In tema di novità editoriali, “Io, Ibra”, il libro di Ibrahimovic, rappresenta decisamente una ventata di freschezza. Forse, davanti agli scaffali delle librerie, molti lettori abituali storceranno il naso all’idea di un libro su un calciatore, ma la biografia di Ibrahimovic, scritta insieme al connazionale scrittore David Lagercrantz, è qualcosa di più di un semplice libro sul calcio. Non avrà forse la nobiltà letteraria di un romanzo, ma si tratta di un libro che, attraverso il racconto di tanti aneddoti calcistici in parte ancora discussi, apre di tanto in tanto delle piccole finestre sulla vita di Ibrahimovic come uomo e ragazzo, non soltanto come calciatore.
Sull’attuale centravanti del Milan, ad esempio, nel libro si parla dell’esperienza nel ghetto, a Rosengard, quartiere all'estrema periferia di Malmoe. A quell’epoca, nel tornare a casa, il promettente ragazzo doveva attraversare un tunnel piuttosto sinistro, all’ingresso del quale era posto uno striscione con la scritta “Puoi togliere il ragazzo dal ghetto, ma mai il ghetto dal ragazzo”. Oppure, sempre nel libro di Ibrahimovic, si parla dei tempi in cui i genitori degli altri ragazzi facevano la raccolta di firme per farlo cacciare dalla squadra.
Storie vere di vita vissuta, insomma, non soltanto dando calci a un pallone sui campi di allenamento o durante le partite internazionali. E forse dietro questi frammenti di esistenza extra calcistica dello svedese, la biografia di Ibrahimovic può aiutare a capire meglio il tanto discusso attaccante.
Sia per suoi tanti fan che per quelli a cui è sempre stato antipatico, il libro di Ibrahimovic può essere una lettura interessante, sicuramente piena di colpi di scena imprevedibili, come le giocate sul campo del campione del Milan.
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