E’ arrivato in questi giorni il via libera del Consiglio Superiore della Sanità alla costituzione per scopi esclusivamente di ricerca di allevamenti di maiali transgenici, allevamenti che, però, prima di essere allestiti dovranno attendere l’ok del Ministero della Salute.

E’ bene precisare che il si del Consiglio Superiore della Sanità è arrivato con le opportune limitazioni, visto l’acceso e forte dibattito scatenatosi nei mesi precedenti nel nostro paese proprio a riguardo degli OGM. In particolare il documento presentato dal CSS ha chiarito come la costituzione di questi allevamenti di maiali transgenici debba essere limitato al carattere “sperimentale” e all’obbligo di attenersi agli stretti controlli del Ministero della Salute il quale, in seguito all’interpellanza presentata dalla Regione Lombardia proprio sui maiali transgenici, aveva delegato la questione al CSS al fine di stabilire la possibilità di concedere o meno la creazione di questa tipologia di allevamenti.

La nota diffusa dal Ministero cerca di chiarire con precisione i termini e gli obiettivi del via libera del CSS, precisando come:

“Consapevole dell’importanza potenziale che la produzione di suini transgenici può avere sulla salute umana con particolare riferimento al settore dei trapianti e della terapia delle malattie degenerative dell’uomo, la possibilità di allevamenti di questo tipo non potesse essere scartata a priori. Tuttavia, non può nemmeno sfuggire che tale produzione, al di là dei suoi aspetti ed interessi economici, non può essere considerata un semplice allevamento di animali a uso sperimentale, in quanto può comportare conseguenze di sanità e benessere animale, nonché ambientale, di complessa valutazione”.

Il Ministero parla quindi chiaro e precisa come il via libera si debba considerare nell’ottica di determinate limitazioni e come il si sia stato dato solo in attesa di chiarire meglio la situazione dal punto di vista legislativo, in quanto nell’ordinamento italiano non esiste alcuna legge che regoli la clonazione di animali per scopi scientifici, essendo scaduto il 31 dicembre del 2001 il decreto che impediva questa pratica.

Con le opportune limitazioni, comunque, a breve giro potremmo avere maiali transgenici che diventano donatori di organi o di cellule di organi da trapiantare poi su scimmie alla ricerca di risposte sui trapianti d’organo nell’uomo. Un bel passo in vanti che per il momento non sembra aver prodotto molte reazioni negative. Si sono fatte sentire, infatti, solo alcune associazioni animaliste, mentre la Chiesa, da sempre ostile alle staminali e agli embrioni umani, che pure negli altri paesi europei hanno ottenuto ottimi risultati, non si è espressa sulla possibilità degli allevamenti transgenici.

Nel frattempo nasce a Cremona il centro Avantea, uno dei primi allevamenti di suini transgenici destinati esclusivamente ai fini di ricerca. Cesare Galli, responsabile della struttura, ha dichiarato:

“La necessità di avviare un allevamento nasce dall’esigenza di poter disporre di animali OGM in numero sufficiente e che si riproducano naturalmente al fine di rendere le sperimentazioni più semplici. I suini transgenici da noi prodotti vengono inviati ai centri di ricerca in Italia, a Padova e all’estero dove gli organi OGM dei suini vengono trapiantati a primati per valutare la risposta e il rigetto: il fine è il futuro trapianto degli organi animali stessi sugli uomini”.

Il futuro potrebbe essere quindi quello del trapianto di organi animali sugli uomini, sebbene non si possano dimenticare alcuni tentativi di questo genere finiti mali, come accadde nel 1984 alla piccola Baby Fae che ricevette il cuore di un babbuino e morì dopo tre settimane di una lenta agonia. In particolare l’associazione Equivita riporta centinaia di casi di trapianti di animali sugli uomini finiti con la morte del paziente dopo lunghe sofferenze. La questione è quindi ancora tutta aperta.

Ufficio stampa

Maia Design

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