Abbiamo avuto modo di parlare della cartomanzia, spiegandone le caratteristiche e le differenze rispetto ad altre pratiche come ad esempio la chiromanzia.

Oggi vogliamo tracciare una differenza fondamentale, ovvero quella che passa tra la cartomanzia e i tarocchi.

La cartomanzia è come noto un’arte divinatoria che utilizza le carte per predire gli eventi futuri. Ora visto che anche i tarocchi sono carte e che anche questi vengono spesso utilizzati per leggere il futuro, si tende solitamente a confondere le due arti divinatorie, pensando ai tarocchi come una forma particolare di cartomanzia. Sebbene le due arti si somiglino molto tra loro esistono delle differenze fondamentali che le distinguono e che ne fanno due arti a parte.

Storicamente è certamente vero che anche i tarocchi vengono chiamati con il nome di carte e che, contestualmente al loro utilizzo divinatorio, si è teso a confonderli sempre più spesso con la cartomanzia. Ma come detto si tratta di due arti distinte, visto che definire i tarocchi come parte della cartomanzia sarebbe riduttivo, visto che, dopo attenti e precisi studi, si è accertato che i tarocchi sono molto di più rispetto ad un semplice strumento divinatorio.

Quindi tra la cartomanzia e la tarologia esistono delle differenze e che la tarologia è una rate che va al di là della lettura del futuro essendo una sorta di macchina metafisica di cui il gioco di carte altro non è che un supporto. Per questa linea ne deriva che i tarocchi sono una scienza esoterica complessa a se stante, visto che per la loro spiegazione ed interpretazione non è necessario ricorrere ad altre scienze, cosa che accade ad esempio per la cabala. I tarocchi non solo spiegano le leggi universali, ma si auto spiegano, ovvero sono autoreferenziali in modo del tutto autonomi, conservando cioè al proprio interno le chiavi per essere decifrati senza che per questo si debbano cercare spiegazioni altrove.

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