Il cosiddetto oro blu è sempre più a rischio nei bacini dell’Africa.  La situazione climatica dei Paesi del continente africano e lo storico scarso approvvigionamento d’acqua dei suoi villaggi sembra infatti destinata a peggiorare.

Secondo lo studio CPWF (Challenge Program on Water and Food) condotto dall’organismo CGIAR (Consultative Group on International Agricultural Research), a causa dei cambiamenti climatica in corso si arriverà ad un’emergenza clima che modificherà la portata d’acqua dei maggiori fiumi africani, compromettendo le vita degli abitanti. Lo studio lancia in particolare l’allarme per il fiume Limpoo, che raccoglie attorno alle sue rive 14 milioni di persone e si divide fra Botswana, Sud Africa, Mozambico e Zimbabwe; basando i propri calcoli sull’ Intergovermental Panel on Climate Change (IPCC), lo studio ha calcolato che l’innalzamento delle temperature e la diminuzione delle piogge e del trattamento acqua, unite alla crescente povertà della zona causata dal calo della produzione agricola, avrà un impatto pesante sulle popolazioni autoctone.

Le soluzioni atte a risolvere questa situazione di emergenza prevista per i prossimi decenni, si concretizzano certamente in piani di aiuto internazionali, ma il vero aiuto che il mondo dovrebbe dare a questi paesi, prima che dalle tasche deve passare dalle azioni quotidiane e dalla consapevolezza che sebbene in alcune zone della terra alcune risorse vitali -come l’acqua- ed altre diventate fondamentali -come il petrolio- siano disponibili in grande quantità, non vanno sprecate. 

La soluzione più plausibile che i governi africani dovranno adottare il prima possibile consiste nell’installazione e continua manutenzione serbatoi che serviranno per la raccolta dell’acqua piovana in cisterne abbastanza capienti da costituire una scorta  per i periodi di aridità, dato che risultano essere a rischio anche zone densamente popolate come Egitto ed Etiopia, che confinano infatti con la parte alta del Nilo. Ciononostante l’aiuto maggiore e che sarebbe in grado di offrire risultati di lunga durata, deriverebbe dall’impegno di tutti a risparmiare un po’ di energia, acqua, petrolio, quando è possibile; il primo passo andrebbe fatto dalle aziende, che acquistano e consumano queste risorse in maggior quantità rispetto ai privati. Fatti recenti di cronaca infatti dimostrano come ancora oggi esistano delle aziende che per risparmiare in attrezzature speciali, tasse di smaltimento e personale, fanno un uso inappropriato di risorse come acqua e carburante soprattutto, facendo degli sprechi da un lato e dei cattivi smaltimenti dall’altro.

Una responsabile e corretta condotta aziendale dovrebbe passare dall’installazione effettuata da ditte specializzate che sono in grado di calcolare i giusti accessori serbatoio in base alle dimensioni dell’azienda, al tipo di liquido che devono contenere, sia esso di scarto o di una materia prima da utilizzare, e alle normative regionali in tematica di stoccaggio materie prime e di smaltimento rifiuti industriali.

Per quanto riguarda i cittadini italiani, si sta diffondendo in questo ultimo periodo la sensibilità di risparmiare l’acqua anche fra le pareti domestiche: alcune soluzioni scelte dai cittadini italiani sono l’incanalamento delle acque piovane in bacini di raccolta (soprattutto nel Sud Italia), l’utilizzo di miscelatori d’aria per i rubinetti e nelle docce ed i più semplici metodi di risparmio che richiedono un po’ di attenzione mentre ci si lavano i denti, si usa lo sciacquone o ci si fa la barba.

 

Serena Rigato

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