In un villaggio minerario della Bolivia, a Kami, l'intuizione di un salesiano viene realizzata da un gruppo di volontari sostenuti dalla società italiana Terna: 37 chilometri di rete elettrica entro il 2011 consentiranno alla gente di migliorare la loro vita, oggi molto dura.
Kami è un piccolo villaggio delle Ande boliviane, a 4 mila metri di altezza. Lo abitano soprattutto minatori, con le loro famiglie: uomini che estraggono un metallo, il tungsteno, calandosi in piccolissimi cunicoli scavati nella montagna, a mezzo chilometro sotto terra. Situazioni di lavoro difficilissime e la vita media è di 30 anni.
In questo villaggio qualcosa e' cambiato, grazie alla realizzazione di un miracolo: un elettrodotto.
Tutto comincia quando padre Serafino Chiesa, il salesiano responsabile della missione di Kami, si convince che ripristinare una vecchia centrale idroelettrica in disuso può migliorare le condizioni di vita della gente.
In questo sogno credono in pochi, all'inizio: i volontari della ong internazionale COOPI, coordinati da Efrem Fumagalli e Giampiero Fantini e Adriano Selva, tecnici della società Terna, che si occupa di reti per la trasmissione dell'energia elettrica. I due collaborano a titolo personale, studiano le necessità tecniche del progetto, ridisegnano ex novo la linea.
Il gruppo spontaneo riesce a coinvolgere nell'impresa, con uno straordinario passaparola, amici, colleghi e pensionati anche di altre aziende.
La svolta, però, arriva quando Fantini e Selva convincono il Gruppo italiano Terna a sostenere il progetto.
Il risultato e' una nuova linea elettrica lunga 37 chilometri, che colleghera' entro il 2011 le centrali di Quehata e Chinata alla rete boliviana, diventando il motore di uno sviluppo sostenibile per tutta l'area.
Questa incredibile storia è raccontata ora in un libro: «Kami, la missione dell'energia» (Silvana Editoriale), presentato recentemente all'ateneo romano della Luiss.
L'iter della linea elettrica immaginata dal missionario salesiano e realizzata grazie ad uno straordinario impegno viene ricostruito attraverso fotografie e appunti di viaggio, immagini e parole, descrizioni e suggestioni.
Si tratta di un innovativo progetto di collaborazione tra impresa e accademia, che si rivolge al mondo della cultura puntando sul contributo di alcuni giovani cui è stata offerta la possibilità di raccontare, attraverso immagini e parole, la storia della linea elettrica di Kami così come l'hanno vista e vissuta sul campo.
Ne è nata un'opera in cui il percorso fotografico, tracciato dagli scatti del talento emergente Daniele Tamagni, si interseca con il racconto dello scrittore Roberto Cotroneo e con gli appunti di viaggio delle due studentesse della LWS-LUISS Writing School, Florinda Martucciello e Irene Salvadorini.
«Il progetto - sottolinea durante la presentazione del volume, Flavio Cattaneo, Amministratore Delegato di Terna - è una straordinaria intuizione di imprenditoria sociale. Dare un'opportunità di sviluppo a un Paese lontano ci riempie d'orgoglio».
Per l'azienda, sottolinea il manager, non si tratta di cercare opportunità di business, ma del modo per dare possibilità ai giovani «di emergere, avendo una vetrina a disposizione».
Pier Luigi Celli, direttore generale della Luiss, racconta dell'entusiasmo con il quale l'università ha risposto alla richiesta di Terna di scegliere due studenti dei corsi creativi per i testi del libro. Le due prescelte sono partite per la Bolivia, hanno affiancato il fotografo e hanno vissuto, dice Celli, « un'esperienza molto bella e difficile: si sono messe alla prova e il risultato è stato eccellente, con un racconto di viaggio molto intenso, molto coinvolgente».
Fonte (il Giornale)
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Alessandra Camera
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