La cartomanzia, proprio come altre arti divinatorie tipo la chiromanzia, vanta origini piuttosto antiche che addirittura si perdono nella notte dei tempi.
Proprio per questo sulle origini della cartomanzia esistono diverse versioni, visto che ci sono alcuni che ne fanno risalire le origini ai cinesi, come una sorta di derivazione del domino, che anticamente non veniva considerato un gioco ma bensì un vero e proprio strumento utilizzato per impiegarla volontà divina. Secondo altri studiosi, invece, i primi maestri della cartomanzia furono gli egizi, ipotesi questa che si basa soprattutto sul ritrovamento di un saggio nel quale si illustrava appunto come gli egizi utilizzassero l’arte della cartomanzia: 78 carte sulle quali erano incisi misteriosi geroglifici dalla cui lettura combinata da parte di sacerdoti permetteva di interrogare e quindi di conoscere il futuro.
Nei secoli successivi i geroglifici lasciarono progressivamente il posto ad una serie di simboli e di figure; è questo il periodo in cui le carte cominciano a svilupparsi e a diffondersi. Si cominciano a trovare tracce della cartomanzia in epoca medioevale prima in Spagna e successivamente anche in Germania e Francia. Si è dovuto però attendere il 1540 per vedere il primo tentativo di dare delle regole precise alla lettura delle carte divinatorie; in questo senso un grande contributo è venuto da Guillaume Postel, autore di Clefs des Choses cache, ovvero “Chiave delle cose occulte”, pubblicazione grazie alla quale si è sancita la nascita ufficiale della moderna cartomanzia e di tarocchi, ancora oggi utilizzati sebbene in differenti varianti.
Oggi le 78 carte utilizzate nella lettura dei tarocchi sono suddivise in due diversi gruppi:
· I 56 arcani minori, a loro volta suddivisi nei quattro semi di bastoni, denari, coppe e spade
· I 22 arcani maggiori che rappresentano una serie di figure simboliche legati a concetti universali, tipo ruota della fortuna, giustizia, matto, papessa, eremita, carro, amanti, impiccato, torre e così via
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