La fiction dedicata al sindacalista Giuseppe Di Vittorio.
In TV il 15 e 16 marzo alle ore 21.30 su RAIUNO “Pane e Libertà”, un film in due parti con Pierfrancesco Favino, nel ruolo del sindacalista Peppino Di Vittorio (1892-1957), la regia di Alberto Negrin, le musiche di Ennio Morricone. Il cast annovera : Raffaella Rea, Giuseppe Zeno, Federica De Cola, Massimo Wertmuller, Emilio Bonucci, Ernesto Mahieux, Frank Crudele, Francesco Salvi e oltre cinquecento comparse. La Puglia sotto i riflettori: dal Tavoliere alla Murgia, dalla Piazza Duomo di Cerignola (FG) alle case del primo Novecento di Gravina (BA), dal Piano delle Fosse, gli uliveti della “Bella di Cerignola” al Museo della Civiltà Contadina di Altamura (BA). Splendidi scenari di vita rurale per raccontare gli anni duri del tormentato periodo storico in cui ha vissuto Giuseppe Di Vittorio. E’ stato tra gli esponenti più autorevoli del sindacato italiano, segretario e fondatore della CGIL dal 1945 alla 1957, deputato con il PCI nel 1924, costretto alla fuga dal fascismo, partecipò alla guerra civile spagnola e alla Resistenza . Peppino Di Vittorio, nato a Cerignola (FG), è stato il difensore di tutti i lavoratori, in particolar modo di quelli pugliesi che andavano a lavorare nelle fabbriche del nord mettendo sul cruscotto della macchina una sua foto. Una vita, la sua, piena di difficoltà e slanci ideali, battagliera, persecuzioni e riconoscimenti che viene portata sugli schermi in due puntate nella miniserie tv, tra storia e fiction. Un uomo perbene che diceva sempre quello che pensava, consapevole dell’importanza della cultura, del migliorarsi sempre, per elevare se stesso e contare di più nella società. Nelle scene cinematografiche, da contadino, povero ed analfabeta, baratta le sue scarpe per un vocabolario per apprendere nuovi termini, fino a diventare una persona colta e a rappresentare il sindacato mondiale a Washington . I suoi insegnamenti, i suoi sacrifici, le sue ansie, le sue lotte contadine ed operaie “pane e lavoro”, con questo film, definito “patrimonio della cultura italiana e mondiale” non saranno dimenticate , resteranno vive nella dura realtà quotidiana afflitta dalla globalizzazione.
In TV il 15 e 16 marzo alle ore 21.30 su RAIUNO “Pane e Libertà”, un film in due parti con Pierfrancesco Favino, nel ruolo del sindacalista Peppino Di Vittorio (1892-1957), la regia di Alberto Negrin, le musiche di Ennio Morricone. Il cast annovera : Raffaella Rea, Giuseppe Zeno, Federica De Cola, Massimo Wertmuller, Emilio Bonucci, Ernesto Mahieux, Frank Crudele, Francesco Salvi e oltre cinquecento comparse. La Puglia sotto i riflettori: dal Tavoliere alla Murgia, dalla Piazza Duomo di Cerignola (FG) alle case del primo Novecento di Gravina (BA), dal Piano delle Fosse, gli uliveti della “Bella di Cerignola” al Museo della Civiltà Contadina di Altamura (BA). Splendidi scenari di vita rurale per raccontare gli anni duri del tormentato periodo storico in cui ha vissuto Giuseppe Di Vittorio. E’ stato tra gli esponenti più autorevoli del sindacato italiano, segretario e fondatore della CGIL dal 1945 alla 1957, deputato con il PCI nel 1924, costretto alla fuga dal fascismo, partecipò alla guerra civile spagnola e alla Resistenza . Peppino Di Vittorio, nato a Cerignola (FG), è stato il difensore di tutti i lavoratori, in particolar modo di quelli pugliesi che andavano a lavorare nelle fabbriche del nord mettendo sul cruscotto della macchina una sua foto. Una vita, la sua, piena di difficoltà e slanci ideali, battagliera, persecuzioni e riconoscimenti che viene portata sugli schermi in due puntate nella miniserie tv, tra storia e fiction. Un uomo perbene che diceva sempre quello che pensava, consapevole dell’importanza della cultura, del migliorarsi sempre, per elevare se stesso e contare di più nella società. Nelle scene cinematografiche, da contadino, povero ed analfabeta, baratta le sue scarpe per un vocabolario per apprendere nuovi termini, fino a diventare una persona colta e a rappresentare il sindacato mondiale a Washington . I suoi insegnamenti, i suoi sacrifici, le sue ansie, le sue lotte contadine ed operaie “pane e lavoro”, con questo film, definito “patrimonio della cultura italiana e mondiale” non saranno dimenticate , resteranno vive nella dura realtà quotidiana afflitta dalla globalizzazione.
Bartolo Carbone
E' molto interessante anche il libro che raccoglie i suoi carteggi
RispondiElimina("Caro papà Di Vittorio", ed.Guerini). Roberto