Le attività commerciali marginali degli enti in esame vengono tassate come “reddito di impresa” e seguono le regole di determinazione dell’imposta previste per le “imprese commerciali”; lo stesso vale per la determinazione delle imposte ai fini IRAP e IVA.

Per ciascuna delle due categorie fiscali degli enti non profit:
• enti non commerciali
• ONLUS

Gli enti non commerciali
Il reddito complessivo degli enti non commerciali è formato dalla somma dei redditi delle seguenti categorie (voce 12 glossario):
1. redditi fondiari (fabbricati e terreni)
2. redditi di capitale (rendite finanziarie, partecipazioni, ecc.)
3. redditi di impresa (produzione di beni e servizi, commercio, intermediazione,
ecc.)
4. redditi diversi (categoria residuale dove sono collocate ad esempio: le plusvalenze, le vincite, gli obblighi di fare non fare e permettere, ecc.)
Sono esclusi dalla determinazione del reddito:
a) i fondi pervenuti a seguito di raccolte pubbliche.
Tali fondi non sono imponibili ai fini delle imposte dirette, sono esclusi da Iva, ed esenti da ogni tributo, purché le raccolte pubbliche:
• siano rivolte a una massa indistinta di soggetti
• siano occasionali
• vengano svolte in concomitanza di celebrazioni, ricorrenze o campagne di sensibilizzazione
• i servizi prestati o i beni ceduti siano di modico valore
• venga redatto un apposito e separato rendiconto, entro quattro mesi dalla chiusura dell’esercizio;
b) i contributi corrisposti agli enti non commerciali da amministrazioni pubbliche per lo svolgimento convenzionato o in regime di accreditamento di attività sanitaria o assistenziale aventi finalità sociale ai sensi della legge che riordina la disciplina in materia sanitaria
(D.Lgs 30/12/92 n. 502).

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