Il problema degli incidenti stradali, che sta diventando sempre di più una vera e propria piaga sociale, comporta delle conseguenze negative anche in termini economici e ambientali.

Una delle questioni più pressanti della nostra epoca è quella degli incidenti stradali e dei morti sulle strade. A causa di diversi motivi, dall’abuso di alcol all’eccessiva velocità, dalle disattenzioni anche più banali al mancato rispetto delle norme stradali, moltissime sono le persone, in tutto il mondo, che rimangono coinvolte in incidenti, incidenti che possono causare ferite, un’invalidità permanente o, nel peggiore dei casi, il decesso delle persone coinvolte.

Prendere una posizione riguardo a questo problema è più che mai necessario, com’è diventato necessario cercare di trovar nuove misure per contrastare il dilagare di questa piaga. Dallo studio di norme più severe ai controllo più serrati, di giorno in giorno nascono nuove idee per arginare il problema, che però continua a rimanere una priorità nell’agenda di molti stati.

A tal proposito, il presidente dell’ACI e vicepresidente della Federazione Internazionale dell’Automobile Enrico Gelpi ha recentemente sottolineato proprio la necessità di attuare delle strategie condivise a livello internazionale che si basino essenzialmente “sul rispetto delle regole e sulla consapevolezza alla guida”. È questa l’idea centrale emersa dall’incontro organizzato nel maggio scorso in occasione del lancio in Italia del Decennio di iniziative 2011-2020 indetto dall’ONU per la sicurezza stradale, incontro organizzato dall’ACI in collaborazione con il Ministero della Salute e il Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e che ha visto la partecipazione di Ferruccio Fazio, ministro delle salute, di Mario Valducci e di Silvia Velo, presidente e vice-presidente della Commissione Trasporti della Camera.

La necessità primaria ribadita dall’ONU è quella di far sì che venga attuato un piano di interventi riconosciuto a livello mondiale, in modo tale che i singoli Governi siano spinti ad attuare dei provvedimenti che siano davvero in grado di arginare la piaga delle vittime sulla strada. 3.500 sono le persone che perdono la vita ogni giorno in tutto il mondo (senza contare quelle che subiscono un qualche tipo di danno fisico), un dato che fa degli incidenti stradali la nona causa di morte nel mondo. Ma secondo le Nazioni Unite la situazione potrebbe peggiorare ulteriormente: se non verranno attuati dei provvedimenti mirati, entro il 2030 gli incidenti stradali potrebbero essere addirittura la quinta causa di morte, provocando più vittime di quante ne provocheranno malattie quali l’AIDS e i tumori.

Oltre ad essere una piaga sociale, gli incidenti stradali hanno anche altre conseguenze negative, andando ad incidere sull’economia dei singoli paesi e mondiale: gli incidenti stradali, oltre a costare più di un milione di vittime e svariati milioni di feriti all’anno, hanno un costo anche monetario (basti pensare ai costi assicurativi, delle perizie e così via), un costo quantificato nel 3% del PIL mondiale, che si traduce in circa 500 miliardi di dollari americani l’anno.

Ultimo ma non meno importante, rendere le strade più sicure e migliorare la viabilità non significherebbe solo ridurre il numero delle vittime e i costi derivanti dagli incidenti stradali, significherebbe anche una riduzione del traffico e delle congestioni, un elemento da non sottovalutare se si considera che il trasporto stradale è responsabile del 14% delle emissioni globali di gas serra.


Articolo a cura di Francesca Tessarollo
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