Un approccio diretto dei mezzi tecnologici del nostro vivere facocitante quotidiano, cosi' contemporaneo: dove tutto ci passa, tocca di sfuggita, dove poco purtroppo resta e solo raramente in pochissime persone viene poi rielaborato nel tempo; Ecco uno di questi, che vive proprio il suo tempo, che rielabora il veduto, percepito è l'artista Massimo Falsaci.
Un dovuto ampio respiro, un ennesimo riconoscimento è la splendida, importante mostra personale con circa una quindicina di opere tutte ad acrilico, che si terra' presso la libreria Rizzoli (Galleria Vittorio Emanuele II, 79 Milano) dal significativo titolo “C6? Da dove dgt? Cerchi?” dal 3-28 febbraio 2011 a cura di Marcello Cazzaniga (critico d'arte e curatore che lo segue ormai da molti anni).
Si potrebbe affermare che difatti: coloro che guardano, vogliono vedere oltre e Massimo Falsaci è capace di colmare questo desiderio in quanto è sempre già avanti rispetto agli altri. Un'artista che già dagli esordi pubblici è andato al centro dell'interesse e dell'attenzione: sia vincendo nel 2004 il Premio Gaber, sia nel 2007 vincendo il premio Diesel Wall presso le Colonne di San Lorenzo a Milano.
Un'artista che si è sempre contraddistinto per una ristretta gamma cromatica, colori spesso anti-naturalistici rispetto ai soggetti rappresentati: visi giovanili, sguardi e scorci di cittadini, eppure in quei “quasi” stridenti colori attorniati da un rosso, giallo e nero... sempre rappresentazioni convincenti, sorridenti, che quasi costituiscono delle icone infisse, congelate in loro stesse. Quasi appunto a volerci far riflettere che oltre al sorriso, all'immediato successo, bisogna considerare più aspetti di una persona, sapere appunto andar oltre alla sola apparenza, trovando così l'interiorita' del soggetto. Un'artista poliedrico Massimo Falsaci, che spesso non ha pure disdegnato a partecipare presso minute manifestazioni, solo per cercare di dare la dovuta attenzione dei media, alla sua zona d'origine ovvero il Verbano-Cusio-Ossola essendo lui di Cannobio. Un'artista che scoprendolo circa alla fine del 2007, ho avuto negli anni appunto modo di apprezzarne non solo la sua grandezza di artista, ma la sua intierezza di persona.
Un'arte pittorica come quella di Massimo Falsaci che colpisce in primis più profondamente gli addetti ai lavori, che conoscono il mercato: i suoi risvolti, i suoi limiti i suoi rari traguardi che passano poi alla storia, ecco dovutamente dico con certezza che Massimo Falsaci è uno di quei artisti, che pur, maturando, ha portato avanti la sua medesima ricerca artistica, arricchendola certamente, ma rimanendone fedele e che fara' storia. Un'arte poi che è troppo riduttiva dire che è avvicinabile alla cultura pop, perchè è un'arte immediata e contemporanea. Massimo Falsaci invece realmente è riuscita a trovare non solo la sua unica e personale via, ma che proprio non ha tangibili richiami è solo sua.
Poi altro dato saliente è un'artista che appaga non solo i suoi estimatori, scorgendo in lui sempre una costante ricerca a far di più e sempre un qualcosa di nuovo in cui soffermarsi del nostro vivere quotidiano. Ed è in questo contesto che si colloca la mostra odierna alla libreria Rizzoli ovvero quella di sottolineare questo passaggio fugace del tempo. E per davvero e più che non mai vi invito realmente ad andare a vedere questa mostra personale, uscendo da questa forse, nel contesto medesimo del centro città di Milano, vi sembrerà persino di essere divenuti parte di una futura opera di Massimo Falsaci.
Dott.ssa Valeria s.Lombardi
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