Fino al 15 aprile del 2010 é stato possibile regolarizzare oppure fare rientrare in Italia i capitali all’estero. Questo, in sintesi, lo scopo del provvedimento sullo scudo fiscale che in Italia è stato approvato a settembre 2009 dopo un lungo iter parlamentare e innumerevoli discussioni.
Grazie allo scudo fiscale è stato possibile rimpatriare capitali e beni depositati all’estero, pagando un’aliquota del 5% e senza sanzioni fiscali. Il provvedimento era valido in caso di dichiarazione infedele od omessa dichiarazione, ma non ne hanno potuto usufruire coloro che avevano già in corso accertamenti fiscali o per i quali era già stata accertata la violazione di obblighi tributari o contributivi. I primi effetti del rientro dei capitali dall’estero si è fatto sentire già nei primi mesi del 2010 in alcuni settori, come quello degli investimenti immobiliari.
Lo spettro delle categorie di persone avevano interesse a favorire dello scudo fiscale è abbastanza ampio: si va dal ricco imprenditore che ha depositato i soldi all’estero perché era conveniente dal punto di vista fiscale ai beneficiari di eredità lasciate da parenti all’estero, dal caso di un imprenditore che venti anni fa aveva deciso di assicurarsi un capitale all’estero da cui poter attingere in caso di rapimento ai cittadini italiani che hanno lavorato e guadagnato in paesi stranieri. Anche l’ammontare delle cifre rientranti sarà, di conseguenza, variabile: secondo la Deutsche Bank, la maggior parte dei capitali di ritorno oscillerà tra i 5 e 600 mila euro, ma si arriverà anche a cifre di decine di milioni di euro.
Fatti rientrare i capitali, ci si pone, tutt’oggi, il problema di come reinvestirli: molti decidono di approfittare dello scudo fiscale per assicurare un patrimonio alle nuove generazioni, ma la scelta cade di solito sull’acquisto di immobili, soprattutto di immobili di prestigio, o su investimenti per l’azienda, magari per rilanciare un’impresa in crisi. In quest’ultimo caso i soldi vengono destinati all’acquisto di macchinari, all’estinzione di eventuali debiti accumulati o a rimpinguare il patrimonio. Molti sono anche coloro che decidono di investire sul mattone, nella convinzione che quello immobiliare sia un settore più sicuro di altri: dopo un periodo di stanca, dovuto anche alla crisi mondiale, sembra infatti che qualcosa si stia muovendo nel mercato della gestione immobiliare, e l’arrivo di capitali dall’estero in seguito all’approvazione del provvedimento sullo scudo fiscale ha probabilmente giocato un ruolo significativo. Nella zona di Milano, in particolare, le agenzie immobiliari hanno ricominciato ad essere più operative, rispetto ad un periodo non proprio positivo che ha fatto registrare il suo momento peggiore tra maggio e giugno 2009, e il settore che sta facendo registrare segnali di ripresa più evidenti è quello della vendita immobili di lusso. Si registra infatti un aumento di compratori, che si rivolgono alle agenzie immobiliari principalmente per investire il proprio denaro, e le aspettative delle agenzie per il futuro sono più che positive: sempre parlando del mercato di Milano, i portavoce di alcune agenzie reputano addirittura che l’offerta di immobili di prestigio presenti nella città non riesca a soddisfare la domanda. La ripresa del mercato immobiliare non coinvolge però gli immobili del segmento medio-basso, la cui compravendita non ha fatto registrare segni positivi di ripresa, anche a causa delle crescenti difficoltà che le famiglie italiane incontrano nell’ottenere un mutuo.
Articolo a cura di Serena Rigato
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