GIULIANOVA, 17 settembre 2012 – E' passata un'altra estate ed anche questa, come avviene da diversi anni, inutilmente per le sorti della colonia marina Rosa Maltoni Mussolini ubicata sul tratto del lungomare nord giuliese. La struttura, uno dei pezzi unici di rilievo dell'architettura del ventennio presente a Giulianova, è in completo abbandono e decadimento. L'immobile, che sorge all'interno di una bellissima area verde, un tempo ospitava i figli dei maestri delle scuole elementari per le vacanze estive. In particolare arrivavano a Giulianova bambini residenti in zone interne e quindi bisognosi di fare un pieno di jodio in riva all'Adriatico. Giulianova non era ovviamente l'unica colonia marina realizzata in quel periodo, ma certamente oggi è tra le poche, se non la sola, ad essere stata abbandonata al proprio destino. E allora l'immobile, con le sue particolarità architettoniche un tempo avveniristiche, si è lentamente ed inesorabilmente trasformato in rifugio di extracomunitari senza fissa dimora, di tossici e forse anche di qualcuno che ha necessità di eludere i controlli. Non mancano topi, ratti e bisce per completare il quadro dell'incuria più totale. L'Amministrazione comunale è rimasta alla finestra credendo forse nell'efficacia e nella validità delle missive inviate dal sindaco di Giulianova all'INPDAP (marzo 2011) e successivamente all'INPS (9 luglio 2012), nuovo soggetto giuridico titolare dello stabile. Lettere di circostanza probabilmente mai prese in considerazione dai destinatari tant'è che la situazione è nettamente peggiorata, come del resto testimoniano le immagini. Esistono delle leggi sulla conduzione delle aree private e degli immobili che dovrebbero essere attivate per salvaguardare le zone circostanti e più in generale i cittadini di Giulianova. Ma a Palazzo si preferisce affidare la risoluzione di certe problematiche al rapporto epistolare, come accadeva ai tempi di Jacopo Ortis, affidandone il contenuto ai media per tacitare la coscienza, per la ricerca di visibilità nella consapevolezza di fare solo buchi nell'acqua. E così è stato.
Alfonso Aloisi
per "Poveri Giuliesi
maledetti romantici e ribelli"
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