16 Marzo, Svizzera, dogana di Ginevra. L’AFD (Amministrazione Federale delle dogane) trattiene ai controlli un container sospetto proveniente dalla Cina e con destinazione una non nota società ginevrina. Al suo interno la Sezione antifrode doganale rinviene ben 24 pezzi, tra poltrone e divani, firmati da icone del design contemporaneo del calibro di Le Corbusier, dell’urbanista e suo collaboratore Pierre Jeanneret e della francese Charlotte Perriand. 24 pezzi, 13 poltrone relax, 9 poltrone e 2 divani, il cui valore commerciale sul mercato svizzero si aggira intorno ai 100.000 franchi. Durante i controlli, l’AFD rileva delle anomalie di contraffazione nelle merci e avvisa, come è protocollo, la società Cassina Spa di Meda, detentrice dei marchi di produzione e azienda operante nel settore dell’ arredamento di design. Gianluca Armento, brand manager di Cassina (Gruppo Poltrona Frau) l’11 maggio vola a Ginevra per sovrintendere alla distruzione dei prodotti contraffatti rinvenuti alla frontiera, il tutto alla presenza di giornalisti e mass-media e godendo, quindi, della più ampia copertura radiofonica e televisiva. Destruction de contrefacons, allora, e plauso al Sistema e agli integerrimi doganieri di Ginevra: il diritto d’autore, in Svizzera, è salvo.




5 Maggio, Italia. Viene approvato al Consiglio dei Ministri il Decreto Sviluppo 2011: semplificazioni fiscali per le imprese, crediti d’imposta per ricerca e innovazione, assunzioni agevolate al Sud. Alcuni giorni dopo, le aziende del Design italiano, a voce di Paolo Zegna, vicepresidente di Confidustria, insorgono contro il Decreto. Ad essere contestata è la sanatoria contenuta nello stesso Decreto Sviluppo, che cancella la tutela alla proprietà industriale per tutte le opere antecedenti il 19 Aprile 2001, opere di pubblico dominio perché mai registrate come modelli in Italia. Una brusca e incomprensibile marcia indietro nei confronti della legge precedente di riforma del diritto della proprietà industriale, che aveva finalmente adeguato l'Italia agli altri Paesi della Ue. L’ articolo 8 è una "norma che protegge chi copia a danno di chi legittimamente ha creato l'opera o ne ha acquisito i diritti d'autore" dichiara il vicepresidente di Confindustria, e da questo momento in poi, infatti, tutti i prodotti (o copie), "realizzati in conformità con le opere del disegno industriale allora in pubblico dominio perché mai registrate come modelli in Italia, non rispondono più della violazione del diritto d'autore". Lotta alla contraffazione? Tutela della creatività? Due Paesi, due misure. Il vanto dell’efficienza nazionale e del sistema norma: il diritto d’autore, in Italia, non è più salvo.

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