Le ultime statistiche hanno rilevato un aumento molto significativo del numero di denuncie per colpa media. Tanto è così, che la corte di Cassazione ha registrato un aumento del 200% delle cause presentate negli ultimo 10 anni. Il volume di casi presentati i precedenti 50 anni era rimasto sempre stabile, ma la maggiore informazione, così come la maggiore sensibilità e alternative per la gestione della richiesta risarcimento danni hanno fatto che oggi, sempre di più, i medici siano sotto lo scrutinio di pazienti, ospedali, e autorità.

Il motivo più frequente di denuncia per negligenza medica è la ritardata diagnosi di malattie, soprattutto per quanto riguarda le discipline oncologica e ginecologica. L’omessa o errata diagnosi seguono come cause delle querelle ai medici più comuni, seguite dagli errori nell’applicazione dell’anestesia, nelle trasfusioni sanguinee e finalmente negli interventi chirurgici.

Le varie modalità di tutela del paziente variano da paese a paese, ma sono diverse anche le alternative per la tutela del medico in funzione del sistema sanitario statale, della struttura (pubblica o privata) all’interno della quale realizza le sue funzioni e della presenza o meno di assicurazioni individuali.

Nel caso dei paesi nordici ad esempio, medico e ospedale sono protetti di fronte agli incidenti medici in un modo diverso rispetto agli Stati Uniti o altro paesi europei. Gli ospedali, sotto questo sistema, contrattano una assicurazione per il beneficio del loro pazienti, così nel caso in cui un infortunio per malsanità si dovesse verificare, ospedale e paziente si rivolgono alla compagnia assicurativi per ricevere un compenso economico a copertura dai danni. Questo sistema, anche se ha dei vantaggi in termini di tutela delle due parti, ha un elevato costo che non è sostenibile per tutte le strutture, e che quindi in altri paesi con sistemi sanitari diversi, è solo immaginabile da strutture private con elevati fondi a disposizione.

Nella maggioranza dei sistemi sanitari in Europa, le istituzioni mediche e ospedaliere come gli istituti universitari hanno contrattata una sorta di polizza assicurativa che però non è in molti casi sufficiente alla copertura di tutti i rischi. A disposizione dei singoli individui ci sono quindi, altri due tipi di polizza che variano nella temporalità sia dell’atto denunciato che del momento di denuncia.

Il primo tipo di assicurazione, a denuncia fatta, copre gli eventi medici che hanno avuto luogo sotto la polizza se anche la denuncia si è presentata durante questo periodo. Ciò vuol dire che sia gli errori medici (intervento, diagnosi sbagliata o negligenza) che la denuncia dalla parte del paziente danneggiato, devono rientrare nel periodo in cui l’assicurazione è in atto. Una variante di questa assicurazione è il “tail coverage”, che anche se a quota economicamente molto costosa, assicura i medici contro denuncie presentate dopo il periodo di attuazione della polizza sempre che l’intervento o fatto dannoso abbia avuto luogo sotto copertura. Questo servizio è da considerarsi nel caso di cambiare struttura con una assicurazione diversa, ad esempio.

Il secondo tipo di polizza assicurativa prevede una copertura per tutta la vita degli avvenimenti potenzialmente dannosi per pazienti che hanno avuto luogo durante un certo periodo in cui il medico era sotto l’assicurazione. Questo vuol dire che, anche se uno specialista, per scelta propria o forzato per la struttura in cui opera deve cambiare compagnia assicurativa, questa rimane sempre e comunque legata a lui per gli indennizzi a pazienti trattati durante il periodo in cui era assicurato con questa compagnia.

Le alternative per i medici e strutture sono tante e variano anche in funzione della disciplina in cui si opera. La conoscenza del sistema sanitario, così come un attento studio alle assicurazioni contrattate dall’ospedale o istituito per il quale si lavora.

Articolo a cura di Alba L
Prima Posizione Srl – usabilità

 

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