C’è poco da fare, Parigi è Parigi. La moda in questa città trova la sua celebrazione massima, sarà per la raffinatezza e la storia che la capitale emana, sarà per l’accento chiccosissimo dei nostri cugini d’oltralpe, ma la settimana della moda qui, più che altrove è vissuta come un vero e proprio pellegrinaggio per gli amanti delle passerelle, e che ogni anno ripete il suo appuntamento, riuscendo comunque, sempre, a stupire.


Nonostante la sempre accesa rivalità con le altre “mecca” della moda (Londra, Milano, New York), a Parigi la moda sembra proprio vestirsi di altri colori, altri profumi, che solo qui trovano la giusta espressione.


Qui hanno iniziato la loro carriera e sono arrivati al successo alcuni tra i più grandi nomi della moda internazionale, come Chanel, Jean Paul Gaultier e Yves Saint Laurent, che in questa città magica hanno trovato il proprio stile e le ispirazioni per creare fantastici abiti da sera, camicie donna, jeans, bluse, camicie da uomo e giacche sbarazzine, borse e scarpe tacco 12.


Ma cosa ispira questi maestri della moda? Che siano i colori autunnali che invadono la zona di Montmartre o le strade strette a ciottoli del Quartiere Latino, dove ad ogni incrocio e piazze si possono trovare artisti immersi nelle loro tavolozze, impegnati a far rivivere nelle tele una natura morta, un paesaggio o un volto? O forse questa ispirazione deriva piuttosto da una affinità con la cultura, la storia letteraria e cinematografica della capitale?


La moda a Parigi in verità ha iniziato a dettare legge sul panorama mondiale ben prima di Gaultier e Chanel, e con precisione attorno al 1870 quando alla corte del Re Sole e della stessa Maria Antonietta si andò diffondendo il cosiddetto Cul de Paris (letteralmente il sedere di Parigi), ovvero la moda della gonna lunga, nella quale il corpetto arrivava fino alla parte bassa dei fianchi, creando un effetto a fondoschiena sporgente, che veniva accentuato dal Tournure, un attrezzo che inserito sotto agli abiti, permetteva di creare questo effetto.


Nel XX secolo invece prendono piede quelle che saranno poi ricordate come le più grandi case di moda di sempre: la Maison Callot (1825), le famosissime sorelle Callot, la Maison Jacques Doucet sono tra le più celebri; queste case di moda, assieme ad altre della capitale francese, contribuirono a creare la storia della moda che da allora non ha più lasciato le strade di Parigi; già allora Parigi dettava legge in campo di moda: di Madeleine Vionnet infatti è l’idea rivoluzionaria del cosiddetto “taglio in sbiego” degli abiti che andavano di moda negli anni Trenta in tutta Europa.


Poco alla volta anche l’universo maschile, da sempre meno interessato alle mode dell’abbigliamento, inizia ad ampliare il proprio target ed ai classici completi e abbigliamenti casual, si vanno ad aggiungere i vari accessori uomo che col tempo diventano, grazie anche alle passerelle parigine, dei complementi imprescindibili alle mise da uomo, proprio come dimostrano, nell’ultima settimana della moda, i dettagli che Louis Vuitton applica alle scarpe e cappelli, oppure i cappelli e le bandane di Jean Paul Gaultier e gli anelli al naso di Givenchy. La creatività dei geni francesi della sartoria sembra quindi non inginocchiarsi agli indici della borsa ed allo spread, come invece accade alla moda presentata a Milano, oltremodo seria e sobria.





Serena Rigato


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