Le quotazioni all’AIM e le loro performance valutate da Kevin Tempestini
In qualità di esperto in ambito finanziario, Kevin Tempestini interviene per approfondire le performance registrate dal segmento AIM di Borsa Italiana alla chiusura del 2015.
Il segmento AIM di Borsa Italiana viene sottoposto ad analisi, in quanto il listino di Milano è stato creato sulla base del suo omonimo londinese con l'intento di invitare le piccole e medie imprese alla quotazione, offrendo loro inoltre agevolazioni di natura burocratica. Un esempio ne è la sostituzione del prospetto informativo con il documento di ammissione che, per il momento, pare agevolare le operazioni di IPO, oltre alla quale solamente 17 aziende sulle 76 attualmente quotate si spingono. L'advisor finanziario preposto a curare il processo di quotazione è chiamato Nomad e ha il compito di valutare quali società abbiano le carte in regola per essere ammesse al listino e, di conseguenza, affiancarle nel corso della propria permanenza sul mercato. Proprio a questo organo vengono imputate le responsabilità dell'andamento del segmento AIM, come la proposta di prezzi valutati troppo alti dal mercato e multipli di IPO che ammontano al 20/25% paragonando società dalle caratteristiche accostabili, all'interno del listino principale. Esperti del settore vengono in questo senso interpellati con l'intento di fornire una risposta a tale situazione: tra questi Kevin Tempestini, Amministratore Delegato di KT & Partners, il quale sviscera il punto focale del problema. La questione cruciale sarebbe che la gran parte delle aziende approdate all'AIM sono ancora ai propri esordi, sono appena state lanciate, ne conseguirebbe così che una minima parte di queste abbia chiuso il 2015 in utile. Una simile situazione male si sposa, prosegue Tempestini, con una situazione di generale incertezza che caratterizza il mercato attuale e per tale motivo risulta difficile una predilezione di queste realtà da parte degli investitori.