(con il patrocinio del Comune di Forlì, Assessorato alla Cultura e Università)
L'esposizione, testimonianza della costante e meditata operosità che da un quarantennio contraddistingue la pittura di Panzavolta, offre al visitatore un'ampia rassegna della produzione dell’artista dagli anni Ottanta fino alle più recenti opere, dove le atmosfere asfittiche e silenti di un'umanità rassegnata e sola si accendono di calde cromie, testimoni di una ricerca artistica costantemente tesa verso rinnovate soluzioni espressive che, del passato, trattengono la tematica dell’uomo, punto fermo nell’arte di Panzavolta, accendendola di nuove vibranti suggestioni.
Nell’avvicendarsi delle opere in mostra si scoprirà l’ambiente quasi monocromo delle tele anni Novanta, che sbalza i suoi personaggi nella realtà spettatoriale esponendone il volto di maschere pietrificate, manifestare negli scenari di “Bar Marika” (2007) e “Scale Mobili” (2005) una più intima ed espansa spazialità che accentua la complessità delle composizioni affollandole di personaggi sigillati nella loro desolazione, vicini ma senza grandi possibilità di comunicazione.
Accanto allo svolgersi di questo dramma, esistenziale e collettivo, indagato dall’artista con dolente lucidità, ristoratore appare l’approdo alla serena natura dei pastelli e delle opere grafiche che sviluppano la tematica degli uccellini, i quali, rintanati negli anfratti di una scogliera o giocosi su un cavallino a dondolo, diventano emblema della natura tanto amata dall’artista che ne evoca le sonorità nei puntigliosi rami scossi dal vento e in un frullio di ali indagati con sapienza disegnativa che evidenzia una mano sicura, meticolosa e certosina nell’intrigare e intrecciare segni e linee, nell’attivarsi dell’esercizio curioso e poetico del disegno. I risultati rivelano un’abilità che non è mai vuoto o artificiale virtuosismo, ossessione per un iperrealismo di maniera. I diversi, diversissimi formati delle opere grafiche, dei disegni a matita sono invece testimonianza di instancabile passione all’osservazione di colui che non vuole inseguire l’effimero di una visione.
Nell’avvicendarsi delle opere in mostra si scoprirà l’ambiente quasi monocromo delle tele anni Novanta, che sbalza i suoi personaggi nella realtà spettatoriale esponendone il volto di maschere pietrificate, manifestare negli scenari di “Bar Marika” (2007) e “Scale Mobili” (2005) una più intima ed espansa spazialità che accentua la complessità delle composizioni affollandole di personaggi sigillati nella loro desolazione, vicini ma senza grandi possibilità di comunicazione.
Accanto allo svolgersi di questo dramma, esistenziale e collettivo, indagato dall’artista con dolente lucidità, ristoratore appare l’approdo alla serena natura dei pastelli e delle opere grafiche che sviluppano la tematica degli uccellini, i quali, rintanati negli anfratti di una scogliera o giocosi su un cavallino a dondolo, diventano emblema della natura tanto amata dall’artista che ne evoca le sonorità nei puntigliosi rami scossi dal vento e in un frullio di ali indagati con sapienza disegnativa che evidenzia una mano sicura, meticolosa e certosina nell’intrigare e intrecciare segni e linee, nell’attivarsi dell’esercizio curioso e poetico del disegno. I risultati rivelano un’abilità che non è mai vuoto o artificiale virtuosismo, ossessione per un iperrealismo di maniera. I diversi, diversissimi formati delle opere grafiche, dei disegni a matita sono invece testimonianza di instancabile passione all’osservazione di colui che non vuole inseguire l’effimero di una visione.
La mostra allestita nei locali di Palazzo Albertini (piano terrà - Piazza Saffi, Forlì), rimarrà aperta fino al 23 settembre ed è visitabile nei seguenti orari:
feriali 16,00 – 19,00 / festivi: 10,30 - 12,30 ; 16,00 – 19,00.
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