Sembra impossibile ma la crisi economica, che vivrà il suo anno peggiore nel 2012, interesserà anche il mondo della moda. In un periodo infatti in cui ogni settore industriale prepara previsioni e calcoli sugli andamenti attesi del proprio business, l’ufficio studi della Camera della Moda ha fatto altrettanto e secondo il risultato dell’indagine, l’industria italiana della moda nel 2012 potrebbe chiudere il bilancio con una flessione addirittura del -5.2%.

Un leggero calo era prevedibile, dato quelli molto più preoccupanti degli altri settori dell’industria, ma i dati registrati nel 2011, anno pur sempre difficile per il commercio, avevano fatto meglio sperare. Lo scorso anno infatti il settore aveva chiuso con uno straordinario + 5.5% ed un fatturato di 63.5 miliardi di Euro. Unica nota positiva è che il calo dell’industria della moda non subirà un tracollo così vertiginoso per quanto riguarda il settore export: il calo previsto è “solo” del -3.1%, che porterà il fatturato a 40.5 miliardi.

Conti alla mano, questo arresto repentino della crescita del settore delle moda, provocherà molti disagi e difficoltà ai professionisti del settore ed a tutti quei settori dell’industria che, direttamente o indirettamente, lavorano per fornire i materiali, i tessuti e gli accessori alle grandi case di moda, come ad esempio le aziende di prodotti chimici per il trattamento delle pelli, le aziende che trattano i tessuti, i bottonifici e tutte quelle aziende che realizzano accessori per l’industria tessile, le calzature, l’ abbigliamento, pelle e pelletteria.

Il tema della recessione è stato affrontato anche l’altro ieri durante l’incontro per la presentazione della settimana delle moda a Milano che si terrà da mercoledì 22 a martedì 28 Febbraio, a cui erano presenti anche il presidente della Camera della Moda Mario Boselli e Stefano Boeri, assessore alla Cultura e alla Moda. Come sostenuto dallo stesso Boselli «Le aziende del settore, in questo inizio 2012, sono più attrezzate per reagire alla crisi e sono anche più sicure della propria forza sui mercati internazionali. Molto più delicata è naturalmente la situazione delle piccole e medie aziende, parte importantissima del nostro sistema. Anche perché sono le più colpite dal credit crunch».

Proprio per affrontare uniti il periodo di instabilità che l’industria delle moda si accinge e vivere, Boeri e Boselli hanno concordato sul fatto che sia necessaria una collaborazione fra Camera e Comune di Milano per rafforzare la figura di Milano come capitale italiana dell’alta moda. Proprio per questo la settimana della moda, nella quale la lavorazione cuoio si preannuncia protagonista delle creazioni di molti stilisti, quest’anno verrà ospitata, per la prima volta in assoluto ed a titolo completamente gratuito, in alcune sale del Castello Sforzesco, storico edificio di Milano.

Da mercoledì quindi la città di Milano sarà invasa dal circo mediatico di operatori del settore, giornalisti internazionali, opinion leader, grandi buyer italiani e stranieri che arriveranno in città per ammirare le passerelle di circa 140 collezioni, realizzate ovviamente con materiali di prima qualità, lavorazioni di concia pelle esclusive ecc; proprio per preservare la buona riuscita e il carattere “esclusivo” dell’ evento, le sfilate non saranno mai, in nessuno dei sette giorni, aperte al pubblico- come invece avviene per gli eventi della settimana del Design ad aprile.

Una nuova location quindi, un pubblico internazionale esclusivamente del settore ed il supporto del Comune di Milano, per presentare al mondo la moda milanese e l’eccellenza del made in Italy.



Serena Rigato
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