In queste ultime settimane l’attenzione e il dibattito attorno al progetto del “biodigestore anaerobico” di Bagnara di Romagna non ha subito pause. Anzi, si è alimentato fra incontri pubblici, esternazioni di sindaci (attuali e passati) e gruppi consiliari, comunicazioni dei Comitati e ultimamente anche Associazioni di coltivatori (che comunque fra i propri iscritti annoverano anche titolari di biodigestori o centrali simili). Insomma, ognuno ci tiene proprio a dire la sua. Addirittura in un’assemblea pubblica indetta dal Comitato di Bagnara sono intervenuti anche degli “esperti”: persone sulle quali sarebbe interessante approfondire titoli e professionalità, ma che comunque hanno sentenziato anche pesantemente a riguardo, dimostrando però di non avere letto o guardato con un minimo d’attenzione la documentazione messa a disposizione fin dal 3 febbraio dalla Tras-Press, titolale del progetto. Documentazione dalla quale si possono dissipare molti dei dubbi sui quali il Comitato di Bagnara sta montando il caso, puntando di più sugli aspetti emotivi delle persone che non sui fatti oggettivi e documentati. Su un paio di dubbi Tras-Press intende comunque fare alcune puntualizzazioni perché strettamente inerenti alla salute pubblica e perché particolarmente ricorrenti.

1) Lo scarico delle acque di depurazione e di raffreddamento del processo produttivo avviene solamente dopo il passaggio all’interno di un depuratore specifico (il cui costo è ulteriore carico dell’Azienda). L’acqua che ne esce non è assolutamente inquinante sotto nessun aspetto tant’è che potrebbe essere scaricata direttamente in canale a cielo aperto a costo zero per l’azienda. Nonostante questo, Tras-Press, come si evince chiaramente dal progetto, per scelta aziendale e soprattutto sociale, prevede lo scarico in fogna (che comporta invece un costo) per evitare anche fenomeni di ristagni d’acqua (pericolosi dal punto di vista della salubrità, basti pensare al discorso della zanzara tigre).
2) I cattivi odori o qualsiasi altra esalazione sono totalmente annullati dall’utilizzo di un potente aspiratore (biofiltro) che ha proprio il compito di trattenere e degradare le molecole e le particelle volatili. Quindi niente “piogge acide”, come invece qualcuno sostiene.
3) Riguardo all’eventuale immissione nell’aria di fumi contenenti particelle inquinanti o polveri, i motori del biodigestore funzioneranno a un regime ridotto (a scapito della potenza generata) e sistemi di catalizzazione e filtrazione, dettagliatamente descritti nella documentazione del progetto, abbatteranno particelle contenenti azoto, ossidi di carbonio e ammoniaca. Il biodigestore, al contrario di quanto si dice a Bagnara, non avrà nessuna ciminiera.

Purtroppo in tutta la querelle montata sul caso, la Tras Press è stata accusata senza possibilità di contraddittorio e senza mai essere chiamata ad un confronto sulle questioni tecniche. E’ quindi evidente che il dibattito si sta svolgendo senza l’analisi della la documentazione di progetto messa a disposizione. A questo punto è lecito chiedersi se i cittadini di Bagnara sanno realmente di cosa si sta dibattendo in queste ultime settimane.
La cosa sconcertante, che adesso sta accadendo alla Tras-Press ma che un domani potrà accadere a qualsiasi attività già presente sul territorio o a quelle future, è che con le modalità messe a punto dal Comitato (dalla raccolta firme basata sulla disinformazione, alla consultazione popolare), si avrà un pericolosissimo precedente. Qualsiasi cittadino, costituendosi in piccolo gruppetto, potrà minare qualsiasi attività commerciale, artigianale e industriale del territorio, semplicemente sul “sentito dire”. Un pessimo biglietto da visita per chi potrebbe avere voglia di investire su Bagnara che rischia così di rimanere esclusa da qualsiasi processo di sviluppo.

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