Quella del vocabolario è stata una delle mie prime letture, ed ancora oggi mi affascina. Oltre a sfogare il mio bisogno di determinazione, il vocabolario ha forgiato un mio canone di conoscenza. La definizione delle parole, il suo dare significato alle cose, concentra e al tempo stesso dilata la mia fantasia. Questa “piazza universale”, come lo intitolò un antico lessicografo, questa “fabbrica di frequenze” come io lo considero, è stata la guida dei miei temi scolastici ed è quella dei miei scritti recenti.
Il vocabolario ha anche la funzione di regolamentare la comprensione delle cose. Nell’interpretazione legislativa o nel gioco delle traduzioni linguistiche, ad esempio, limita la possibilità di fraintendere; in altri casi la esclude. Rimane solo nell’umana volontà la possibilità di eluderlo, esercitando l’opzione di mancata serietà.
E sempre con l’aiuto del vocabolario, è bene ricordare che il termine “serietà” definisce chi “nel comportamento, negli atti, nelle parole e simili, denota ponderatezza, gravità, attenta considerazione dei fatti e delle loro conseguenze, coscienza dei propri doveri e compiti, risultando alieno da leggerezza e superficialità. Chi ha coscienza e rispetto della propria moralità e del proprio onore”.
In virtù di quanto menzionato, voglio citare l’ennesimo caso in cui siamo stati coinvolti io, la mia azienda ed il ricercatore Alessandro Mendini.
Nei mesi scorsi, sono stata contattata dal direttore di un Istituto internazionale no profit, autorizzato dalle autorità italiane ad introdurre sul mercato soluzioni relative al problema dei terreni inquinati divenuti improduttivi. A conoscenza dell’iniziativa della bonifica gratuita dei terreni agrari, dapprima ha chiesto un appuntamento telefonico con il ricercatore, sviluppando poi nel giro di quattro mesi una serie di proposte. Prima fra tutte, quella relativa alla realizzazione di sistemi per la produzione di energia da fonti alternative, recapitata all’ultimo momento alla AXS M31, prima di un incontro con alcuni esponenti e nonostante essa sia solamente produttrice di bio-formulazioni avanzate per l’agricoltura.
Il ricercatore mi ha inviato una lettera, poi inoltrata a questo Istituto, in cui spiegava molto bene le due possibili vie, qui di seguito riportate:
“La prima via è molto tranquilla e consiste in un affare commerciale con la AXS M31 di Zambanini Silvana unica titolare produttrice di Bio Aksxter, prodotto già omologato e sul mercato italiano da 7 anni ed in via di espansione sul mercato CE; in questo modo quando la parte commerciale è avviata, automaticamente ed in fiducia reciproca si può prendere in considerazione di avviare anche il progetto energia nel modo migliore.
L’altra via è esclusivamente rivolta al progetto energia, ma in questo modo occorrerà osservare altri parametri di dialogo politico-economico e sarò io a dare tempi, costi e modalità. Dato che, come sempre detto, sono l’unico depositario di questo tipo di energia cosmica in passaggio perpetuo solo io posso costruire i prototipi per la produzione di questa energia e divulgare al committente tutte le informazioni relative. Se la produzione avviene tramite un ente privato o privato cittadino, ci deve essere un apposito contratto e la sua relativa trasmissione alle autorità di competenza ed inoltre all’Intendenza di Finanza, all’arma dei Carabinieri ed alla Polizia di Stato (tutto questo per un controllo antimafia e antiterrorismo).
I tempi del contratto con me sottoscritto non potranno essere inferiori a 10 anni, inoltre costi e competenze saranno valutati da me stesso. Si intende che il progetto è e sarà sotto mie indiscusse direttive progettuali ed economiche e non dovrà subire nessuna interruzione di tipo economico e strutturale.”
Seppure il vocabolario non lasci intendere diversamente la parola due, in luogo di un dialogo, ci è stata offerta una insidiosa terza via.
