Rimini non è fatta solo di divertimento e notti di festa che durano fino al mattino. È una città antica ricca di storia e di cultura, che ha molte storie da raccontare.

Arminium deve la sua nascita alla spiaggia, che ospitò i suoi primi cittadini; andando un po’ avanti nel tempo, vediamo l’insediamento trasformarsi in una città romana, abbellita da costruzioni che ancora oggi possiamo ammirare: l’Arco di Augusto, il più antico rimasto integro. La politica “pacifista” dell’imperatore Augusto dette origine a quest’arco, di dimensioni troppo grandi per ospitare una porta: era infatti considerata inutile, dato che l’arco voleva essere inteso come entrata in città, e non come difesa, rendendo inutili le porte che si sarebbero potute chiudere in caso di guerra. I merli ghibellini che sovrastano l’arco sono ovviamente un’aggiunta successiva, collocabile nel X secolo.

Anche il Ponte di Tiberio risale all’epoca romana: la sua costruzione iniziò nel 14 d.C., durante il regno di Augusto, per essere ultimata nel 21 d.C., con Tiberio. È conosciuto anche con il nome di “Ponte del Diavolo”, perché la tradizione vuole che i due fori visibili sul parapetto del ponte siano un’impronta lasciata da Belzebù in persona. La logica, come spesso accade, sfata le superstizioni, dando una spiegazione molto più realistica: i due fori potrebbero avere la funzione di fissare le carrucole per il carico delle barche che sostano sotto il ponte. Spesso accade anche però che degli avvenimenti insinuino dei dubbi nonostante il ragionamento logico sia più che verosimile: il “ponte del Diavolo” di Rimini, nonostante i Panzer tedeschi e i vari tentativi di demolizione da parte dell’esercito nazista durante la Seconda Guerra Mondiale, è ancora lì… soggiornando in un hotel 3 stelle Rimini, oppure scegliendone uno nei dintorni, ad esempio un hotel cattolica, si potranno visitare tutte le bellezze dei dintorni, ricchi di storie da raccontare.

Lasciando da parte tradizioni e superstizioni, continuiamo a dare uno sguardo alla città: del Tempio Malatestiano, o Duomo, ci sono riferimenti già nel IX secolo; ma moltissimi cambiamenti furono fatti per volontà di Sigismondo Pandolfo Malatesta, Signore di Rimini nel XV secolo – da qui il nome di “Tempio Malatestiano”. La denominazione di “tempio” viene dal fatto che Sigismondo fu scomunicato da papa Pio II nel 1460, e dette una svolta ai lavori nella chiesa: ordinò che la fino ad allora Chiesa Santa Maria in Trivio divenisse il sepolcro della sua famiglia. Volle eliminare tutti i simboli cristiani: nessuna croce, nessun santo, ma quattro cappelle laterali dedicate alle muse, allo zodiaco, agli innocenti e ai giochi infantili, ed altre due dedicate a Sigismondo stesso e a Isotta, sua compagna. “S” e “I” sono infatti ripetute ovunque, nel tempio, per ricordare l’amore tra i due – o, come dicono altri, per ricordare solo Sigismondo con le due lettere iniziali del suo nome … comunque, se lo si guarda da fuori, si nota che il tempio non è completo: era prevista al centro una cupola grandiosa, almeno quanto quella di Firenze, ma finì la pecunia dei Malatesta, e finirono i lavori.

Tante altre sono le bellezze di Rimini, tutte da scoprire: l’offerta turistica è molto abbondante, e si può approfittare delle offerte speciali Rimini; ma le visite culturali nei tantissimi monumenti della città devono essere giustamente intervallate da notti di festa negli altrettanti locali!



A cura di Lia Contesso

Prima Posizione Srl – comunicazione d'impresa

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