I tori e i minotauri. Le donne e la guerra,. L'erotismo e la tragedia. C'è tutto questo nella mostra dedicata a Pablo Picasso allestita a Palazzo Blu di Pisa dal 15 ottobre e fino al 29 gennaio ideale per un weekend in toscana e che chiude la trilogia dedicati ai grandi pittori del Novecento legati al Mediterraneo. Avviata nel 2009 con Chagall e proseguita lo scorso anno con Mirò, il ciclo si chiude con il genio catalano. Curata da Claudia Beltramo Ceppi, organizzata da Giunti Arte mostre e musei, la mostra, intitolata «Ho voluto essere pittore e sono diventato Picasso» presenta 270 opere tra dipinti, ceramiche, disegni e opere su carta, alcune celebri serie di litografie e acqueforti, libri e tapisserie. Il titolo dell'esposizione richiama una frase che, come ricorda la sua compagna e musa Francoise Gilot, Piccasso disse alla madre, dimostrando la consapevolezza e volontà precoce di sovvertire tutti gli schemi di pittura, scultura e grafica. La mostra, alla quale hanno collaborato il Museo Picasso di Barcellona e il Museo Picasso di Antibes, ripercorre alcuni momenti della straordinaria carriera dell'artista. Il percorso espositivo presenta alcuni archetipi dell'opera picassiana come il celeberrimo 'Il Pasto frugalè (1904), che descrive una realtà di povertà e miseria, caratteristica del suo periodo blu. E poi ci sono i tori con la serie di 16 lastre dei Toros in cui Picasso, partendo da una lettura molto prossima alla realtà, giunge alla sua sintesi più estrema, fino alle donne nude con sfondo di tendaggi e in quelle di grandi e coloratissimi ritratti di Jacqueline, sua seconda moglie e ultimo amore della sua vita. E ancora la rivoluzione spagnola, il bombardamento di Guernica, la seconda guerra mondiale che costituirono per Picasso l'esperienza di una tragedia senza ritorno. In mostra anche due preziosi dipinti: «Nature morte a la guitare» (1921), del museo d'arte contemporanea del Centro Pompidou di Parigi, che non usciva dal 1973 anno della morte del genio di Barcellona, e la 'Testa del giovane uomò (1921) esposta al Brooklyn museum di New York e caratterizzata dalla carta pigmentata di rosso sulla quale è disegnata. Uno dei fulcri della mostra è, infine, la raccolta della Suite Vollard, costituita da 100 fogli, a cui Picasso si dedicherà per 8 anni, eccezionalmente esposta a Pisa in forma completa intorno alla terribile e angosciosa scena della Minotauromachia che esprime forse nel modo più profondo le emozioni dell'artista di fronte alla moderna tragedia della guerra, raffigurata nell'immagine mitica del mostro metà animale e metà uomo. «Questa mostra - ha spiegato il sindaco Marco Filippeschi - conferma l'impegno sui grandi eventi culturali, che ormai stabilmente caratterizzano e qualificano l'accoglienza e l'offerta di Pisa»

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