Apparentemente, un’invitante proposta commerciale alla quale, visto che non eravamo disponibili a condividere le risorse reciproche, ne è seguita un’altra.
In essa venivano considerate le “difficoltà di superamento del sistema di protezione dall’ingresso di nuovi prodotti esercitato dalle lobbie industriali internazionali”, che l’Istituto avrebbe risolto nel giro di un anno; nel frattempo avremmo dovuto fornire gratuitamente il prodotto per effettuare le sperimentazioni e, relativamente al territorio italiano, dovevamo prendere contatto con un funzionario del ministero dello sviluppo economico, esattamente della direzione generale energia, con un chimico del settore agrario di un importante gruppo industriale ed infine con un premiato agroecologo, potenziale partner commerciale.
Mi sono poi pervenute le mail di segnalazione, delle avanzate conoscenze e concrete realizzazioni del ricercatore Alessandro Mendini, inviate a questi tre referenti dal direttore dell’Istituto, il quale però non aveva tempo per incontrare e conoscere personalmente il ricercatore.
Alla nostra richiesta di convocazione ufficiale da parte delle Istituzioni o di sbocco commerciale quale condizione sine qua non, con una successiva mail ci hanno comunicato che “avviando un protocollo di collaborazione scientifica con il nostro Istituto, automaticamente partirebbero iniziative di cooperazione e quindi di sviluppo dei rapporti commerciali di vendita anche del prodotto Bio Aksxter”.
Infine, quando il ricercatore ha richiesto un incontro faccia a faccia con il signor xxx, la trattativa per la commercializzazione di Bio Aksxter, evidentemente posta in atto dall’avvocato del diavolo, è sfumata insieme alla mancata possibilità dell’energia.
Perché si è finto di introdurre Bio Aksxter su larga scala, quando ciò che si vuole è l’energia?
Perché le autorità italiane hanno attivato questa operazione attraverso uno stato estero?
Perché lo Stato passa attraverso commissionatori e strutture private? Questa proposta è partita realmente dalle autorità? Si tratta di una manovra anticostituzionale? Di sottomafia?
Visto che fra le tante proposte c’è stata anche quella di cambiare nome al prodotto, forse Enti ed Istituzioni vorrebbero ripulirsi del passato? – dico rivolgendomi al ricercatore Alessandro Mendini.
E lui, risponde:– L’unico modo rimane sempre quello di aprire le porte alla mia formulazione. Oggi, si fanno investimenti astronomici su palle e palloni, ma anche se il nostro pianeta è una pallina, nessuno investe su dove viviamo. Non possiamo cercare altri pianeti e civiltà se non siamo civili noi. Tutti vogliono dominare l’altro, anziché avere un dialogo in linea per una meta comune. Perché io spieghi le cose serve armonia.
L’agricoltura non può fare a meno di Bio Aksxter ed il sistema agricolo non può prestarsi a questo gioco, schierando contro i suoi tecnici. I tecnici devono fare i tecnici, non spargere fango sulla nostra serietà con sorrisini ambigui ed insinuando dubbi agli agricoltori con frasi come “in fondo non fa proprio tutto quello che si dice” e “costa troppo”, oltretutto riferendo un prezzo triplicato. Comunque, per quello che fa, non sarebbe mai troppo.
Ma soprattutto, si deve smettere di negare l’evidenza dei fatti: siamo l’unica azienda che fa innovazione, tutte le altre ne parlano. Siamo l’unica azienda in grado di bonificare i terreni agrari dei propri clienti, e lo facciamo gratuitamente.
Signori, questa innovazione della quale non riuscite nemmeno a dire il nome, segue la linea della vita planetaria che si modifica ogni attimo ed è l’unica corda che può tirarvi fuori dalle sabbie mobili in cui sapete di stare, ma in cui fingete di non stare.
Pensate di coprire così gli esborsi di soldi pubblici con i quali avete sovvenzionato coloro che da più di trent’anni vi promettono “manca poco per arrivarci”?
Signori, siate seri, almeno per evitare di essere ……….. della peggior specie.
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