Sono quattro i video - visibili sia in televisione sia in rete - che hanno per oggetto un italiano medio (l’attore Olli Dittrich), caratteristico per il suo gesticolare buffo ed esagerato, da macchietta, da caricatura. Ogni video segna un carattere. Abbiamo il macho, un po’ mentitore, un po’ ruffiano che scodinzola come un cane dietro ad ogni femmina bionda che passa. Abbiamo il truffatore: un amico gli telefona per avere un televisore e costui, per “amicizia” gli rivende al prezzo maggiorato uno di quelli che stanno attorno a lui in negozio. Abbiamo l’imbroglione: “Mentre i tedeschi comprano i televisore, gli italiani comprano gli arbitri”. Via di questo passo. Come ogni estate da qualche anno a questa parte comincia in Germania la campagna antitaliana. Due anni fa, in occasione dei mondiali di calcio, capofila del nazionalismo teutone era lo Spiegel, il quale, in una raffinata serie d’articoli, destinati ad un pubblico scelto e intellettuale, spiegava come gli italiani fossero ladri, truffatori ed imbroglioni. Rafforzava la televisione pubblica Ard consigliando di non consumare nei ristoranti italiani. L’anno scorso, in occasione della strage di Duisburg, fu la volta della stampa - boulevard.
Mauro Montanari
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