Esistono nel mercato del lavoro molti mestieri per i quali esistono dei rischi concreti e contrastabili, che sono per norma generale regolati e rispettati, ma che in molti casi non sono sufficienti a proteggere i lavoratori dei pericoli associati alle loro attività operative.
Un gruppo di lavoratori particolarmente a rischio è quello dei ricercatori e docenti che realizzano le loro mansioni all’interno di laboratori. La continua esposizione a sostanze chimiche e il rischio di entrare in contatto con prodotti nocivi sono i due rischi più importanti che devono affrontare questi individui e anche le loro compagnie assicurative e di indennizzo danno biologico o chimico.
I scienziati e docenti che passano tutta la giornata di lavoro in questi locali, che nella maggioranza dei casi immagazzinano una gran quantità di prodotti chimici, incorrono nel rischio innanzitutto di inalare sostanze tossiche per filtrazioni o perdite di prodotto, ma esiste anche un reale pericolo nell’essere quotidianamente in contatto con numerosi gasi inoffensivi in piccole dosi ma che in caso di lunga esposizione, e soprattutto se in contatto con altri gas a loro volta potenzialmente nocivi, posso risultare in gravi danni per la salute.
Inoltre, la stessa esposizione a questi gas può risultare già non in un danno a lungo termine o sporadico ma funzionare come mediatore di un infortunio derivato dalla perdita di capacità causata dall’inalazione di tale prodotto. Sostanze che aumentino i tempi di risposta e minino i riflessi dei lavoratori possono avere un effetto importante nella precisione con cui questi svolgono le proprie mansioni, occasionando incidenti poco probabili in condizioni normali. E’ il caso ad esempio dei solventi, che possono avere effetti sul sistema nervoso dei lavoratori o ridurre la quantità di ossigeno che arriva ai polmoni.
Una seconda fonte di rischi in questi contesti così specifici è l’assorbimento cutanea di prodotti irritanti o corrosivi. Sebbene le precauzioni per evitare questi incidenti sul lavoro siano tante, e anche se i propri lavoratori sono coscienti dell’importanza di adempire agli obblighi normativi in materia, purtroppo questa continua ad essere una causa frequente di danni agli individui impegnati in mansioni nei laboratori chimici.
La presenza di un gran numero di sostanze diverse, seppur immagazzinate in modo controllato, aumenta esponenzialmente i rischi di ogni singolo componente infamabile ed esplosivo. Questo è il motivo per il quale le sezioni di laboratori che immagazzinano i prodotti chimici e dove si realizzano le reazioni con questi componenti sono sempre localizzato nell’ultimo piano degli edifici e le persone che ne entrano ed escono devono essere non solo autorizzate ma vestire abbigliamento e calzature specifiche.
Diventa quindi cruciale in settori come quello della ricerca chimica e farmaceutica rispettare la legislazione in materia di sicurezza specifica per ogni industria, e che il datore di lavoro, istituzione o stato a carico del centro si faccia responsabile non solo dell’eventuale risarcimento sinistri ma anche di una mirata e applicata comunicazione effettiva dei rischi all’interno del laboratorio e tra colleghi.
Articolo a cura di Alba L
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