Il libro di Marco Paci analizza l’influenza delle foreste sulla mente umana attraverso un duplice percorso. La prima parte del libro propone una visione delle foreste come maestre di vita (Quello che le foreste insegnano): l’idea di fondo è che l’osservazione dei meccanismi della natura possa essere il punto di partenza per un’educazione sociale. La dinamica delle foreste ci insegna, a esempio, che nel percorso della vegetazione non esiste un punto d’arrivo definitivo ma una continua e faticosa ricerca di equilibri, che spesso si raggiungono in maniera traumatica, ogni volta “imparando” dal disturbo, adeguando cioè forme e meccanismi alle nuove condizioni che si sono create.
Le foreste, soprattutto, ci spingono a sognare un mondo migliore rispetto a quello in cui viviamo. E qui inizia la seconda e più corposa parte del testo (Quello che le foreste suggeriscono), dedicata alla dimensione immaginaria. Con un viaggio nelle testimonianze del passato (le fonti sono soprattutto letterarie, ma non mancano riferimenti pittorici e architettonici, per non parlare delle tradizioni dei popoli nativi di foreste) si scoprirà che le selve scatenano le nostre fantasie.

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