MARISA LA PENNA - Il Mattino - Già da qualche giorno le ceramiche artistiche di Capodimonte, fiore all’occhiello del nostro artigianato, fanno bella mostra di sé sugli scaffali dei magazzini «Wing On», una delle più importanti catene commerciali di Hong Kong. In assoluta controtendenza, i lavori dei nostri maestri ceramisti vengono esportati verso la regione cinese dalla quale, come è noto, parte invece la maggiore quantità di ogni genere di mercanzia che invade i mercati di tutto il mondo, compresa l’imitazione delle nostre splendide ceramiche. Alzatine, composizioni floreali, cornici, statuine e complementi d'arredo bianco latte realizzate dai maestri di Capodimonte sono acquistabili così dalla clientela cinese a prezzi che oscillano dai mille ai cento euro. Questa opportunità di esportazione commerciale è nata da una delle partecipazioni fieristiche della «Polo Capodimonte scarl», la società consortile realizzata dagli artigiani della ceramica e collegata al Consorzio Capodimonte (che ha invece come obiettivo proprio la promozione del settore). «L’apertura di questo nuovo sbocco, inutile sottolinearlo, è importante non tanto per la capacità delle microimprese della ceramica locale di inventarsi percorsi di internazionalizzazione commerciale a dispetto di un territorio a dir poco ostile alla promozione ed al sostegno all'imprenditorialità locale quanto per le riflessioni, oserei dire le lezioni, che possiamo trarre» commenta, con soddisfazione, l’economista Vincenzo De Bernardo, presidente della Polo Capodimonte e del Consorzio Capodimonte. «E non si tratta di una presenza breve, ma di un vero e proprio presidio nel reparto gift dei negozi Wing On voluto da manager cinesi convinti che il made in Naples sia molto più accattivante e rispondente ai gusti estetici della domanda locale» assicura De Bernardo. Da questa nuova domanda cinese si evince così che più nessuno - e meno ancora i cinesi, maestri indiscussi della ”copia” - si accontenta delle imitazioni e dei prodotti a basso costo, che da troppo tempo hanno invaso il mercato. Questa esperienza mostra che esiste una vera e propria potenzialità dell'artigianato e della piccola impresa che può produrre sviluppo ed occupazione. I maestri di Capodimonte esprimono l’auspicio che le istituzioni locali «colganoquesta opportunità e organizzino con noi e per noi gli strumenti necessari a sostegno della produzione». Tra questi «strumenti», con la crisi della domanda locale, hanno sicuramente un rilievo fondamentale le iniziative commerciali. Sono trenta le imprese ceramiche e dieci le imprese di filiera del Polo Capodimonte. Al momento sono cento i lavoratori che vi prestano servizio. Ma possono diventare seicento quelli occupabili se l’esperienza cinese dovesse ampliarsi e fare da traino ad esportazioni in altri paesi.

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