Tra le molte mete turistiche che fanno di Gabicce, il comune più settentrionale della costa della regione Marche, una delle destinazioni turistiche preferite al confine con l’Emilia Romagna, una è specialmente misteriosa ed affascinante: la città sommersa di Valbruna.
Infatti, molti visitatori che scelgono di passare le loro vacanze a gabicce ci si recano attirati da questo enigma, sperando di scoprire alcun indizio sulla veracità della leggenda, nel contempo godendo delle attrezzate e sabbiose spiagge ed il mare limpido, delle passeggiate tra i vicoli stretti del Borgo Gabicce di origine medievale e dai preziosi reliquiari e candelieri rimasti dopo i numerosi saccheggi all’interno della Chiesa Parrochiale di S. Ermete del 909. Non solo questo, la costa di Gabicce è inoltre caratterizzate di alte scogliere che conformano un panorama spettacolare che si può contemplare al meglio dall’alto di Colle San Bartolo, all’interno del Parco Naturale di San Bartolo.
Sono proprio queste acque paradisiache che oggi apportano ai vari alberghi gabicce i turisti, il luogo dove si sono trovate le prime testimonianze dell’esistenza di questa città sotto l’acqua battezzata come l’Atlantide italiana o l’Atlantide adriatica. I pescatori locali hanno più volte recuperato dei reperti archeologici come il braccio di una statua, dei capitelli, uno stemma gentilizio ed altre rocce di forme insolite erose dalle correnti marine. A supportare queste scoperte, anche documenti storici e leggende popolari.
La zona, attraversata da cinque corsi d’acqua, potrebbe aver sofferto inondazioni e scosse tali da allagare la città e di averla sommersa per secoli prima che gli abitanti di Gabicce scoprissero i suoi resti e nascesse la leggenda.
Sembra che questo centro abitato di origine greca si trovi sommerso nel litorale davanti al promontorio di Gabicce, nella zona oggi conosciuta come Baia della Vallugola, e che fosse, se non una città vera e propria come sostengono la maggioranza di guide dei vari hotel tre stelle gabicce, un centro marinaro o porto commerciale a grande attività (particolarmente nella commercializzazione di vino) in corrispondenza con il cippo dedicato a Giove Sereno, protettore della navigazione, trovato sul promontorio di Gabicce.
Abitanti e pescatori affermano che tuffandosi nelle acque delle spiaggia gabicce mare sia possibile intuire i percorsi di strade e discernere la localizzazione di torri ed abitazioni. Alcuni affermano addirittura di contemplare nei giorni di acque più limpide la punta del campanile della vecchia chiesa di Valbruna.
C’è ovviamente chi rifiuta l’esistenza della città sommersa, argomentando che le roccie di forme particolari trovate da pescatori ma anche di archeologi e geologi sono in realtà testate di strato verticali del promontorio di Gabicce che il mare avrebbe colpito e che nelle posizioni verticali in cui sono cadute possono essere scambiate per muri. Lo stesso vale per i presunti capitelli e sassi collocati in disposizioni non casuali.
Al margine delle polemiche sulla sua esistenza, Valbruna rimane un nome presente nella vita quotidiana di questa località turistica delle Marche dove, Atlantide italiana o meno, vale la pena soggiornare nei giorni estivi per la qualità delle acque e il ricco patrimonio culturale.
Articolo a cura di Alba Lorente
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