Il 2011 ha segnato un rallentamento del turismo congressuale italiano che sembra ancora vertere in uno stato di sofferenza. Questo, almeno, quanto dichiarato dal presidente di Federconsumatori Paolo Zona che, dalle pagine economiche di Repubblica, ha appunto sottolineato come il biennio 2010/2011 abbia fatto registrare livelli occupazionali, presenze e fatturato paragonabili a quello del 2004/2005. A pesare notevolmente su questo trend negativo sono stati alcuni eventi congiunturali, quali ad esempio il taglio alla spesa farmaceutica e alla sanità che hanno comportato minori sponsorizzazioni e molti meno congressi e partecipanti a questi ultimi. Un caso, quello dell’Italia, che non sembra però essere un’eccezione, visto che anche in altri paesi l’andamento del turismo congressuale non è stato positivo. Secondo l’Icca il 2010 è stato un anno da record, con 9120 eventi di livello internazionale tenutesi nel mondo, 826 in più rispetto al 2009. Per quanto concerne il ranking mondiale l’Italia si piazza al 6° posto con 341 eventi, guadagnando due posizioni rispetto all’anno precedente. Un segno, questo, che il settore vuole uscire da questa situazione di stallo, come testimoniato dalle tante iniziative che si stanno prendendo in Emilia Romagna, Toscana e Campania; in quest’ultima regione è stato creato anche un apposito gruppo che si è fatto carico di promuovere il turismo congressuale soprattutto nel capoluogo, anche attraverso un ammodernamento delle strutture e di hotel che si stanno dotando di spazi adeguati, quali ampia sala congressi Napoli.

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