I blue-jeans sono nati come pantaloni da lavoro, confezionati con la stoffa resistente a tutto e poco costosa “de Nimes” e colorata con il “blu di Genova”.
Mentre oggi come abiti da lavoro si utilizzano a seconda dei casi abiti monouso o speciali a seconda dell’ambiente e dell’utilizzo, nei secoli passati la sicurezza sul lavoro era un argomento che ancora non si era sviluppato: per confezionare gli indumenti da lavoro si ricercavano tessuti molto resistenti e poco costosi.
Quando il cotone divenne facilmente reperibile ed economico, a Nimes si iniziò a produrre un genere di tessuto fatto con l’ordito in lino e la trama in cotone, e veniva chiamato tessuto “de Nimes”, da cui il nome “denim”. Arrivava in Italia, dove in Liguria veniva colorato con il “blu di Genova” e utilizzato inizialmente per le vele delle navi, per ricoprire le merci e per confezionare i pantaloni dei marinai genovesi, in quanto molto resistente. Di lì arrivò negli Stati Uniti, dove la produzione dei pantaloni da lavoro, che possiamo considerare come l’antenato del moderno abbigliamento antinfortunistico, diede vita ai “blue-jeans”.
Fino alla metà del XIX secolo dicendo blue-jeans ci si riferiva al tessuto, mentre da allora in poi il termine indicherà il celebre modello di pantaloni. Mentre a quei tempi venivano utilizzati come abbigliamento di protezione, resistente e poco costoso, insieme a stivali e scarponi ben diversi dalle moderne scarpe antinfortunistica.
L’arrivo del tessuto de Nimes colorato con il blu di Genova negli Stati uniti è dovuto a Löb Strauβ, che dopo il suo arrivo e naturalizzazione negli USA cambierà il suo nome in Levi Strauss: Levi raggiunse i suoi due fratelli a New York, che avevano impiantato lì una fiorente industria di abbigliamento. Dopo alcuni anni si trasferì a San Francisco, dove sfruttò la richiesta di tessuti particolarmente forti per la produzioni di abiti da lavoro e vele aprendo, insieme a suo cognato David Stern, la Levi Strauss & Co.
Oltre ad essere stato tra i primi ad utilizzare il tessuto “blu di Genova de Nimes” per l’abbigliamento, Levi Strauss ha anche il merito di aver inventato un particolare modello pensato appositamente per i minatori, ovvero la salopette.
Una volta entrati nel mercato, i blue-jeans arrivarono in tutto il mondo: comodi, duraturi e poco costosi, erano perfetti per chiunque avesse bisogno di vestiti per lavorare. In effetti, dei Mille di Garibaldi si ricordano le camicie rosse, ma pare che nella battaglia di Marsala molti di loro, Garibaldi compreso, indossassero un paio di blue-jeans.
In ricordo delle origini dei moderni blue-jeans, nel 2004 a Genova è stato confezionato un paio di pantaloni blu di Genova alti 18 metri, con un girovita di 5 metri: sono stati disegnati dagli studenti del liceo artistico “Barabino” e confezionati da quelli dell’istituto professionale “Duchessa di Galliera”, utilizzando seicento paia di jeans usati.
Oggi la situazione è cambiata molto sia per i jeans, sia per l’abbigliamento da lavoro: mentre i primi non sono più l’indumento economico e resistente di un tempo, gli abiti da lavoro sono diventati più tecnici, studiati appositamente per proteggere al meglio chi li indossa.
A cura di Lia Contesso
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