Condividere e trasmettere la Sardegna. di Giovanni Sedda
“Ci congedammo, e mi recai al mio sito balneare dinanzi
all’Isola dei Serpenti. Cercai di nuovo la grotta del pastore
di bufali: la caverna dell’età della pietra. La località
si chiama Punta Molentis. Là si protende un banco frastagliato
di roccia granitica che racchiude in sé una piccola
laguna. Avevo portato con me il tubo respiratorio e la maschera,
e nuotai lentamente avanti e indietro nella poca
profondità di quell’acquario. ” da “Terra Sarda” di Jünger
La terra di Sardegna ha sempre avuto un legame molto stretto con i suoi visitatori.E questi viaggiatori hanno spesso tradotto in poesie ed in romanzi delle sensazioni benefiche che questa terra sa trasmettere.
E’ incredibile come soffermandoci su queste poche righe avvertiamo come un desiderio istintivo di preparare perlomeno una sacca da trekking, ed iniziare un’ escursione rigenerante.I nostri luoghi dai nomi affascinanti ed antichi divengono lo spot migliore per il nostro turismo se rappresentati e testimoniati con passione.
Il granito che si modella sul mare,il mare che diventa acquario, il nuoto e la scoperta dei fondali come esempio semplice di turismo attivo, l’ estasi della contemplazione di un paesaggio che rasserena l’ anima, il gusto ed i sapori che completano l’ esperienza visiva.
Possiamo studiare la comunicazione e fare gioco sulle leve del marketing e della gestione delle immagini,ma sono la condivisione di una passione e la consapevolezza di poter trasmettere agli altri un esperienza di viaggio semplice ed evocativa che ci vengono ricordate ogni qual volta riprendiamo in mano un libro che descrive la Sardegna e la sua bellezza .
Non solo le descrizioni precise della Deledda, la poesia e l’immaginario favolistico di S.Atzeni, la curiosità antropolica di Wagner o le canzoni di De Andrè possono ispirarci curiosità e desiderio di conoscere un territorio, ma anche le nostre foto, i nostri racconti di vacanze, le nostre esperienze. Esperienze raccontate come se seduti su uno scosceso, consumando un pranzo all’ aperto dopo aver nuotato ed esplorato i fondali fossimo il primo anello di un messaggio turistico caratterizzante di una terra fantastica.
La “Illador ” narrata da Junger altro non è che la Villasimius del 1954, così come la Sardegna da conoscere ed esplorare oggi, può divenire un idea soggettiva ed anche un immagine per le vacanze-viaggio di tante persone.
Se allora la letteratura traduce ed invoglia al viaggio ed alle Vacanze in Sardegna, allo stesso tempo la Sardegna può essere ispirazione e fonte di un percorso rigenerante per il turista ed il viaggiatore, che in un ciclo virtuoso diverrà nuovamente testimone e sponsor del territorio che lo ha ospitato.
“Avevo portato con me il tubo respiratorio e la maschera,
e nuotai lentamente avanti e indietro nella poca
profondità di quell’acquario. Poi, seduto sulla scogliera,
feci onore al cestino della colazione che la signora Bonaria
mi aveva dato, avvolto in un pacchetto.”
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