Ogni mestiere ha le sue particolarità, rischi e normative per tutelare i lavoratori nel migliore dei modi ed in base alle specifiche attività da svolgere e all’ambiente di lavoro, ma dati pubblicati recentemente a livello europeo mostrano come, in realtà, la maggior parte di accidenti sul lavoro possano attribuirsi a cause e comportamenti generali e non esclusivi di una o altra occupazione.
In questo modo, sarebbero misure di sicurezza primarie e atteggiamenti responsabili di base a limitare in gran misura il numero di infortuni sul lavoro, almeno per quanto riguarda la categoria “incidenti” ovvero gli eventi che provocano in modo immediato delle lesioni o addirittura morti sul lavoro.
Questa distinzione è importante perché, non sono solo gli incidenti a rappresentare una minaccia per i lavoratori. Poiché questi sono esposti nel lungo termine a certi aspetti delle loro mansioni che possono danneggiare la loro salute benché gli effetti non siano immediati, e che tutto lavoro è inevitabilmente legato ad una certa quantità di stress, le politiche di sicurezza sul lavoro devono essere e sono indirizzate a tutelare il lavoratore anche di fronte a queste eventualità.
Per quanto riguarda gli accidenti quindi che provocano i danni immediati ai lavoratori e sui quali si focalizzano le ultime statistiche, risulta evidente che non è sufficiente attuare dei piani di adeguazione dell’ambiente di lavoro e delle procedure ma è anche fondamentale formare i propri dipendente e renderli consapevoli delle reali conseguenze che può avere un comportamento irresponsabile, spensierato o affrettato nel lavoro. Le aziende di risarcimento danni e i vari avvocato del lavoro indicano queste come eventualità principali nei casi di gestione di sinistri sul lavoro.
Tra le cause più comuni gli scivolamenti, cadute e inciampi per via di pavimenti bagnati o ostacoli nelle aree di passaggio, ma soprattutto la perdita di controllo di attrezzature, macchinari o mezzi di trasporto. Questi vanno dalle lesioni provocate ad esempio da affettatrici in ristoranti e macellerie alla guida di gru e la manipolazione di carichi pesanti: è quindi una fonte trasversale di rischio che si estende in più settori e per la quale il controllo periodico delle macchine e la massima cura nell’utilizzo sono fondamentali. Da uno studio pubblicato nel 2006 sempre a livello europeo (Eurostat 2006), emergeva già che la perdita di controllo dei macchinari e strumenti di lavoro è la causa principale degli incidenti fatali nel lavoro con un’incidenza del 41%.
Tra le lesioni più frequenti ci sono senza dubbio quelle muscolari causate dalla manipolazione di elementi pesanti, anche in contesti dove questa attività non è direttamente correlata alla mansione, come ad esempio in un ufficio. In secondo posto le lesioni nella schiena, alle quali contribuiscono le posizioni scomode o non corrette adottate nella postazione di lavoro e il mal di testa, sia per colpi che per cadute di oggetti.
Categoria a parte è l’infortunio in itinere ovvero gli incidenti che possono accadere alle persone negli spostamenti da e per il posto di lavoro. Questi, pur rappresentando una percentuale minore del totale di infortuni sul lavoro e sono uno dei pochi reparti che vanno contro la tendenza decrescente del numero complessivo di infortuni sul lavoro.
Formazione quindi come elemento principale, consapevolezza dalla parte del datore di lavoro e dei lavoratori, che non devono dimenticare, in caso di scadenze o stanchezza, che la loro sicurezza è l’assetto più importante per sé stessi e per l’azienda.
A cura di Alba L
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