Il 2010 si chiude per Terna con un Ebitda di circa 1,2 miliardi di euro, in crescita del 17% sul 2009, e gli investimenti a quota 1,5 miliardi, di cui 1,2 miliardi (+30%) per lo sviluppo della rete e circa 300 milioni per il progetto fotovoltaico. Previsti nel Piano 2011-2015 6 miliardi di investimenti per ammodernare la rete e per attività non tradizionali.

Nel presentare il piano agli investitori, l'Amministratore Delegato Flavio Cattaneo, in scadenza insieme a tutto il consiglio con l'assemblea di fine aprile, ha fatto un bilancio dei suoi due trienni alla guida della società che gestisce la rete di trasmissione elettrica, ringraziando i collaboratori per i risultati fin qui raggiunti


Andando nel dettagli del piano, per le attività regolate gli investimenti salgono del 15% a 5 miliardi, mentre per quelle non tradizionali (rinnovabili e altro) sarà investito fino a un miliardo. Terna conferma una politica del dividendo che prevede una crescita annua del 4% più l'integrazione derivante dall'eventuale vendita di attività non tradizionali. La società, inoltre, si aspetta di migliorare la propria redditività - in termini di ebitda margin – con una crescita dal 74% al 78% a fine 2015.

Sul versante patrimoniale, l'indebitamento finanziario netto a fine Piano è visto in crescita di 2,6 miliardi, una cifra inferiore di 500 milioni rispetto all’incremento del debito previsto nel Piano 2010.

Flavio Cattaneo ha sottolineato che le attività non tradizionali diventeranno parte integrante dell'attività core. Nel corso dell'anno, in particolare è previsto lo sviluppo di progetti fotovoltaici per circa 50 mw.
Quanto al capitolo acquisizioni, il manager ha evidenziato che "se ci sono opportunità si colgono, ma devono essere opportunità. Le espansioni tanto per farle o pagandole il doppio distruggono il valore per gli azionisti", ha spiegato.

Nessun problema, infine, per quanto sta succedendo nel Nord Africa, in particolare in Tunisia, dove Terna potrebbe essere interessate a investire per interconnettere il Paese all'Italia.
"C'è più rischio a investire in un paese governato da uno solo. E' più stabile una brutta democrazia che altre forme di governo, parlando in termini economici. L'interesse resta. Per gli investimenti non bisogna avere una visione di breve", ha concluso Cattaneo.

Fonte (Reuters Italia)

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Alessandra Camera
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