Una delle più grandi contraddizioni dei nostri tempi riguarda le distanze esistenti tra i popoli: geograficamente parlando le distanze tra paesi stranieri si accorciano sempre di più, sia i mezzi di comunicazione che quelli di trasporto danno l'illusione di essere vicini a qualsiasi altra parte del mondo, e di dover solo accendere il televisore o prendere un aereo per trovarsi in un altro luogo. D'altro canto a questa relativa distanza geografica non corrisponde un sentimento vero e proprio di vicinanza tra popoli diversi, e pregiudizi, ignoranza, intolleranza e incomprensione sono problemi tutt'altro che superati.

Il festival "Senza Frontiere", che si svolge a Roma tra l'1 e il 3 luglio (prenotate subito alberghi a Roma), si pone l'obiettivo di mostrare ciò che gli esseri umani hanno in comune, al di là delle diversità culturali e religiose e, raccontando storie di incontri tra popoli diversi, si propone di dimostrare come sia possibile superare le barriere fisiche e mentali che esistono fra le genti.

Il festival, giunto alla sua seconda edizione (la prima ha avuto un notevole successo, attirando negli appartamenti per vacanze di Roma moltissimi cinefili), trae ispirazione dal documentario di Paul Smaczny "Konwledge is the Beginning" (la conoscenza e' l'inizio): riprendendo il tour della West-Eastern Divan Orchestra, composta da musicisti provenienti da Siria, Egitto, Libano, Israele e Palestina, il documentario mostra come gli abitanti di paesi in lotta fra di loro possono viaggiare, lavorare e vivere insieme, imparando qualcosa gli uni dagli altri.

E i film che vengono selezionati ogni anno per partecipare al festival si inseriscono nella scia dei temi trattati da questo documentario, e raccontando delle storie cercano di trovare una umanità comune a vari popoli che vada al di là di ogni frontiera. Circa 15 film di ogni genere (lungometraggi, corti, documentari, film d'animazione) vengono presentati in ogni edizione del festival, e le proiezioni sono accompagnate da incontri con i registi e da dibattiti che permettono ai turisti in viaggio a Roma di approfondire i temi trattati e di scambiare le proprie idee con gli altri.

Tra i temi trattati in questa edizione del festival, il ruolo della donna nelle diverse culture (nel film "Feminin – Masculin" di Sadaf Foroughi), la censura ("Head Wind" di Mohammad Rasoulof), la percezione negativa che troppo spesso si ha dell'Islam ("I Bring What I Love" di Elizabeth Chai Vasarhelyi), la pace e la non-violenza come mezzi per raggiungere obiettivi importanti ("Kashmir: Journey to Freedom" di Udi Aloni), la ricerca della propria identità ("Off and Running" di Nicole Opper), e molti altri. Da segnalare inoltre i cortometraggi realizzati da alcuni studenti di Roma e ispirati al tema del muro, a vent'anni di distanza dal crollo del muro di Berlino. Iniziativa, questa, che unita al saggio fotografico presentato durante il festival da alcuni studenti di New York, mette in luce come sia necessario imparare fin da bambini ad abbattere le frontiere tra i popoli.

Durante il festival sarà inoltre possibile visitare la mostra "The Course of History" (il corso della storia) del fotografo belga Bart Michiels, che è stato sui campi di battaglia più famosi d'Europa fotografando quei paesaggi come appaiono oggi, per mostrare come il passare del tempo copra i massacri compiuti durante tali battaglie, mentre gli uomini ancora non riescono a trovare una "cura" per la guerra.


Date: 1 – 3 Luglio 2009
Dove: Casa del Cinema, Roma, Italia
Articolo a cura di Trenet Srl - creazioni siti web

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