l'uomo ha assunto per curare un malessere. La fitomedicina attuale non è fatta più di tisane, decotti e polverine ma di sostanze (fitocomplessi) estratte con tecniche moderne e scientifiche (titolazione e standardizzazione) che le rendono farmaci a tutti gli effetti con i relativi benefici terapeutici e rischi se non assunte correttamente. Occorre quindi una "cultura" sulle fitomedicine, non basta solo conoscere le proprietà terapeutiche di una pianta ma bisogna conoscere anche i suoi potenziali effetti collaterali e che cosa potrebbe accadere utilizzandone diverse contemporaneamente o in associazione con altri farmaci e per questo occorre una informazione chiara e corretta.
Per questo motivo nel 2001 è nato il progetto http://www.fitomedicina.it/ a carattere scientifico-divulgativo, aperto a tutti coloro che "coltivano" il campo della fitomedicina.
Ed ecco che sulla base di questi presupposti il recupero di una alimentazione valida e il corretto utilizzo di sostanze naturali possono diventare delle valide ed efficaci alternative alle terapie farmacologiche; i policosanoli (estratti dalla canna da zucchero) alle statine per il trattamento dell'
ipercolesterolemia, l'iperico agli antidepressivi e la valeriana agli ansiolitici, l'uva ursina agli antibiotici nelle infezioni urinarie, l'arnica montana ed il gambo di ananas agli antinfiammatori, il mirtillo, la centella asiatica e l'ippocastano ai farmaci per problemi di circolazione, il cardo mariano, il tarassaco ed il carciofo a quelli per il fegato, l'arpagofito e la boswellia ai farmaci antireumatici, l'echinacea a quelli per stimolare il sistema immunitario, la papaia ai farmaci per la digestione, la perilla ed il ribes agli antistaminici per le allergie, la serenoa ai farmaci per l'ipertrofia prostatica e gli isoflavoni di soia a quelli per la menopausa e… si potrebbe continuare ancora per molto con le valide "alternative".
oltre il 60% per i risultati ottenuti. Le motivazioni che spingono a tali scelte sono diverse: insuccesso delle terapie farmacologiche convenzionali, desiderio di terapie naturali e meno invasive più in sintonia con i ritmi biologici, ricerca di tipologie di trattamenti innovativi e più in linea con il modello di vita naturalistico e salutistico.
Modelli alimentari più a misura per il corpo umano e approcci terapeutici meno invasivi sono il futuro della medicina sia preventiva che curativa. Sempre più si parla di nutraceutica come scienza che studia quegli alimenti che hanno proprietà farmacologiche e in una corretta e completa alimentazione i "nutraceutici" sono già contenuti in abbondanza.
E per quanto riguarda l'utilizzo di farmaci nel trattamento delle varie patologie alcuni di essi potrebbero essere sostituiti da sostanze naturali scientificamente validate, altrettanto efficaci ma
con meno effetti collaterali.
Tra le varie terapie naturali la fitoterapia, che più correttamente andrebbe definita fitomedicina in quanto branca naturale di una medicina ufficiale con millenni di storia scientifica, ha sicuramente un ruolo di primaria importanza. Nei secoli gli estratti di erbe e piante sono state le
prime "medicine" che l'uomo ha assunto per curare un malessere. La fitomedicina attuale non è fatta più di tisane, decotti e polverine ma di sostanze (fitocomplessi) estratte con tecniche moderne e scientifiche (titolazione e standardizzazione) che le rendono farmaci a tutti gli effetti con i relativi benefici terapeutici e rischi se non assunte correttamente. Occorre quindi una "cultura" sulle fitomedicine, non basta solo conoscere le proprietà terapeutiche di una pianta ma bisogna conoscere anche i suoi potenziali effetti collaterali e che cosa potrebbe accadere utilizzandone diverse contemporaneamente o in associazione con altri farmaci e per questo occorre una informazione chiara e corretta.
Per questo motivo nel 2001 è nato il progetto http://www.fitomedicina.it/ a carattere scientifico-divulgativo, aperto a tutti coloro che "coltivano" il campo della fitomedicina.
Ed ecco che sulla base di questi presupposti il recupero di una alimentazione valida e il corretto utilizzo di sostanze naturali possono diventare delle valide ed efficaci alternative alle terapie farmacologiche; i policosanoli (estratti dalla canna da zucchero) alle statine per il trattamento dell'
ipercolesterolemia, l'iperico agli antidepressivi e la valeriana agli ansiolitici, l'uva ursina agli antibiotici nelle infezioni urinarie, l'arnica montana ed il gambo di ananas agli antinfiammatori, il mirtillo, la centella asiatica e l'ippocastano ai farmaci per problemi di circolazione, il cardo mariano, il tarassaco ed il carciofo a quelli per il fegato, l'arpagofito e la boswellia ai farmaci antireumatici, l'echinacea a quelli per stimolare il sistema immunitario, la papaia ai farmaci per la digestione, la perilla ed il ribes agli antistaminici per le allergie, la serenoa ai farmaci per l'ipertrofia prostatica e gli isoflavoni di soia a quelli per la menopausa e… si potrebbe continuare ancora per molto con le valide "alternative".
Dr. Pietro Campanaro
Medico-Chirurgo Nutrizionista, Specialista in Scienze dell'
Alimentazione, Fitoterapeuta
http://www.fitomedicina.it/
info@fitomedicina.it
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