Sappiamo che la moda, e in particolare gli sforzi pubblicitari per promozionare uno o altro marchio di moda, hanno molto di aspirazioni. Le aspirazioni dei potenziali clienti ad essere ciò che si vede in tv, ad essere quella ragazza popolare che veste sempre secondo gli ultimi trend, a essere quel ragazzo che, in vetrina, sembra possa mangiarsi il mondo se lo desidera.
Eppure, oggi la promozione della moda ha anche molto di personale, molto di essere vicino al cliente e di creare rapporti non solo economici e transazionali ma anche di fedeltà e identificazione. I marchi si sono accorti che, infatti, più che vendere un sogno irraggiungibile, a volte è più profittevole adattare la propria comunicazione alla realtà dei clienti, particolarmente dei giovani, e a fargli capire che si sta parlando di loro. Questo si riflette non solo sul tipo di mezzi comunicativi impiegati, definitivamente più personali e meno di massa, ma anche sulla configurazione dei prodotti, che ogni volta hanno più di gadget personalizzati e meno di modelli di serie.
A questo fenomeno hanno contribuito in grande misura il web e i media sociali, ma soprattutto negli ultimi anni, Youtube e i blog. Queste piattaforme sono diventate una sorta di fontana di contenuti illimitati dove giovani e non tanto giovani recensio nano i loro prodotti preferiti, criticano quelli che a loro non piacciono e danno in generale consigli su quello che è in e quello che è out.
Technorati conta che esistono 5071 blogs che parlano di moda. Questi sono soltanto questi che si sono aggiudicati l’etichetta “fashion” in alcuni servizi di raccolta, ma la realtà e che sono decina di migliaia le persone ad occuparsi giornalmente delle fibbie per cinture più in voga e del ritorno dello stile anni novanta sulle strade.
E’ arrivata a tal punto l’influenza di questi blogger e vlogger (video-blogger), che molte aziende mandano loro prodotti gratuiti per averne una recensione, che di solito è svincolata di qualsiasi pagamento. In altri casi, i blogger diventano una sorta di agenti, convertendosi in affiliati e ricevendo quindi delle commissioni sugli acquisti effettuati da persone che hanno deciso di comprare i prodotti dell’azienda come conseguenza dell’opinione pubblicata su un blog o postata come video. Questa affiliazione può avvenire, ad esempio, tramite link che dal post o video in questione puntano al sito dell’azienda oppure in forma di codice promozionale da inserire al momento del check out.
La popolarità di alcuni di questi blogger, soprattutto tra la comunità di Youtube, ha fatto che molti abbiano deciso di associarsi ad aziende ed esserne l’immagine, o addirittura di creare una propria linea o negozio di vendita online dove si vendono prodotti personalizzati, come è il caso delle sorelle Elle e Blair Fowler, due ragazze del Tenessee che ora vivono a Los Angeles e che hanno il loro negozio di portachiavi pellle da qualche anno, con il quale ricavano notevoli introiti.
La realtà è che, dopo i film e i cellulari, la moda è l’ultima ad essere diventata territorio dell’influenza sociale sul web. Quello che una volta era responsabilità degli annunci televisivi o delle riviste, oggi è diventato una delle molte face di quelli che parlano delle loro passioni sul web.
A cura di Alba L
Prima Posizione Srl – comunicazione web
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